In questa Quaresima il vescovo ci chiede di sostenere le famiglie in difficoltà per l’affitto della casa. Tale richiamo nasce
da una spiritualità che la Chiesa ha sempre ricordato ai suoi figli, che ha
radici già nell’Antico Testamento, quando Israele era chiamato a versare la
decima a vantaggio del culto e dei poveri.
“Il levita
che abita entro le tue città, non lo abbandonerai, perché non ha parte né
eredità con te. Alla fine di ogni
triennio metterai da parte tutte le decime del tuo provento del terzo anno e le
deporrai entro le tue città; il levita, che non ha parte né eredità con te,
l'orfano e la vedova che saranno entro le tue città, verranno e si sazieranno,
perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni tuo lavoro”. (Deuter. 14, 22ss). “Quando avrai finito di prelevare tutte le
decime delle tue entrate, dirai dinanzi al Signore tuo Dio: Ho tolto dalla mia
casa ciò che era consacrato e l'ho dato al levita, al forestiero, all'orfano e
alla vedova secondo quanto mi hai ordinato”. (Deuteronomio 26, 12-13). Il
libro dei Numeri stabilisce che le decime di tutto Israele vanno ai leviti, e i
leviti a loro volta devono pagare ai sacerdoti la decima di quanto ricevono.
“Quando, facendo la mietitura nel tuo
campo, vi avrai dimenticato qualche covone, non tornerai indietro a prenderlo;
sarà per il forestiero, l'orfano e la vedova, perché il Signore tuo Dio ti
benedica in ogni tuo lavoro. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai
indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, l'orfano e la vedova.
Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare: sarà per
il forestiero, l'orfano e la vedova. Ti ricorderai che sei stato schiavo nel
paese d'Egitto; perciò ti comando di fare questo. (Deuteronomio 24, 19-21) Nel
Vangelo Gesù osserva una vedova che nel tempio dona il poco che ha, e la loda
dicendo che ciò che conta non è la quantità, ma la fede con cui si dona,
secondo le proprie possibilità. Negli Atti degli apostoli leggiamo: “Tutti i
fedeli vivevano uniti e avevano ogni cosa in comune. Vendevano le loro
proprietà e i loro beni e dividevano tra tutti, secondo le possibilità di
ciascuno”. San Paolo fece la prima colletta della
storia per i poveri della Palestina, fatta da credenti che non li conoscevano
neppure, solo perché erano cristiani anche loro e più poveri di loro.
Nella storia della
Chiesa non è mai venuta meno la certezza che Dio vuole il contributo dei suoi
figli per sostenere i poveri e il culto; le forme per attuare questo sono state
varie: spesso le persone, fidandosi dei sacerdoti hanno dato a loro, e sono
nate molte opere sociali, come ospedali. Spesso la carità finiva a vantaggio
dei poveri del luogo.
L’attuale crisi chiede
di continuare questa solidarietà, ora che c’è più bisogno, perché si mostri che
essere cristiani fa la differenza. Le offerte che diamo in Parrocchia vanno al
culto e al sostentamento dei sacerdoti, ma molti si rivolgono alla Parrocchia e
alla Caritas aspettando ciò che non trovano altrove.
Anche nel Terzo
Mondo i cristiani si impegnano a versare una “decima” ogni mese, in modo che la Parrocchia, senza altri proventi,
sa su quanto può contare per le sue necessità e per i poveri.
Varie persone non
riescono a pagare l’affitto o perché senza lavoro o per altri problemi gravi e
imprevisti. Come Caritas ci siamo chiesti come rispondere all’appello. Le nostre possibilità sono
diverse, ma ciascuno deve fare la sua parte, nel segreto e secondo coscienza.
Tutti possiamo fare come la vedova del vangelo, senza pubblicità e senza
scaricare su altri ciò che tocca un po’ a tutti. Varie famiglie potrebbero
versare per es. 10 euro al mese per chi fa più fatica: così, col poco di tanti,
si può aiutare chi a None ha
bisogno.
Lo specifico dell’iniziativa
è la continuità, perché ogni mese si
possa sapere di quanto disponiamo come Comunità, e quanti possiamo aiutare
finché sono nel bisogno. La raccolta è distinta
dalla cassa della Caritas e della Parrocchia, e gestita da un gruppo ristretto riunito con il Parroco,
che informerà a fine anno la Comunità Parrocchiale. La raccolta sarà fatta in Chiesa l’ultima
domenica del mese. Tendiamo la mano, perché
è il Signore che la tende a noi. Come Chiesa siamo aperti a tutti, anche ai non
credenti che vogliono contribuire . . .
LA CARITAS DI
NONE
Nessun commento:
Posta un commento