La Settimana sociale dei cattolici italiani, appena conclusasi a Cagliari, conferma e arricchisce di
dettagli l'insegnamento sociale della Chiesa che papa Francesco ha aggiornato
in vari documenti, tra cui l'enciclica "Laudato
Sii" e l'udienza con i
sindacalisti italiani della Cisl.
Al
centro della riflessione del Papa e di tutta la Chiesa universale ci sono i
grandi cambiamenti della società e dell'economia mondiale per effetto della
globalizzazione ed in particolare della preminenza conquistata dal capitalismo
finanziario sul capitalismo industriale, causa ed effetto dei colossali
cambiamenti indotti dalle innovazioni tecnologiche.
In
questo nuovo e mutante contesto la persona umana resta il punto di riferimento
centrale, fondamentale, per definire le politiche economiche e sociali. Nel
contesto precedente il lavoro era al centro del sociale ed era parte
fondamentale della persona e della sua dignità.
Nel nuovo contesto - caratterizzato oltre che dai
cambiamenti richiamati anche dai pericoli di disastro ambientale, insiti nelle
modalità stesse dell'attuale sviluppo economico, indifferente agli interessi
delle persone e delle comunità - il lavoro ha ancora la sua importanza ma non
ha più lo stesso esclusivo e assoluto valore di una volta. In questo nuovo
contesto si può tutelare la centralità della persona se al lavoro si
continua a dare attenzione perché sia degno, e quindi buono; ma anche prestando
attenzione al tempo di “non lavoro”:
cioè al tempo di riposo, di formazione, di relazione con Dio e con le altre
persone.
Nel
contempo si sottolinea l'importanza che assume la sopravvivenza umana in un
mondo che vede fortemente degradare l'ambiente per i cambiamenti climatici,
indotti dalle scellerate scelte di sfruttamento del capitalismo finanziario.
Sull'insieme
di questi temi si è sviluppato il lavoro della Settimana sociale.
Ha acquistato dettaglio e concretezza nella lettura della situazione italiana l'indicazione
di Papa Francesco di andare oltre, senza ignorarlo, il tema del lavoro e
aprirsi all'integrale rispetto della vita umana prendendosi anche cura della
casa comune.
Sul
lavoro si è detto che risponde alle esigenze fondamentali della persona che
sono "di pane, di realizzazione, di
significato, di giustizia, di felicità, di infinito". Ma il lavoro non è un idolo. E allora ha valore
anche il giusto riposo che consente di godere del frutto del lavoro e assume un
particolare significato nel giorno del Signore.
I punti critici del lavoro in Italia riguardano in particolare i giovani, le donne, il lavoro
malsano e pericoloso, la cura della casa comune. Il lavoro ha bisogno di essere
alimentato da una formazione continua; nella valorizzazione della vita umana è
questa un'attività che richiede un tempo non sporadico, che consenta un
continuo aggiornamento. Scelta altamente valida non solo per il lavoratore ma
per l'intera società, perché spinge al lavoro qualitativo, diventando una vera
e propria risorsa economica e non soltanto sociale.
Insieme a molte altre riflessioni e analisi, a Cagliari ci si è posta la domanda: “Si possono tradurre le indicazioni emerse in realtà
concrete?" La risposta è si, se si parte
dalle "buone pratiche" già presenti nel Paese. In particolare in tre
grandi aree: la manifattura di qualità che è alla ricerca di lavoratori
qualificati; il grande settore del socio-assistenziale con i servizi alla
persona; tutto ciò che nei nostri territori è arte, storia, cultura,
enogastronomia.
I
due orizzonti che bisogna valorizzare sono l'area del Mediterraneo e l'Europa.
In conclusione si indica la strada per passare da un'economia della sussistenza
ad una economia dell’esistenza, produttrice del saper vivere e del saper fare.
In poche parole, l’imperativo d’obbligo è “umanizzare
il lavoro”.
Franco
Aloia su Il
Risveglio popolare N.39 2 novembre
2017
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