lunedì 14 gennaio 2019

LA CAMERA RICORDA ENZO CAVAGLION, UOMO DELLA RESISTENZA CUNEESE E PIEMONTESE


Chiara GRIBAUDO (PD)
Enzo CAVAGLION
 
Commemorazione di CHIARA GRIBAUDO (PD) del 9 gennaio 2019 alla Camera dei Deputati.

Presidente, il 4 gennaio, all’età di novantanove anni, è venuto a mancare Enzo Cavaglion, uno dei più autorevoli e stimati esponenti della comunità ebraica cuneese e piemontese. Enzo Cavaglion fece parte del gruppo dei dodici che, insieme al fratello e guidati dall’eroe nazionale Duccio Galimberti, salirono a Madonna del Colletto, dando vita alla prima banda partigiana, Italia Libera, che confluirà, in seguito, nella formazione di Giustizia e Libertà, 1ª Divisione alpina.Enzo Cavaglion fu impegnato anche nel liberare i suoi familiari, internati nel campo di raccolta a Borgo San Dalmazzo e prestò grande aiuto agli ebrei che all’indomani dell’armistizio, da Saint-Martin-Vésubie, attraversarono le nostre Alpi per cercare la pace e trovarono, invece, i nazifascisti. Il suo impegno dopo la liberazione proseguì all’insegna dei suoi valori, con una presenza costante, paziente, pacata, attenta ai giovani, nel trasmettere il suo forte e convinto pacifismo.
Fu un grande sostenitore del dialogo interreligioso, maturato sin dai tragici 20 mesi della guerra di liberazione e divenne, lì, amico di don Brondello, al quale fu assegnato il titolo di “Giusto tra le nazioni”, consegnato nella sinagoga di Cuneo, quella sinagoga di cui Enzo era grande custode.
Nel 2003, dopo aver insignito la città di Borgo San Dalmazzo della Medaglia d’oro al valor civile, venne in visita l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e indimenticabile fu l’abbraccio tra il Presidente ed Enzo Cavaglion, a riprova della stima e della riconoscenza sincera. Fu una giornata indimenticabile, perché diede il senso istituzionale e rese giustizia allo sforzo e al coraggio di chi - come Cavaglion, ma come le tante persone normali, note e meno note della mia terra - fece allora una scelta coraggiosa e controcorrente, quella di accogliere, a rischio della propria vita, delle persone che erano considerate, dal regime di allora, per l’appunto, straniere.
Furono scelte coraggiose, di chi sognava che fra popoli di cultura e religione diversa potesse e dovesse esistere una convivenza pacifica e democratica. Enzo ha avuto accanto a sé la sua preziosa famiglia. Alla signora Segre, al figlio e stimabile storico Alberto, alla nuora Mirella Foà, ai nipoti e al piccolo bisnipote, a tutta la famiglia vanno, appunto, da parte mia e dei deputati PD, le mie più sentite condoglianze. Il suo lascito morale lo tengo come una grande lezione personale e sono certa che le città di Borgo San Dalmazzo e di Cuneo onoreranno a dovere la sua memoria, così come fece allora Carlo Azeglio Ciampi con le sue parole. Non dimenticare è per noi un comandamento.
(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)



Nessun commento:

Posta un commento