Chiara GRIBAUDO (PD) |
Enzo CAVAGLION |
Commemorazione di CHIARA GRIBAUDO (PD) del 9 gennaio 2019 alla Camera
dei Deputati.
Presidente, il 4 gennaio, all’età di novantanove anni, è venuto a
mancare Enzo Cavaglion, uno dei più autorevoli e stimati esponenti della
comunità ebraica cuneese e piemontese. Enzo Cavaglion fece parte del gruppo dei
dodici che, insieme al fratello e guidati dall’eroe nazionale Duccio
Galimberti, salirono a Madonna del Colletto, dando vita alla prima banda
partigiana, Italia Libera, che confluirà, in seguito, nella formazione di
Giustizia e Libertà, 1ª Divisione alpina.Enzo Cavaglion fu impegnato anche nel liberare i suoi familiari,
internati nel campo di raccolta a Borgo San Dalmazzo e prestò grande aiuto agli
ebrei che all’indomani dell’armistizio, da Saint-Martin-Vésubie, attraversarono
le nostre Alpi per cercare la pace e trovarono, invece, i nazifascisti. Il suo
impegno dopo la liberazione proseguì all’insegna dei suoi valori, con una
presenza costante, paziente, pacata, attenta ai giovani, nel trasmettere il suo
forte e convinto pacifismo.
Fu un grande sostenitore del dialogo interreligioso, maturato sin dai
tragici 20 mesi della guerra di liberazione e divenne, lì, amico di don
Brondello, al quale fu assegnato il titolo di “Giusto tra le nazioni”, consegnato
nella sinagoga di Cuneo, quella sinagoga di cui Enzo era grande custode.
Nel 2003, dopo aver insignito la città di Borgo San Dalmazzo della
Medaglia d’oro al valor civile, venne in visita l’allora Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e indimenticabile fu l’abbraccio tra il
Presidente ed Enzo Cavaglion, a riprova della stima e della riconoscenza
sincera. Fu una giornata indimenticabile, perché diede il senso istituzionale e
rese giustizia allo sforzo e al coraggio di chi - come Cavaglion, ma come le
tante persone normali, note e meno note della mia terra - fece allora una
scelta coraggiosa e controcorrente, quella di accogliere, a rischio della
propria vita, delle persone che erano considerate, dal regime di allora, per
l’appunto, straniere.
Furono scelte coraggiose, di chi sognava che fra popoli di cultura e
religione diversa potesse e dovesse esistere una convivenza pacifica e
democratica. Enzo ha avuto accanto a sé la sua preziosa famiglia. Alla signora
Segre, al figlio e stimabile storico Alberto, alla nuora Mirella Foà, ai nipoti
e al piccolo bisnipote, a tutta la famiglia vanno, appunto, da parte mia e dei
deputati PD, le mie più sentite condoglianze. Il suo lascito morale lo tengo
come una grande lezione personale e sono certa che le città di Borgo San
Dalmazzo e di Cuneo onoreranno a dovere la sua memoria, così come fece allora
Carlo Azeglio Ciampi con le sue parole. Non dimenticare è per noi un
comandamento.
(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)
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