Che serata! Quanta emozione e quanta gente!
Venerdì 9 ottobre la sala consigliare si è riempita di persone che hanno avuto la voglia di sentirsi raccontare da alcuni oratori emozionati e partecipi, stralci della vita di mio padre.
Io ero fra questi; con il mio intervento ho aperto la serata, dopo una carrellata di foto di mio padre dalla gioventù al suo ultimo compleanno.
Dal tavolo degli oratori era davvero coinvolgente alzare lo sguardo verso il pubblico: c’era, con a fianco mio marito e mia cugina Mila, mia madre che “borbottava”, annuiva, sorrideva, sospirava; c’era Maria Luisa, il sindaco, che seduta tra gli altri non ha fatto il sindaco, ma semplicemente Maria Luisa, presente per affetto verso mio padre (ho apprezzato molto davvero); c’erano una serie di amici di vecchia e nuova data di mio padre, che nel sentir raccontare dagli oratori episodi vissuti in prima persona, sorridevano, ma si leggeva nei loro occhi tanta nostalgia; c’erano un sacco di persone che non conosco, ma che conoscevano mio padre e che mi hanno raccontato di come lui fosse riuscito a fargli avere la pensione, di come li avesse aiutati a trovare una casa, insomma persone piene di gratitudine sincera.
Qualcuno non c’era e un po’ mi è dispiaciuto: in quest’ultimo anno, dopo la scomparsa di mio padre, molte persone hanno raccontato, ricordato il “loro Annibale”, l’Annibale che avevano conosciuto, dando a questi racconti e ricordi le sfaccettature personali che derivano dalla soggettività dell’essere umano.
È bello sapere che esistono molteplici Annibali nei ricordi delle persone, mi riempie di orgoglio e di tenerezza nel pensare a quale grande papà ho avuto.
Mi piace un po’ meno, quando la soggettività di alcuni, autorizzi gli stessi a usare queste sfaccettature per colpire, in modo subdolo qualcun altro o per raggiungere obiettivi personali. Ecco, queste persone venerdì 9 ottobre non c’erano, e forse no, non mi è dispiaciuto.
Fernanda Mazzoni
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