Polveri sottili? Ci sono industrie locali che già ne producono e nessun Comitato dice niente. No alle biomasse? Tutti contrari al nucleare, ma nessuno vuole vicino a casa sua gli impianti che possono produrre energia alternativa. Il Comune? Se conferma il suo dissenso, passa la patata bollente alla Conferenza Unificata con la Regione che dirà di sì. La Provincia? Non può dire di no ad un'impresa che con i certificati verdi in fondo si avvale di una legge dello Stato. La Provincia? Non si vuole prendere la responsabilità di dire di no perchè teme un ricorso al TAR che potrebbe darle torto e l'assessorato ha già troppe spese legali. Il Comune? Sarebbe il caso di incontrare Benarco perchè un eventuale sì dalla Provincia annullerebbe ogni spazio negoziale utile ad ottenere per None il riscaldamento gratuito o agevolato degli edifici pubblici.
Queste alcune argomentazioni in circolazione nelle alte sfere a favore dell'insediamento della centrale a biomasse a None. Esse danno per scontato che i poteri locali non possono e/o non devono dire una parola incisiva sul profilo economico-finanziario di un'opera che nasce con capitali pubblici e si definisce di pubblica utilità: perciò si dovrebbe privilegiare l'interesse pubblico, non gli affari dell'impresa proponente. Ma se gli enti locali rinunciano a svolgere un ruolo attivo, portano acqua al mulino dei favorevoli all'abolizione delle Province.
Prima c'era la rispettabile grande gara per conquistare la guida delle Amministrazioni locali (Comune, Provincia, Regione) e per mettere in guardia i cittadini dai pericoli che correrebbero se dovessero vincere quegli altri. Ora la gara è a dire che si hanno le mani legate, che siamo obbligati ad accettare e, al massimo, possiamo strappare qualche vantaggio se non intralciamo il cammino delle imprese.
In queste condizioni, il denaro pubblico diventa una diligenza cui dare l'assalto per evitare che qualche altro arrivi prima di te a fare man bassa. Si tratta di decidere se anche gli enti locali vogliono essere complici di questo governo di centrodestra che si vanta di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, mentre taglia i fondi ai Comuni e li obbliga o a cancellare i servizi a tutela dei più deboli, o a cercare soldi cementificando il territorio per farsi pagare in opere di urbanizzazione, o a collaborare con imprese senza scrupoli in questa opera di saccheggio delle risorse pubbliche e della salute collettiva, sperando di ottenere in cambio un piatto di lenticchie.
P.S. Durante l'incontro del 12 luglio tra il Comitato “Energia-Ambiente e Territorio” e la Giunta comunale mi è capitato di chiamare “patelavache” l'amministratore delegato di Benarco. Mi scuso con i patelavache, perchè la mia famiglia arriva dal mondo contadino che è depositario di una grande tradizione di professionalità, di umiltà e di umanità. Quanto al titolare di Benarco, egli meriterebbe attestati più luminosi per aver scritto che il progetto della sua centrale a biomasse per None non comporta l'impiego di capitale pubblico.
Figlio di patelavache e di servitorella sì, completamente rincoglionito no.
Mario Dellacqua
Ho ricevuto questo comunicato dal portavoce Nunzio Sorrentino.
RispondiEliminaIl 12 luglio scorso alcuni membri del Comitato (DELLACQUA,
GRIMAUDO, SORRENTINO) hanno incontrato l’Amministrazione comunale
(CIRINO, FERRUA, GIARRUSSO, GRAZIANO, SIMEONE) per confrontare le
proprie valutazioni delle risposte della BENARCO alle osservazioni
negative ricevute durante la scorsa Conferenza dei Servizi.
Tranne che per la richiesta del semaforo e di modificare la curva di
via Aldo MORO, in parte accolta, le risposte della BENARCO sono state
valutate ampiamente insufficienti, anche alla luce delle recenti
“Linee guida tecniche e procedurali” emanate dalla Provincia di
Torino.
Pertanto l’Amministrazione continua a sostenere il suo completo
dissenso sulla centrale, in piena sintonia col Comitato.
Cordiali saluti.
Nunzio SORRENTINO
Era presente anche Enzo Garrone. ciao a tutti.mario
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