venerdì 17 agosto 2018

DE MINIMIS NON CURAT PRAETOR (DI MAIO E SALVINI SI CAPISCONO AL VOLO)


Era solo una scacciacani caricata a salve. Era solo una goliardata. Non erano spinti da motivazioni politiche o odio razziale. Erano solo tredicenni.
La linea governativa rimuove o minimizza ogni episodio di intolleranza che trasferisce nella lotta politica gli insulti osceni della curva sud. La violenza verbale prima è coccolata in nome della libertà di espressione. Poi la violenza fisica è giustificata in nome dell’esasperazione.
Archiviati forza Vesuvio, bastardi islamici, il rogo della Cantinassa per uno stupro inventato, il rogo di Laura Boldrini a Busto Arsizio, Laura Boldrini trasformata in bambola sul palco dei comizi di Salvini, gli adesivi antisemiti con l’immagine di Anna Frank affissi allo stadio Olimpico di Roma, l'irruzione squadrista a Como, le testate di Spada, la sparatoria di Macerata e qualche decina di altri episodi casualmente comparsi in più parti d'Italia. Come dice il ministro Fontana, di razzismo "neanche l'ombra". Offensivo ogni paragone fra i minatori italiani morti a Marcinelle e i braccianti africani pagati meno di tre euro all'ora e morti sulla strada in Puglia e Calabria: per questo la destra sgrida il ministro Marovero.

Parlare di questi episodi marginali però fa bene.
 
Perché nessuno ha la bacchetta magica, ma nessuno ha obbligato il neovicepremier neopapà d’Italia a promettere ai suoi bimbi di abolire la legge Fornero domani mattina, di espellere 600mila clandestini, di togliere le accise dal prezzo della benzina, di dare ad ogni famiglia una pistola per la legittima difesa, di ridurre le tasse.

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