Ci dimentichiamo
sempre di distinguere nazionalità, religione, fede politica o colore della
pelle, ma nel nostro piccolo Festainrosso e Fondazione Orso provano a sostenere
i soggetti più deboli: sia quelli che vediamo qui, sia quelli che non vediamo a
casa loro.
Da una ventina
d’anni – Salvini e tanti suoi attuali supporters
avevano appena finito di giocare con i
camioncini – abbiamo capito che solo un grande movimento di lotta per la
solidarietà può fermare la spirale della guerra fra poveri. E’ una maturazione
combattuta alla quale siamo arrivati da soli. Abbiamo accettato di ripensare e
continuamente rimettere in discussione i fondamenti delle nostre giovanili
scelte politiche. Certo che non le azzecchiamo tutte. D’altra parte, se non
trovi qualche insuccesso sulla tua strada, come dice Woody Allen, è perché non
hai mai tentato una vera innovazione. Niente di spettacolare: abbiamo solo
qualche idea in cerca di movimento, ma siamo anche un movimento in cerca di
nuove idee. Sinistra politica e sindacalismo sono un’eterna costruzione, come
la Sagrada Famiglia di Gaudì a Barcellona.
E però. Chi dice
“prima gli italiani”, davvero esprime altrettanto impegno
associativo a favore dei “nostri” disoccupati, sfrattati, malati, anziani,
tossicodipendenti, ex detenuti? Poiché non è chiaro quando il “prima”
finisce, non è chiaro neppure quando comincia “il dopo”. Quelli
che dicono di volersi occupare dei nostri cittadini prima di pensare ai
profughi, probabilmente non sono interessati né agli uni, né agli altri.
Piuttosto, dovremmo tutti riconoscere l’importanza dell’azione collettiva. Ci
sentiamo di fare nostre le parole di Daniel Trilling, giornalista britannico
del “Guardian”: “Non ci saranno soluzioni a questa crisi, se per soluzione
si intende una decisione politica in grado di far sparire i profughi”.
Arrivano da
altre parti i pericoli che minacciano le libertà, la sicurezza e il benessere
pur relativamente acquisito.
I reati
ambientali avvelenano la vita mentre nascondono l’illusione che tutto ciò che
non si vede e non si sente in fondo non fa così male (un miliardo fra
contributi europei, statali e regionali per ripulire la terra dei fuochi dove
continuano i roghi tossici). Sono uno scandalo i morti sul lavoro. Sono uno
scandalo le regioni meridionali (e ormai non solo meridionali) dominate dalla
corruzione politica alleata con le clientele sanguinarie di mafia, ‘ndrangheta
e camorra. Sono uno scandalo i megastipendi a calciatori ingaggiati con
105milioni di euro che basterebbero a finanziare due Leghe nord abbondanti.
Sono uno scandalo le spese militari: 25 miliardi di euro nel solo 2018, 70
milioni al giorno, mentre l’annunciata manovra finanziaria del governo
comporterebbe un deficit di circa 27 miliardi.
Mancano risorse
per tutelare la terra dagli incendi e dalle alluvioni, i mari dalla plastica,
le montagne dallo scioglimento dei ghiacciai. Chiudono gli ospedali e liste di
attesa sempre più lunghe obbligano milioni di italiani a rinunciare alle cure o
a foraggiare le cliniche private con i loro risparmi. Tolgono risorse alla
scuola e ai Comuni, mentre i giovani e gli adolescenti sono in gran parte
minacciati dalla precarietà, dall’obesità e dall’alcol.
C’è una
soluzione possibile, ma comporta la fatica collettiva di grandi lotte e di
grandi cambiamenti nelle comodità della nostra vita quotidiana. Basta balle e
molta umiltà, molta unità...e molta politica.
Mario Dellacqua
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