Lode al gruppo di opposizione “alternativa per None” che ne aveva fatto oggetto di proposta con un’interrogazione . Lode alla maggioranza che ha dato seguito alla sua condivisione con la delibera di adesione.
Il Patto dei Sindaci è un’iniziativa della Commissione europea sostenuta dal Parlamento europeo che, per perseguire gli obiettivi del trattato di Kyoto, considerato che inquinamento e consumi energetici per oltre 80% hanno matrice nel tessuto urbano, ha ritenuto, per la prima volta nella sua storia, di rivolgersi direttamente proprio alle singole entità urbane e non ai governi che le rappresentano. La Provincia di Torino, intermediario/sponsor del progetto, senza limitarsi alla sola divulgazione, ha assunto il ruolo di tutor delle attività richieste ai comuni aderenti.
Lo scopo è quello di definire ed attuare un piano che permetta entro il 2020 di ridurre l’inquinamento, in particolare dell’anidride carbonica, del 20% riducendo parimenti i propri consumi energetici.
Occorre quindi stabilire un punto di partenza per poter quantificare le riduzioni da perseguire. A tal fine la Provincia fornisce una sua rilevazione dell’anno 2000 della produzione di anidride carbonica ed il consumo energetico calcolati per singolo abitante. Tale dato viene successivamente, per i paesi aderenti, corretto e riportato a data più recente in base allo sviluppo demo/economico registratosi in quella realtà urbana.
Se ci soffermiamo ad analizzare i dati forniti dalla Provincia scopriamo che None è un paese “cicala”. Il suo consumo di energia elettrica per abitante è maggiore dell’11% rispetto a Volvera, del 17% rispetto a Pinerolo e del 24% rispetto ad Airasca. Anche il dato dell’anidride carbonica emesso per abitante vede il nostro paese sopra la media, infatti registra un 16% più di Volvera, un 21% più di Pinerolo mentre verso Airasca risulta essere più virtuoso. In generale, volendo fare una classifica dei paesi della fascia territoriale compresi tra Torino e Pinerolo, None si colloca in una posizione medio/bassa. Quindi non è eccessivo definire l’impegno assunto importante per contro gli ampi margini di miglioramento possono permettere di realizzare risultati eccellenti.
Il progetto si sviluppa in tre fasi: fare il punto della situazione, decidere le azioni da attivare e monitorarne periodicamente attuazione e risultati.
Sono oggetto di analisi tre settori della realtà del paese: quello privato, il terziario ed il pubblico. Vengono prese in considerazione le fonti energetiche usate, le strutture edilizie ed accessorie ai fini della coibentazione dei locali, le fonti di illuminazione pubblica, il parco auto e la circolazione urbana senza tralasciare l’analisi del verde, delle eventuali zone pedonali e piste ciclabili.
Un piano che il comune deve definire entro un anno dalla sua adesione, uno schema lineare nella sua definizione ma abbastanza complesso per la vastità del suo possibile raggio d’azione.
La Provincia interviene mettendo a disposizione:
- il suo Sportello Energia per le informazioni dirette al pubblico, in seno a manifestazioni o serate dedicate promosse dall’iniziativa locale ma anche per consulenza di primo livello eventualmente necessaria ai singoli uffici tecnici comunali.
- Un complesso di norme, elaborate dal Politecnico di Torino per assicurare la migliore metodologia per il conseguimento del massimo risparmio energetico, che ogni comune può integrare nel proprio regolamento edilizio.
- Un sito dedicato che, attraverso il monitoraggio dei consumi energetici delle utenze pubbliche tramite le bollette, evidenzia le disfunzioni e le priorità d’intervento.
- Finanziamenti ai comuni medio piccoli a sostegno dei progetti presentati.
L’idea è buona, altri l’hanno seguita prima di noi ma non è detto che noi non riusciamo a fare meglio di loro. Crederci e sostenerla tutti con entusiasmo è però un fattore necessario perché ciò avvenga.
Mario Ruggieri
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