Letture in corso all'angolo
Claudio Berta ha letto su “La Stampa” del 7 novembre l'ultimo scritto di Josè Saramago. Il premio Nobel sostiene che “in un clamore di forsennati sbraitanti, ogni parola è pronunciata affinchè non se ne oda un'altra” e che bisogna fare attenzione a mettere la maiuscola alla speranza perchè si rischia di “prendere lucciole per lanterne, il progetto per lavoro, il sogno per realtà”.
Mario Vruna sta leggendo “La società dei beni comuni” di Paolo Cacciari edito da Ediesse. Mario Dellacqua, è alle prese con “Dopo la crisi. Proposte per un'economia sostenibile”: un volume curato da Andrew Watt, Andreas Botsch e Roberta Carlini, appena pubblicato dalle Edizioni dell'asino grazie all'interessamento dell'Istituto sindacale europeo e da Sbilanciamoci!.
Roberto Cerchio ha invece letto di Edmondo Berselli “L'economia giusta”, edito da Einaudi. Il libro di Berselli, pubblicato postumo dopo la recente scomparsa del giornalista cattolico, è stato recensito dal “Manifesto” con un commento molto critico di Luigi Cavallaro e Maria Turchetto. Nella polemica, Roberto è intervenuto con questa lettera inviata al quotidiano comunista.
“Ho letto il commento sedicente "comunista" di Luigi Cavallaro e Maria Turchetto ("Il regno dei giusti") del 3.11.2010 al breve saggio, uscito postumo, di Edmondo Berselli "L'economia giusta" (Einaudi 2010) e mi sembra proprio che gli autori la facciano un po' troppo facile. E' certamente giusto sottolineare le contraddizioni insite nelle "litanie sulla necessità di «lavorare più a lungo» in un momento caratterizzato da ingenti tassi di disoccupazione". Vagheggiare tuttavia un nuovo miracolo economico caratterizzato da un'espansione della domanda simile a quella registrata nel corso dell'ultimo dopoguerra mi pare segno di una visione miope ed angusta che non vuole proprio fare i conti con la questione ecologica con tutti i suoi annessi e connessi. Sono invece lieto che la redazione del giornale si sia finalmente decisa a non chiudere gli occhi davanti a questi aspetti fondamentali ricercando una collaborazione, quale quella di Guido Viale, che mi sembra un buon primo passo in tale direzione”.
“Ho letto il commento sedicente "comunista" di Luigi Cavallaro e Maria Turchetto ("Il regno dei giusti") del 3.11.2010 al breve saggio, uscito postumo, di Edmondo Berselli "L'economia giusta" (Einaudi 2010) e mi sembra proprio che gli autori la facciano un po' troppo facile. E' certamente giusto sottolineare le contraddizioni insite nelle "litanie sulla necessità di «lavorare più a lungo» in un momento caratterizzato da ingenti tassi di disoccupazione". Vagheggiare tuttavia un nuovo miracolo economico caratterizzato da un'espansione della domanda simile a quella registrata nel corso dell'ultimo dopoguerra mi pare segno di una visione miope ed angusta che non vuole proprio fare i conti con la questione ecologica con tutti i suoi annessi e connessi. Sono invece lieto che la redazione del giornale si sia finalmente decisa a non chiudere gli occhi davanti a questi aspetti fondamentali ricercando una collaborazione, quale quella di Guido Viale, che mi sembra un buon primo passo in tale direzione”.
Come si vede, si tratta di letture che puntano a ricostruire qualche competenza collettiva sulla crisi economica e sulle possibilità di un suo superamento nella direzione della sostenibilità ecologica e dell'uguaglianza sociale. Se non ci vogliamo accontentare di qualche slogan sbrigativo e approssimativo, dobbiamo rassegnarci a studiare un pochino. Come dice Saramago, “nessuno (proprio nessuno) può gloriarsi di pensare unicamente con la propria testa. Con tante teste al mondo e tutte pensanti, come non ricevere da loro materiale per il nostro pensiero?”.
Dunque, anche discutere tra di noi è un modo efficace di studiare e di progredire. Roberto ha prestato a Giuseppe Astore il libro di Berselli, che sembra destinato a passare in altre mani.
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