mercoledì 9 marzo 2016

Nel cortile di facebook: MITI CARNEFICI TRA CANDIOLO E NONE


Nessun stupore. Nessuno scandalo democratico dopo l'uscita del pentastellato candiolese che ha invocato lo smaltimento dei rom mediante una maggiore efficienza degli inceneritori. Sarà che in Italia i fascisti sono una trascurabile maggioranza, come diceva il mio amico Orso?
Eppure il giovane candiolese si è affrettato a precisare di non essere fascista, come sa chiunque lo conosca. Forse l'eliminazione dei rom fu deprecabile quando anticamente realizzata da Hitler, ma è ora tornata accettabile perché auspicata dagli eredi dell'Italia repubblicana nata dalla Resistenza.
Non sono sicuro, ma bisognerebbe chiarire che fascismo e nazismo hanno conquistato e amministrato il potere perché contavano principalmente sulla collaborazione di chi assicurava di non essere fascista.
Gli aguzzini non sono partiti fascisti o nazisti. Quando lo sono diventati, non hanno mai smesso di accarezzare i bambini. Sorridevano agli anziani. Aiutavano i poveri nelle parrocchie. Prestavano servizio gratuito alla Croce Rossa. Dopo il lavoro al lager, bagnavano i fiori. Organizzavano lo sport giovanile. Stravedevano per i cani. Suonavano alla filarmonica. Soprattutto, obbedivano agli ordini e non facevano politica. Tutta gente inoffensiva che non avrebbe fatto male a una mosca. Nel 1938 Montale parlava di miti carnefici che ancora ignorano il sangue”.Il dispositivo funziona benissimo ancora oggi quando si sente dire non sono fascista, però...”, oppure non sono razzista, però...”. Il razzismo è come la mafia in Sicilia: non esiste o, se esiste, funziona a senso unico” come scrive Giovanni Lurghino su facebook. I razzisti sarebbero gli stranieri scrocconi che con la scusa della guerra vengono in Europa col telefonino e mangiano colazione, pranzo e cena in hotel a spese degli italiani”, come ha dichiarato Matteo Salvini a Otto e mezzo”. O, come scrive Giovanni Borghino, tutti i ragazzoni ventenni di colore che incontro alle stazioni direzione Settimo, non fuggono da nessuna guerra, semplicemente 'ci provano'. Male che vada si son fatti la vacanza! A spese del contribuente italiano”. E il vero problema spiega Beppe Pampuro – non sono i rom”, ma quelli come me che li difendono”.
La grande rimozione avanza con la violenza del linguaggio e contorno di escrementi. E' accompagnata dalla grande fascinazione per la morte come spettacolo purificatore da infliggere e da vedere sotto forma di fili spinati, muraglioni, ruspe e cannoneggiamenti marini. Per difendersi, la millenaria civiltà cristiana ha nuovamente bisogno di veder morire se non di uccidere. Ha un bisogno disperato di investire in cadaveri. Ma non osa dirlo esplicitamente: per muoversi, i miti carnefici aspettano il branco e invocano l'esercito.

Mario Dellacqua

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