Ernesto Galli della Loggia, il riverito commentatore del “Corriere
della sera”, in una puntata di “Passato e presente” in collaborazione con Paolo
Mieli per RAI Storia, ha quasi ringraziato Scelba per le manganellate ricevute
quando partecipò a manifestazioni guidate dai comunisti della Cgil. Con le
turbolente pressioni della piazza, essi nutrivano la colpevole pretesa di
delegittimare e sostituire le istituzioni della democrazia rappresentativa.
Strumentalizzavano e cavalcavano le domande di giustizia sociale per supportare
la loro lunga marcia verso la conquista del potere. Scelba invece era un
campione di equilibrio democratico perché – contro la destra - fece approvare
le norme contro la ricostituzione del disciolto partito fascista e perché –
contro la sinistra - era severo nel controllo poliziesco delle agitazioni di
piazza.
In questo modo, oscurate dall’egemonia comunista, sono evaporate nella
trasmissione le rivendicazioni sindacali dei braccianti e dei mezzadri. Avevano
la colpa di agitarsi troppo per avere acqua, elettricità, credito e contratti
nell’Italia del secondo dopoguerra. Scelba ebbe il merito storico di
ammodernare con la celere gli interventi delle forze dell’ordine che poterono
sparare e manganellare meglio.
Rimossa, ça va sans dire, anche la presenza
del movimento sindacale cislino che, specie nel Mezzogiorno, mise in luce
l’instancabile opera organizzativa di uomini come Franco Marini, Franco
Bentivogli, Eraldo Crea, Cesare Delpiano, Idolo Marcone a favore delle
raccoglitrici di olive, di tabacco, di bergamotto, di arance in un’Italia
dominata dal latifondo e dalla malavita. Un’Italia che è ingiusto dimenticare
se non altro perché è ancora tutta lì. L’impegno di quei giovani attivisti
sindacali parla ancora perché erano animati dagli ideali e dalle pratiche della
solidarietà. Se vengono meno, l’operaio, il giovane precario, il disoccupato se
la prende con chi sta peggio di lui.
Mario Dellacqua
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