venerdì 21 settembre 2018

Chi si ricorda ancora del partigiano Michelangelo?

Giusto dieci anni fa, il 21 settembre 2008, Michele Ghio, nome di battaglia “Michelangelo”, lasciava questo mondo, come di consueto senza clamore. Da qualche anno ormai risiedeva a Pinerolo all’interno della Fondazione Casa dell’Anziano “Madonna della Misericordia”. Spesso protagonista assoluto della vita nonese in particolare come punto di riferimento della Resistenza durante gli ultimi anni della II Guerra Mondiale e poi, a più riprese, in qualità di sindaco a partire dall’immediato dopoguerra, durante la fase finale della sua esistenza era rimasto piuttosto solo.
Nato a None il 18 maggio 1918, dopo aver frequentato il corso allievi ufficiali di complemento, il 30 dicembre 1940 era stato nominato sottotenente nel III Reggimento Alpini. Assegnato al Battaglione Exilles a partire dal luglio del 1941, aveva preso parte alla guerra fascista nei Balcani da dove era stato costretto a rientrare in Italia dopo pochi mesi a causa della ferite riportate in un’esplosione. Di quell’esperienza gli era rimasta fortemente impressa l'indomita tenacia dei suoi nemici, i partigiani jugoslavi. Tornato in patria via Trieste, dopo una fase di convalescenza presso l'ospedale militare di Torino, nel 1942 era stato definitivamente congedato ed era tornato quindi a dedicarsi alle sue attività nonesi: il negozio di stoffe sotto casa (nell'attuale piazzetta Donatori di Sangue) e le aziende agricole di famiglia. Dopo l’8 settembre del 1943 era entrato in contatto con le nascenti formazione partigiane autonome della val Sangone, assumendo  inizialmente il ruolo di informatore e divenendo uomo di fiducia del loro comandante Giulio Nicoletta per quanto riguardava la pianura pinerolese. Paradossalmente il prestigio e il rispetto da cui era circondato anche in qualità di ferito di guerra gli erano valse la nomina a Commissario Prefettizio del Comune di None da parte delle ignare autorità fasciste. In tale veste aveva portato avanti un’importante e delicatissima attività di doppio gioco negli anni dell’occupazione militare tedesca del nostro territorio. Con il passare dei mesi il suo ruolo nell’ambito della Resistenza si era poi fatto progressivamente più attivo fino alla prolungata attività di ospitalità nei confronti dell’ufficiale di collegamento dell’esercito britannico Patrick O’Regan e al coordinamento di un gruppo di giovani nonesi adibiti al recupero di aviolanci alleati in zona Ollera. Ha del leggendario il soccorso prestato ad alcuni aviatori americani costretti ad un atteggiamento di fortuna ad Airasca, nascosti dal nostro prima in una sua cascina di Vigone, poi, con la complicità dell'allora parroco Mons. Andrea Vigo, nel santuario di San Ponzio e quindi condotti in salvo fino a Carrù in territorio partigiano libero ed imbarcati su un aereo diretto oltre la linea del fronte. Non può essere infine dimenticata nei giorni dell’insurrezione generale la partecipazione alla liberazione di Torino alla testa di quella che a None era diventata ormai una vera e propria formazione partigiana, la brigata “Michele”, poi ribattezzata “Edo Dabbene” in ricordo di un giovane partigiano toscano caduto in città proprio in quegli ultimi difficili giorni.
Come sezione nonese dell’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia che non a caso porta il suo nome, vogliamo fare memoria specialmente oggi della sua fondamentale figura di antifascista e di protagonista della Resistenza e successivamente della vita democratica nonese nell'Italia liberata.
Con la speranza che altri, a partire dall’Amministrazione Comunale, prima o poi decidano di ricordarlo con qualche atto concreto.


A.N.P.I.
Sezione “Michele Ghio”
None

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