venerdì 5 febbraio 2010

Regionali: che cosa bolle in pentola?

Lunedì  1 febbraio all’angolo di via Roma 11 a None si sono incontrati Giovanna Baffa, Domenico Bastino, Gianpiero Clement, Mario Dellacqua, Laura Ferrari, Federica Fidale, Giuseppe Migliore, Fabrizio Piscitello e Andrea Testa per discutere con Gianpiero Clement, capogruppo di Rifondazione al Consiglio regionale piemontese, che cosa bolle in pentola in vista delle elezioni della fine di marzo.
La ricerca di un accordo con il centrosinistra si è rivelata complicata e tormentata. La Presidente Mercedes Bresso ha presto considerato indispensabile l’alleanza con l’Udc. L’Udc prima voleva la testa di Bresso e poi quella di Rifondazione. L’Udc ha presto rinunciato al primo obiettivo, ma ha accettato l’accordo tecnico con Rifondazione. In cambio ha ottenuto una nutrita rappresentanza nell’auspicata nuova Giunta regionale e nel listino. Rifondazione ha ottenuto il riconoscimento del suo diritto di conservare la propria contrarietà alla TAV, insieme con un posto nel listino in caso di vittoria.
Il ricamo è stato possibile perché i sondaggi dicono che il Piemonte è in bilico per pochi voti. Pertanto, gli interessi delle ditte Pd, Udc e PRC convergono. I primi due sono interessati a fare tutto ciò che può servire per vincere. Il terzo è interessato a fare tutto ciò che può servire per sopravvivere. L’Italia dei Valori di Di Pietro non è interessata a scaldarsi troppo né per la TAV, né per altro: è lì che aspetta di incassare ciò che gli spetta, predicando agli altri il primato della moralità e della legalità.
Molto grave la rottura con Sinistra e Libertà  che veleggia verso un accordo con i socialisti. Molto tormentata l’intesa con i camionisti italiani che gradirebbero il posto sicuro nel listino,  perché temono che i pochi eletti siano in quota rifondarola (uno? due? tre? Non esageriamo!).
Per Gianpiero centrodestra e centrosinistra si equivalgono e il pericolo di consegnare al leghista Cota il governo della Regione va scongiurato in ogni modo possibile. GianPiero rivendica un giudizio positivo sull’operato di Rifondazione nella Giunta Regionale, sia per l’apporto di Eleonora Artesio nell’opera di risanamento e modernizzazione democratica della sanità (abolizione dei ticket), sia per la buona legge sul diritto allo studio che ha messo più risorse a disposizione delle famiglie dei lavoratori a basso reddito (legge non abbastanza conosciuta e utilizzata), sia per il sostegno al reddito dei lavoratori in cassa integrazione, sia per la proposta di legge che Rifondazione ha presentato per ridurre i costi della politica e i privilegi dei consiglieri regionali, sia per l’elaborazione di una legge che regolamentasse le delocalizzazioni, appena silurata dal voto bipartisan di centrodestra, leghisti e centrosinistra: complimenti per la trasmissione.
L’accordo con l’UDC sembra presagire una pericolosa apertura ai privati della Sanità, dove sono notevoli le possibilità di movimentazioni di risorse, di posti e di potere: ricomprimenti per la trasmissione.
Resta da vedere come la partecipazione a questa prova elettorale possa aiutare la costruzione di una sinistra smarrita e sconfitta più dalla sua frammentazione che dalla volontà egemonica del Pd, reduce da un ventennio dilapidato in feroci competizioni interne per il potere della minchia.
Fa il resto – ha osservato Gianpiero – la popolarità del leghismo che ricava la sua fortuna elettorale dalla capacità di dare risposte semplici a problemi purtroppo di enorme complessità teorica e sociale. Pensiamo al nesso tra occupazione, emigrazione e delocalizzazioni che la Lega interpreta proponendo affondamento dei gommoni al largo di Lampedusa (anche se di lì passa il 5% degli stranieri in arrivo in Italia), divieto di portare stabilimenti all’estero, espulsione dei clandestini. Fa il resto un’informazione che fa trovare scandaloso il ponte sullo stretto di Messina che costa 5 miliardi, mentre fa trovare accettabilissima fuori dalla Val Susa l’Alta Velocità che costa quattro volte tanto (20 miliardi di euro).
Io non so tanto, ma penso che una sinistra in lotta per una rappresentanza nelle istituzioni come se questo fosse un segno di vita e di utilità si condanna ad un’agonia senza dignità e ad una pervicace dilapidazione di risorse. Non pretenderei di cambiare il mondo, ma vorrei poter collaborare a qualcosa di concreto: istruzione, cooperazione internazionale, stranieri, salute, disabili, rifiuti, mutuo soccorso. Non tutto e subito, ma qualcosa nella direzione giusta. E’ questo e non altro a sostenermi nel pensiero e nell’azione. E tutte le volte un’emergenza ci impedisce di discuterne. Adesso basta.
Ciao lo zio Mario

2 commenti:

  1. C'è un errore: per Gianpiero centro destra e centrosinistra NON si equivalgono. Ha partecipato alla riunione anche il Genepy di Laura (già finito)e il solito Arneis. Ho sistemato i conti. ciao mario

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  2. Ho trovato negli archivi questo volantino che nel maggio 1998 ha diffuso il circolo rifondarolo nonese. Mi va di riprodurne il testo, per chi è interessato conoscere da dove viene Gianpiero Clement.

    EPPURE, DA QUALCHE PARTE,
    E’ NASCOSTA LA DIGNITA’

    (..)Gian Piero Clement, da 24 anni operaio alla SKF di Villar, capogruppo di Rifondazione comunista al Comune di Pinerolo e attivista del sindacato di base ALP, è stato trasferito allo stabilimento di Airasca. Un provvedimento di rappresaglia travestito da promozione a impiegato per togliersi dai piedi una testa pensante capace di contrastare la riduzione del movimento sindacale a docile strumento nelle mani del pensiero unico del mercato e delle multinazionali.
    Come al solito, veramente micidiale non è l’ipocrisia del comando aziendale, ma il consenso che ottiene in giro con la sua politica di lusinghe e di minacce, volte a trasformare il lavoratore in oggetto privo di pensiero e di dignità, cui è democraticamente offerto di scegliere se comportarsi da vittima o da canaglia che accetta la repressione e con essa magari collabora sperando di guadagnarci qualcosa.
    Però, che strano. Il vecchio gioco stavolta non ha funzionato. In una lettera alla SKF, Gianpiero Clement ha rifiutato la sua promozione: “vi ribadisco che non vi è assolutamente il mio consenso né tantomeno la mia richiesta”. Ai suoi compagni di lavoro scrive: “Eppure sono proprio io, dice la SKF, il più indicato per questo lavoro. I miei colleghi qui sono quasi tutti laureati o diplomati. Quanti sono i diplomati oggi presenti in SKF e attualmente in produzione che sarebbero ben contenti e fortemente motivati a svolgere questo incarico? Io credo moltissimi!!”.
    Alla SKF di Villar il 29 maggio 1998 190 operai hanno scioperato in segno di solidarietà con Gianpiero.
    Mentre tutto sembra consigliare rassegnazione e corruzione, essi ci mandano un segnale di fiducia. Da qualche parte, indipendentemente dal nostro mestiere, fede religiosa, appartenenza politica o condizione economica, teniamo nascosto un muto bisogno di decenza. La dignità basta cercarla nelle pieghe della quotidianità ma, come ognuno sa, non la si trova per caso.

    Il Circolo nonese di Rifondazione comunista “Teresa Noce”
    LIBERO CHI LEGGE

    Maggio 1998

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