Una serata di approfondimento di qualche anno fa |
Come sezione ANPI "Michele Ghio" di None oggi vogliamo ricordare in particolare tutti gli italiani innocenti eliminati dall'Esercito Partigiano Jugoslavo e dalla sua polizia segreta nelle zone miste e contese dell'estremo Nord-Est perché considerati (a torto o a ragione) oppositori politici del progetto espansivo di Tito.
Tra le migliaia di vittime stimate (4-500 all'indomani dell'8 di settembre, 4-5000 al termine del conflitto), oltre a fascisti e collaborazionisti con innegabili responsabilità politiche, furono infatti numerose le persone non compromesse con il regime mussoliniano (tra cui paradossalmente vari partigiani ed antifascisti italiani) a finire in qualche caso nelle famigerate foibe ma perlopiù a morire di stenti o di malattia nei campi di concentramento jugoslavi.
Nonostante si trovasse dalla parte giusta nella guerra scatenata da Hitler e dai suoi alleati (primo fra tutti Mussolini) contro Francia, Inghilterra, USA ed URSS, l'Esercito Partigiano Jugoslavo nella sua vittoriosa marcia di liberazione dal nazi-fascismo, si rese purtroppo anche responsabile di eccessi e di alcuni orrori ingiustificabili (non solo nei confronti della popolazione italiana) anche se almeno in parte comprensibili alla luce dell'ideologia stalinista delle truppe titine e della feroce repressione anti-slava operata dal regime fascista in quei territori (ed in generale delle malefatte delle forze di occupazione nazifasciste e del collaborazionismo sloveno, croato e serbo loro alleato).
Ma forse ancor più delle vittime delle foibe e dei campi, oggi vogliamo fare memoria del dramma dell'esodo di circa 300mila istriano-dalmati, in grande maggioranza italiani, dai territori assegnati al nuovo stato jugoslavo, nel corso dei quindici anni successivi alla fine della II Guerra Mondiale, e della loro non sempre benevola accoglienza in Italia.
Con la loro dipartita (anche se non imposta per legge a differenza di quanto avvenne per i tedeschi) la fiorente comunità italiana in quelle terre andò incontro ad un estremo impoverimento, riducendosi progressivamente di almeno tre quarti, pur rimanendo fino al giorno d'oggi una significativa e riconosciuta minoranza.
Per fortuna la II Guerra Mondiale vide soccombere le forze naziste e fasciste ma tra i tanti frutti avvelenati del sanguinoso conflitto (inclusi il bombardamento britannico di Dresda e le bombe atomiche statunitensi su Hiroshima e Nagasaki) devono essere annoverati anche questi due.
None, 10 febbraio 2021
Il Comitato di sezione
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