I
parlamentari, gli statali, i sindacati, i poteri forti, le lobby, le
corporazioni, gli immigrati, i giovani, l'euro, l'Europa. Ma, specialmente, il
Mezzogiorno. Nella vulgata di chi non ne può più a destra e a sinistra e cerca
disperatamente a domande difficili la consolazione di risposte semplici, il
Mezzogiorno è uno dei capri espiatori che si convoca più spesso al servizio
delle più spietate tesi neoliberiste.
Sprechi, clientelismo,
corruzione, assistenzialismo. Trasformismo di una classe politica incompetente
e normalmente mafiosetta. Umanità volentieri refrattaria all'imprenditorialità,
ma geneticamente predisposta al compromesso, al tutto è dovuto dalla Stato e
alle mani in mano. Un florilegio di stereotipi inchioda la gente del
Mezzogiorno al suo destino di inesorabile declino e finisce per convincere le
vittime che il carnefice sta solo facendo il suo dovere
Così inizia la recensione
di Mario Dellacqua dell’interessante libro del prof. Gianfranco Viesti sul
Mezzogiorno d’Italia.
Prossimamente il testo
completo su “Il Mondo di None”.
GIANFRANCO VIESTI, “Il Sud vive sulle spalle
dell'Italia che produce. Falso!”, Idola-Laterza, 2013, p. 95, euro
9.
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