Un bilancio della campagna
elettorale sulle rive del Chisola? E’ prevalsa l’autoriduzione
del diritto costituzionale a prendere la parola. Non so se per
sfinimento, pigrizia, viltà o calcolo.
Ha circa 1300 elettori, ma il primo
partito non va oltre gli interventi di qualche leone da tastiera. Tra
i 5 stelle nessuno si fa avanti per assumere la rappresentanza
pubblica di un movimento che aspira a governare l’Italia.
Artigiani del sofà anche nella
coalizione di centrodestra. Fa eccezione l’attivismo del drappello
locale della Lega. Nessuno tra i berlusconiani si è esposto e ha
preso la parola. Ancor meno i simpatizzanti di estrema destra che non
osano dirsi neofascisti: alle parole, i patrioti nemici del buonismo
preferiscono i fatti, cioè la violenza pubblica e privata,
l’esercito in strada, la pistola in ogni casa, l’eroe che spara
esasperato sui neri e sui rossi. Caduto nel vuoto il mio invito a un
confronto pubblico.
Se si escludono le periodiche
comparse del vicesindaco su FB e l’intraprendenza del segretario
del circolo nonese, molto risparmio anche dalle parti del Pd. Eppure,
il Sindaco e la sua maggioranza sono stati eletti con l’appoggio
del partito di Renzi. Per parte sua, il direttore del Mondo ha fatto
risalire a Liberi e Uguali la responsabilità delle attuali divisioni
a sinistra.
Misteriosa l’autocensura del
gruppo di minoranza. Solo Paola Difino ha preso la parola. E lo ha
fatto firmando l’appello per Liberi e Uguali. Gli altri, nè di
qua, né di là.
Il gruppo improvvisato dei
sostenitori di Liberi e Uguali ci ha messo la faccia con nomi e
cognomi. Abbiamo cercato di smuovere le acque della palude, abbiamo
provato – nella serata del 26 febbraio – a dialogare con i
soggetti sociali che soffrono la crisi economica e per superarla
cercano un programma coerente di riforme, di lotte sociali e di
impegno militante nella democrazia partecipativa.
Un contributo sereno e senza pretese
alla vita democratica. Eppure, alcune poco brillanti prestazioni
televisive sono state rivelatrici o di incertezze programmatiche, o
di resistenze burocratiche alla necessaria opera di innovazione nella
scelta delle candidature. E dai, inutile negarlo.
Ora non so come mi sentirò dopo
aver visto i risultati.
Mario DELLACQUA
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