Che cosa accadrebbe a None se alcuni bambini alla mensa della scuola fossero messi a pane e acqua perché i loro genitori non pagano il buono pasto? Che cosa accadrebbe se alcuni di essi fossero per giunta stranieri? E che cosa accadrebbe se un anonimo imprenditore pagasse il debito con un atto di generosità? Anche dalle nostre parti si farebbe avanti qualcuno a dire che “il problema non si risolve con la beneficienza” e che “se uno non può permettersi di pagare i buoni mensa, si può tenere i figli a casa”? E il Sindaco direbbe che il benefattore dovrebbe vergognarsi perché “è colpa sua se adesso, giustamente, anche le mamme che pagavano regolarmente si sentono prese in giro e dicono di pagare lui per tutti perché non vogliono vedere che gli altri ragazzini mangiano gratis”?
E’ normale che, quando si aggravano le difficoltà della crisi economica, i primi a pagarne le conseguenze siano le vittime, cioè le famiglie dei lavoratori disoccupati o cassintegrati e addirittura i loro figli?
Se dovesse accadere a None quel che è già accaduto ad Adro (Brescia) con il sindaco leghista, vorrebbe dire che ogni cultura del diritto, della solidarietà sociale e del rispetto umano è diventata anche da noi carne di porco per lasciare il posto ad una cultura (?) che discrimina le persone non con la scusa del colore della pelle, della nazionalità o della fede religiosa, ma in base alla loro condizione sociale.
Fuori i figli dei disoccupati dalla scuola dell’obbligo: questo sarebbe il messaggio educativo, la legge, la pratica quotidiana.
Qual è la situazione dei buoni pasto a None? E’ meglio discuterne subito per adottare provvedimenti che garantiscano la legalità e l’umanità, cioè per colpire chi fa il furbo con denunce false e per tutelare invece chi si trova in effettive condizioni di difficoltà.
Tutto si può fare: rivedere le fasce di esenzione, pubblicizzare l’elenco dei non paganti per un efficace controllo democratico, sostenere il Sindaco e l’Amministrazione in una lotta più incisiva contro i vincoli assurdi del patto di stabilità, sospendere None al Cioccolato, istituire l’addizionale Irpef. O altro ancora.
Di fronte alla scomparsa dei posti di lavoro, va promossa la civiltà dell’uguaglianza. I sacrifici vanno distribuiti fra tutti, ma non si possono fare parti uguali tra disuguali. Specialmente, non si può tenere il crocifisso appeso nelle aule mentre dalla stessa scuola si espellono i figli delle famiglie più sfortunate, neh?.
E' probabile che alcune delle indicazioni siano impercorribili. In effetti le ho elencate senza troppo riflettere. A volte si scrive anche contando sulle correzioni e sugli arricchimenti degli altri.
RispondiEliminaciao mario
Buon giorno a tutti e scusate se dico la mia ma è quello che sento. L’articolo cita: non sono razzista però… Io dico che bisognerebbe essere meno egoisti nonostante la crisi gravissima che l’Italia e il mondo sta attraversando e pensare in qualche modo a chi è meno fortunato di noi, capisco che tutti noi facciamo i sacrifici per arrivare a fine mese ma c’è gente che purtroppo nonostante i sacrifici non ce la fa ad arrivare a fine mese ed essere orgogliosi se un benefattore aiuta alcuni bambini e non inorgoglirsi del fatto che alcuni bambini mangiano grazie a persone generose però è anche pur vero che bisognerebbe anche fare seri controlli per capire se le persone hanno veramente bisogno dopo di che verificata la veridicità del bisogno perché è pur vero che c’è gente che bussa cassa e poi va girando con macchinoni e vestiti lussuosi e quant’altro adoperarsi per aiutarli ma purtroppo la sofferenza porta ad inasprirsi, a stancarsi e a indurire i cuori però è anche vero che lo Stato e non parlo delle Amministrazioni di paese dovrebbe dare il buon esempio rinunciando al troppo cosa che non fa anzi blocca ancora i piccoli paesi che lottano tutti i giorni per migliorare le condizioni della vita dei cittadini e migliorare le condizioni ambientali che altrimenti graverebbero sulla salute dei cittadini stessi, l’unica cosa che forse come amministrazione locale si potrebbe fare pè rinunciare a fare la festa del cioccolato come ha fatto saggiamente per il carnevale che per i bambini era un divertimento anche se è pur vero che il commercio è una risorsa importante per il paese però forse in questo momento di crisi sarebbe meglio mettere da parte le risorse economiche per necessità più importanti comunque sono sicura che con un po’ di sacrifici da parte di tutti possiamo farcela perché sono sicura che una buona Amministrazione fa un buon cittadino e un buon cittadino fa una buona Amministrazione.
RispondiEliminaGrazie a tutti.
Troschi