1848. Nel Regno di
Sardegna vengono concessi lo Statuto Albertino e i diritti civili e
politici a valdesi ed ebrei.
1938. Il regime fascista
con un folle e criminale salto all’indietro emana le leggi razziali
(o meglio, razziste) con le quali gli ebrei italiani sono nuovamente
privati di ogni diritto.
1948. l'Italia liberata
si dota della propria (sana e robusta) Costituzione repubblicana.
2008. Muore il nostro
Michele Ghio, nome di battaglia “Michelangelo”, comandante della
brigata partigiana nonese “Edo Dabbene”.
Sono vari gli anniversari
da tenere a mente oggi, per provare a contraddire quell’adagio che
sostiene come dalla Storia non si impari mai niente.
Viene da chiedersi che
cosa avrebbe detto oggi Michele Ghio, e quale sia il modo più giusto
di ricordare il suo impegno per la Libertà. Nel nostro piccolo gli
abbiamo intitolato la nostra sezione e cerchiamo di mantenere viva la
memoria ma crediamo che sia dovere dell’intera comunità nonese non
dimenticarlo mai e compito delle Istituzioni cittadine trovare il
modo di fissarne concretamente il ricordo anche dal punto di vista
materiale. Vedere la sua casa da troppi anni abbandonata in piazza
Donatori di sangue fa un po’ male al cuore.
Ma appunto non basta
ricordare: la memoria serve per imparare ed anche mettere in guardia
le nuove generazioni dal ripetere gli errori e gli errori nostri e
del passato. Si tratta di andare spesso controcorrente, di percorrere
il più delle volte sentieri faticosi ed impervi perché l’Italia,
l’Europa e il Mondo oggi tendono a riportarci indietro, svuotando
quegli ideali di Libertà, Giustizia e Solidarietà faticosamente
riconquistate il 25 aprile del 1945 sconfiggendo fascismo e nazismo.
Lo vediamo in Italia con
la fatica che facciamo a garantire a tutti un lavoro ed una vita
dignitosa ma anche ad offrire un po’ di umanità a coloro che
arrivano da lontano alla ricerca di una vita migliore. Ci sentiamo
soli ed abbiamo paura di perdere quel poco o quel tanto che ci rimane
ma il rischio vero è quello di perdere l’anima.
Abbiamo guardato per anni
all’Europa ma oggi questa Europa ci pare sempre più
irriconoscibile, succube delle cosiddette “compatibilità
economiche” ed impegnata a costruire muri, anziché abbatterli.
Il medio Oriente ci
guarda ed è giustamente disgustato e deluso da quella miscela di
interessi economico-militari e di impotenza politica che ci impedisce
di non fare danni e di offrirgli una qualche speranza.
Ma che cosa possiamo dire
oggi e magari offrire ai bambini siriani? Dobbiamo trovare il modo di
non abbandonarli al loro destino. Dobbiamo trovare il modo di
spegnere un fuoco che oltre a divorare la Siria ed il vicino Oriente,
rischia di sfigurare irrimediabilmente anche l’Europa. Dobbiamo
farlo anche per i nostri figli e nipoti. Lo dobbiamo fare per non
lasciare appassire quel fiore del partigiano morto per la Libertà.
Viva la Resistenza,
l’Italia liberata e la Costituzione repubblicana!
Roberto Cerchio
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