mercoledì 26 agosto 2020

C'È CHI DICE NO

Il prossimo 20 e 21 Settembre saremo chiamati alle urne per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. La riforma, se confermata, prevede una riduzione dei deputati da 630 a 400 e da 315 senatori a 200. La motivazione? Semplice, ridurre i costi della politica. Con questa riforma si dovrebbero risparmiare 57 milioni di euro all'anno. Inutile sottolineare per l'ennesima volta che si tratterebbe di un risparmio irrisorio se si pensa alla spesa pubblica e ai costi della burocrazia (nel 2018 i fondi stanziati per la pubblica amministrazione sono stati 100,2 miliardi di euro, per intenderci la riforma consentirebbe un risparmio inferiore a 6 centesimi su 100 euro di spesa). Tradotto per il contribuente, il risparmio equivarrebbe ad un caffè all’anno per ogni cittadino. Chi vorrà vedere scorrere il sangue dei politici o chi vuole far credere che la politica sia una cosa sporca e che non ci sia speranza per essa non vorrà sentire ragioni e qualsiasi risparmio ai suoi occhi sarà un'occasione più che ghiotta per far cadere la ghigliottina sulla politica e farla pagare alla "casta".
Forse, più che sulle argomentazioni dei costi che sono molto opinabili in quanto non esiste alcuna certezza sul risparmio perché quello che prima veniva guadagnato da 630 persone adesso lo potrebbero guadagnare "solo" in 400 ritrovandosi più potenti, più irraggiungibili e più incontrollabili di prima, dovremmo focalizzarci su quanto questa riforma riduca la rappresentanza di interi territori e come l'apparato costituzionale dovrà essere sicuramente rivisto per garantire tutto quel sistema di pesi e contrappesi che verranno stravolti e che sono propri di qualsiasi democrazia. Questa riforma non rappresenta le aspirazioni di chi cerca la giustizia sociale, ma rafforzerà i centri di potere a cui chiedere protezione in caso di bisogno in cambio di applausi, di “mi piace” e di voti. I privilegi vanno ridotti e la corruzione può essere colpita non chiedendo - non si sa bene a chi – di “mandarli via tutti”, ma nel solo modo democratico possibile: con un’ ondata di partecipazione popolare che imponga regole capaci di dare ai cittadini il potere di scegliere chi candidare al Parlamento, nei Comuni e nelle Regioni in base a programmi chiari e a competenze documentate.
A essere danneggiate da questa riforma costituzionale sarebbero principalmente le minoranze, sia quelle territoriali, come le aree interne e le aree montane, economicamente più deboli e meno abitate, sia quelle sociali in quanto i cittadini con meno strumenti avrebbero meno possibilità di candidarsi e di entrare in una delle due Camere. Infatti, un Parlamento più piccolo garantirebbe un ricambio più difficile in quanto personaggi più conosciuti prevarrebbero su esponenti meno conosciuti, anche se più competenti.
I proponenti della riforma costituzionale dovrebbero infine spiegarci come intenderanno procedere con le ulteriori modifiche costituzionali come l’elezione del Presidente della Repubblica o come verrebbero modificati i regolamenti delle due camere visto che in alcuni articoli è previsto un numero preciso di parlamentari per presentare mozioni e interrogazioni. Senza considerare che non è mai stato chiarito come verrebbero investiti i 57 milioni di euro risparmiati. Su tutto questo è calato un silenzio inaccettabile.
La democrazia ci serve come l’aria. Corruzione, privilegi, passività, ignoranza e disuguaglianze sono le malattie che ci soffocano e non ci lasciano respirare. Se non sapremo permetterci il lusso di rinnovare la vita democratica alimenteremo solamente le oligarchie creando una “casta” più piccola e più potente.
Il Parlamento è il cuore della nostra democrazia e una qualsiasi riforma che modifichi il modo in cui eleggiamo i nostri rappresentanti dovrebbe essere ampiamente discussa. Bisognerà difendere la nostra Costituzione il prossimo 20 e 21 Settembre altrimenti il costo di quel famoso caffè potrebbe essere molto, ma molto caro.


Federico Ciaffi
Mario Dellacqua
Federico Dal Zilio
Giuseppe Neri
Gregorio Codispoti
Nello Petrossi
Domenico Demuro
Matteo Cavallone
Riccardo Tassone
Kenan Kukuljac
Caterina Renna
Stefano Ciaffi
Luisella Gallegati
Alessia Marchetti
Ilenia Morlino
Francesco Schmidt
Pietro Falletto
Gian Paolo Dal Zilio
Maria Dalmasso
Ignazio Drago
Francesco Romeo
Simone Machioni
Luca Zecchi
Andrea Pennacchio
Simone D’Angelo
Niccolò Borsetto
Mattia Scalas
Michele Da Re
Alessandro Reineri
Giuseppe Noto
Maria Luigia Tommaciello
Silvia Regis
Riccardo Casaro
Lorenzo Pulie Repetto
Francesca Latiana

1 commento:

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