giovedì 11 ottobre 2018

ALTRI LO DICONO, NOI LO FACCIAMO


Ci dimentichiamo sempre di distinguere nazionalità, religione, fede politica o colore della pelle, ma nel nostro piccolo Festainrosso e Fondazione Orso provano a sostenere i soggetti più deboli: sia quelli che vediamo qui, sia quelli che non vediamo a casa loro.

Da una ventina d’anni –  Salvini e tanti suoi attuali supporters avevano appena finito di giocare con i camioncini – abbiamo capito che solo un grande movimento di lotta per la solidarietà può fermare la spirale della guerra fra poveri. E’ una maturazione combattuta alla quale siamo arrivati da soli. Abbiamo accettato di ripensare e continuamente rimettere in discussione i fondamenti delle nostre giovanili scelte politiche. Certo che non le azzecchiamo tutte. D’altra parte, se non trovi qualche insuccesso sulla tua strada, come dice Woody Allen, è perché non hai mai tentato una vera innovazione. Niente di spettacolare: abbiamo solo qualche idea in cerca di movimento, ma siamo anche un movimento in cerca di nuove idee. Sinistra politica e sindacalismo sono un’eterna costruzione, come la Sagrada Famiglia di Gaudì a Barcellona.

E però. Chi dice “prima gli italiani”, davvero esprime altrettanto impegno associativo a favore dei “nostri” disoccupati, sfrattati, malati, anziani, tossicodipendenti, ex detenuti? Poiché non è chiaro quando il “prima” finisce, non è chiaro neppure quando comincia “il dopo”. Quelli che dicono di volersi occupare dei nostri cittadini prima di pensare ai profughi, probabilmente non sono interessati né agli uni, né agli altri. Piuttosto, dovremmo tutti riconoscere l’importanza dell’azione collettiva. Ci sentiamo di fare nostre le parole di Daniel Trilling, giornalista britannico del “Guardian”: “Non ci saranno soluzioni a questa crisi, se per soluzione si intende una decisione politica in grado di far sparire i profughi”.

Arrivano da altre parti i pericoli che minacciano le libertà, la sicurezza e il benessere pur relativamente acquisito.

I reati ambientali avvelenano la vita mentre nascondono l’illusione che tutto ciò che non si vede e non si sente in fondo non fa così male (un miliardo fra contributi europei, statali e regionali per ripulire la terra dei fuochi dove continuano i roghi tossici). Sono uno scandalo i morti sul lavoro. Sono uno scandalo le regioni meridionali (e ormai non solo meridionali) dominate dalla corruzione politica alleata con le clientele sanguinarie di mafia, ‘ndrangheta e camorra. Sono uno scandalo i megastipendi a calciatori ingaggiati con 105milioni di euro che basterebbero a finanziare due Leghe nord abbondanti. Sono uno scandalo le spese militari: 25 miliardi di euro nel solo 2018, 70 milioni al giorno, mentre l’annunciata manovra finanziaria del governo comporterebbe un deficit di circa 27 miliardi.

Mancano risorse per tutelare la terra dagli incendi e dalle alluvioni, i mari dalla plastica, le montagne dallo scioglimento dei ghiacciai. Chiudono gli ospedali e liste di attesa sempre più lunghe obbligano milioni di italiani a rinunciare alle cure o a foraggiare le cliniche private con i loro risparmi. Tolgono risorse alla scuola e ai Comuni, mentre i giovani e gli adolescenti sono in gran parte minacciati dalla precarietà, dall’obesità e dall’alcol.

C’è una soluzione possibile, ma comporta la fatica collettiva di grandi lotte e di grandi cambiamenti nelle comodità della nostra vita quotidiana. Basta balle e molta umiltà, molta unità...e molta politica.

Mario Dellacqua

 

Nessun commento:

Posta un commento