Chi
divide il mondo tra io e voi non chiarisce chi faccia parte del voi, mentre a tutti è chiaro che ciò che conta sono io. Ma gli altri non sono venuti al mondo per obbedirti e per subire i tuoi insulti e le tue offese. Gli altri sono venuti al mondo per stabilire con te e con me relazioni fra liberi e uguali. Comunque non mi va di sentir disprezzare e insultare sia le finalità della festa, sia trattare come scolaretti
chi vi lavora, sia chi vi partecipa. Come desiderare un'Italia più giusta se non siamo nemmeno
capaci di vedere il fascismo che c'è in noi?
Rivolgo
queste critiche in spirito di fraternità ora rinfrancata dopo le tensioni delle ore trascorse. Sappiamo tutti che Gennaro è una riserva di professionalità e laboriosità poliedrica e possiede un bagaglio di amicizie che possono essere solide solo perchè provengono da un giacimento profondo e disinteressato di generosità. Sappiamo anche, tanto per dirne una, che ha rinviato un intervento chirurgico solo per essere disponibile per la festainrosso. Quindi, giù il cappello accanto alla lealtà delle osservazioni critiche.
A
Giovanna dico che chi si trova tra le mani un ruolo di responsabilità è di
guida deve prestare attenzione non solo a ciò che si dice, ma anche a come lo
si dice, perché il tono della voce ha una potenza incisiva e invasiva capace di
oscurare i contenuti. E, curiosamente, invece, chi svolge ruoli di
responsabilità, deve saper isolare e mettere in secondo piano, quando ascolta,
i toni dei propri collaboratori, per badare soltanto ai contenuti. Insomma,
solo chi sta male alza la voce e toglie la parola agli altri. Dovremmo il più
possibile imparare a comunicare, invece di scomunicare e giudicare e
condannare.
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