Dopo oltre 33 anni di detenzione, il giudice di sorveglianza del Tribunale di Roma ha concesso la libertà condizionale a Vincenzo Guagliardo, già condannato all'ergastolo insieme con la moglie Nadia Ponti per la sua partecipazione alla lotta armata negli anni Settanta.
A cominciare dal 1991, ho seguito la loro splendida lotta per il diritto all'affettività dei detenuti. Con quella lotta condotta senza spettacoli e con una serena fermezza che non mi dava pace, Vincenzo e Nadia sfidarono le istituzioni e lo sconcerto di tutti noi “liberi”: come può dirsi civile una detenzione che pretende di rispettare l'umanità dei detenuti trattandoli come neppure si fa con le bestie allo zoo? Come si può negare con l'ergastolo la possibilità di un reinserimento sociale, pure solennemente sancito dalla Costituzione? La loro lotta consisteva nel rinunciare ai permessi premio che pure la normativa avrebbe loro concesso e nel rivendicare il diritto di vivere insieme la pena del carcere.
Furono ignorati a lungo.
Così come fu caparbiamente e volutamente incompreso il loro rifiuto di legare la concessione di qualsiasi vantaggio al ravvedimento pubblico. Semplicemente, erano convinti che le idee si cambiano per libero, intimo, tormentato e perciò autentico convincimento, non sotto la pressione di un ricatto o con la lusinga di un premio. Quella lotta titanica sembrava una lotta gigiona e donchisciottesca contro i mulini a vento. Invece era un combattimento civile che ci diceva che cosa stiamo rischiando di diventare. A suo sostegno non valse la pubblicazione di libri di grande spessore scientifico e politico come “Il vecchio che non muore”, “Di sconfitta in sconfitta”, “Dei dolori e delle pene”, tutti dedicati da Vincenzo ad una critica serrata, ma mai rabbiosa delle istituzioni totali, siano esse il carcere o l'isolamento sociale della vecchiaia.
In soccorso di Nadia e Vincenzo è venuta Sabina Rossa, oggi deputata del Pd, e figlia del sindacalista genovese ucciso da un agguato delle Brigate Rosse. Sabina ha incontrato i due detenuti. Il loro colloquio non è stato dato in pasto alla ferocia dei media, ma al suo termine, Sabina ha preso la decisione unilaterale di informare il Tribunale del suo parere favorevole alla liberazione del detenuto risultato tra i responsabili della morte del padre. Dopo molti dinieghi, quando anche l'ultima speranza sembrava definitivamente tramontata, la richiesta è stata accolta e il giorno del ritorno alla vita civile è finalmente venuto in una bella giornata di aprile.
Ora, semplicemente mi auguro che Nadia e Vincenzo possano vivere in pace. Ma, in mezzo a tanti vittimismi del più volgare tra i potenti che hanno governato l'Italia repubblicana, non posso non esprimere la mia ammirazione e la mia gratitudine per il doppio buon esempio che ci hanno fornito Nadia Ponti e Vincenzo Guagliardo da un lato, e Sabina Rossa dall'altro. I primi hanno cercato il loro riscatto con l'arma sorprendente della serenità, del dialogo e del lavoro. La seconda, dichiarando che la liberazione di Nadia e Vincenzo è un “atto di civiltà”, ci spiega quel che dovremmo già aver imparato in mille altre occasioni: la vendetta scava nelle carni ma fa scorrere altra violenza, mentre la via del dialogo è una fatica che apre le porte di un futuro migliore, cioè finalmente affrancato dal fascino della barbarie che torna a suggestionare il mondo contemporaneo (se mai ha smesso di farlo).
Mario Dellacqua
sabato 30 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
La partita, la provincia e il nucleare
Il 27 aprile alle ore 21 Carla Benotti, Paolo Cremi Lai, Mario Dellacqua, Ignazio Drago, Gelato di Ezio, Malvasia di Ignazio, Ezio Pennano, Valeria Perelli, Nunzio Sorrentino, Mario Vruna si sono incontrati all'angolo di via Roma 11.
Dove in realtà alcuni dei partecipanti erano ogni tanto distratti perché guardavano alla televisione accesa senza audio la partita tra il Real Madrid e il Barcellona. Dove si è trovata sconcertante per l'ennesima rivelazione di ciò che sapevamo già, l'intervista del cittadino Pastorino all'Eco del Chisone. Aspettarsi uno scatto di dignità nelle file della maggioranza? Saremmo degli illusi.
Dove il portavoce Sorrentino ha chiarito che l'incontro con il Presidente Saitta è stato rinviato a data da destinarsi e non è stato sostituito da alcun incontro con l'assessore Ronco. Dove Sorrentino ha riproposto il problema dell'impostazione da dare a questo incontro, una volta ottenuto: di esclusiva contrapposizione o di dialogo serrato per ottenere orientamenti favorevoli al Comitato di fronte al doppio ricorso al TAR?
Dove sì è affacciata l'idea di organizzare a ridosso dell'incontro con la Provincia una manifestazione a None che potrebbe raccogliere una più ampia partecipazione popolare. Dove si è anche detto, però, che occorre tenere viva l'attenzione e l'informazione sugli sviluppi della vicenda.
Dove il segretario verbalizzante ha sollecitato il gruppo degli abitanti del villaggio San Lorenzo a fornire notizie sull'esito della sottoscrizione.
Dove si è anche appreso delle iniziative che l'associazione ecologista per la sostenibilità sta organizzando nel pinerolese per sostenere il referendum sul nucleare, messo sotto scacco dalle escogitazioni governative che non vogliono si dica no ora perché quando non saremo più emozionati dai morti di Fukushima, accetteremo più facilmente e responsabilmente il rischio di fare la stessa fine e/o di farla fare a qualcun altro. Complimenti per la trasmissione.
Il verbalista Dellacqua
Dove in realtà alcuni dei partecipanti erano ogni tanto distratti perché guardavano alla televisione accesa senza audio la partita tra il Real Madrid e il Barcellona. Dove si è trovata sconcertante per l'ennesima rivelazione di ciò che sapevamo già, l'intervista del cittadino Pastorino all'Eco del Chisone. Aspettarsi uno scatto di dignità nelle file della maggioranza? Saremmo degli illusi.
Dove il portavoce Sorrentino ha chiarito che l'incontro con il Presidente Saitta è stato rinviato a data da destinarsi e non è stato sostituito da alcun incontro con l'assessore Ronco. Dove Sorrentino ha riproposto il problema dell'impostazione da dare a questo incontro, una volta ottenuto: di esclusiva contrapposizione o di dialogo serrato per ottenere orientamenti favorevoli al Comitato di fronte al doppio ricorso al TAR?
Dove sì è affacciata l'idea di organizzare a ridosso dell'incontro con la Provincia una manifestazione a None che potrebbe raccogliere una più ampia partecipazione popolare. Dove si è anche detto, però, che occorre tenere viva l'attenzione e l'informazione sugli sviluppi della vicenda.
Dove il segretario verbalizzante ha sollecitato il gruppo degli abitanti del villaggio San Lorenzo a fornire notizie sull'esito della sottoscrizione.
Dove si è anche appreso delle iniziative che l'associazione ecologista per la sostenibilità sta organizzando nel pinerolese per sostenere il referendum sul nucleare, messo sotto scacco dalle escogitazioni governative che non vogliono si dica no ora perché quando non saremo più emozionati dai morti di Fukushima, accetteremo più facilmente e responsabilmente il rischio di fare la stessa fine e/o di farla fare a qualcun altro. Complimenti per la trasmissione.
Il verbalista Dellacqua
venerdì 22 aprile 2011
LEGITTIMA ACQUA E IMPEDIMENTO NUCLEARE
Il 21 aprile alle ore 21 Arneis di Nunzio, Domenico Bastino, Carla Benotti, Berlucchi di Nadia, Nadia Biscola, Colomba di Ignazio, Fausto Conrero, Paolo Cremi Lai, Mariella D'Agostino, Mario Dellacqua, Ignazio Drago, Malvasia di Ignazio, Valeria Perelli, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino, Torta al cioccolato di Gabriella si sono incontrati all'angolo di via Roma 11.
Dove si è discusso che cosa può dire e fare il Comitato “Energia, Ambiente e Territorio” in occasione dei referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Il Comitato ha già partecipato alla raccolta delle firme e dunque è scontato il suo schieramento a favore del sì. Sul nucleare, invece, non è stata assunta alcuna decisione e non si è svolta alcuna discussione. Dunque, il comitato è interessato a partecipare a serate informative come quella che ci è stata proposta a None per il 9 giugno dall'associazione ecologista per la sostenibilità, ma non può al momento prendere alcuna posizione e deve anzi difendere la convivenza pluralistica al suo interno di più voci che non vanno prevaricate. Da notare che alla serata non era presente alcun rappresentante leghista, mentre Nadia Biscola dichiarava il suo interesse ad approfondire e a capire. Altre voci, invece, si dichiaravano apertamente favorevoli al superamento del nucleare, molto critiche verso la posizione governativa e decisamente interessate ad un impegno per il voto popolare contro le centrali nucleari.
Dove sul legittimo impedimento, si concordava di lasciare libertà a tutti i membri del Comitato perchè su quella materia il comitato non ha alcuna competenza.
Dove si è anche discusso dell'atteggiamento da tenere nell'incontro con la Provincia.
Dove si è detto che noi vogliamo parlare con il cittadino presidente, mentre il cittadino assessore ci ha già spiegato delle autostrade che obbligavano la Provincia a dire sì.
Dove si sono confrontate ipotesi diverse, ma alla fine si è concordato che la Provincia è la nostra controparte, non un interlocutore a cui chiedere o dare informazioni e collaborazioni.
Dove si sono bevute parte delle bottiglie, si è mangiata la torta di Gabriella e non si sapeva ancora che il giorno dopo il cittadino presidente avrebbe comunicato al portavoce Sorrentino che per precedenti impegni era spiacente eccetera e ci siamo capiti.
Dove l'intervista della cittadina Sindaco all'Eco del Chisone è la solita noia che conferma ciò che sapevamo da un pezzo e non avevamo bisogno di sentircelo dire dal cittadino Pastorino.
Dove si è anche accanitamente discusso che le cose in Italia vanno male perchè – così la riassumo - la metà degli italiani tutto sommato stima e ammira Berlusconi, mentre l'altra metà aspetta e spera in un leader che ci guidi. Il prossimo mercoledì dovremo decidere “una linea” più precisa.
Il verbalista si avvale immediatamente della sua libertà di esprimere il proprio desiderio di contribuire ad allontanare il cittadino Berlusconi dalla Presidenza del Consiglio e i suoi alleati leghisti dal governo, nella prospettiva di una grande lotta sociale e democratica per la riconversione ecologica, ugualitaria e internazionalista dell'economia e della società italiana.
Non mi scuso per la faziosità. Mi dichiaro colpevole, recidivo e ben intenzionato alla reiterazione del reato. Mario Dellacqua
Dove si è discusso che cosa può dire e fare il Comitato “Energia, Ambiente e Territorio” in occasione dei referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Il Comitato ha già partecipato alla raccolta delle firme e dunque è scontato il suo schieramento a favore del sì. Sul nucleare, invece, non è stata assunta alcuna decisione e non si è svolta alcuna discussione. Dunque, il comitato è interessato a partecipare a serate informative come quella che ci è stata proposta a None per il 9 giugno dall'associazione ecologista per la sostenibilità, ma non può al momento prendere alcuna posizione e deve anzi difendere la convivenza pluralistica al suo interno di più voci che non vanno prevaricate. Da notare che alla serata non era presente alcun rappresentante leghista, mentre Nadia Biscola dichiarava il suo interesse ad approfondire e a capire. Altre voci, invece, si dichiaravano apertamente favorevoli al superamento del nucleare, molto critiche verso la posizione governativa e decisamente interessate ad un impegno per il voto popolare contro le centrali nucleari.
Dove sul legittimo impedimento, si concordava di lasciare libertà a tutti i membri del Comitato perchè su quella materia il comitato non ha alcuna competenza.
Dove si è anche discusso dell'atteggiamento da tenere nell'incontro con la Provincia.
Dove si è detto che noi vogliamo parlare con il cittadino presidente, mentre il cittadino assessore ci ha già spiegato delle autostrade che obbligavano la Provincia a dire sì.
Dove si sono confrontate ipotesi diverse, ma alla fine si è concordato che la Provincia è la nostra controparte, non un interlocutore a cui chiedere o dare informazioni e collaborazioni.
Dove si sono bevute parte delle bottiglie, si è mangiata la torta di Gabriella e non si sapeva ancora che il giorno dopo il cittadino presidente avrebbe comunicato al portavoce Sorrentino che per precedenti impegni era spiacente eccetera e ci siamo capiti.
Dove l'intervista della cittadina Sindaco all'Eco del Chisone è la solita noia che conferma ciò che sapevamo da un pezzo e non avevamo bisogno di sentircelo dire dal cittadino Pastorino.
Dove si è anche accanitamente discusso che le cose in Italia vanno male perchè – così la riassumo - la metà degli italiani tutto sommato stima e ammira Berlusconi, mentre l'altra metà aspetta e spera in un leader che ci guidi. Il prossimo mercoledì dovremo decidere “una linea” più precisa.
Il verbalista si avvale immediatamente della sua libertà di esprimere il proprio desiderio di contribuire ad allontanare il cittadino Berlusconi dalla Presidenza del Consiglio e i suoi alleati leghisti dal governo, nella prospettiva di una grande lotta sociale e democratica per la riconversione ecologica, ugualitaria e internazionalista dell'economia e della società italiana.
Non mi scuso per la faziosità. Mi dichiaro colpevole, recidivo e ben intenzionato alla reiterazione del reato. Mario Dellacqua
mercoledì 20 aprile 2011
I buoni maestri e l'ANPI all'Angolo
Il 19 aprile alle ore 21 Désirée Baffa, Giovanna Baffa, Donato Blonda, Mario Dellacqua, Alessandro Lambra, Giuseppe Migliore, Nero di Avola di Giuseppe, Fabrizio Piscitello, Trota di Mele di Alessandro e Mario Vruna si sono incontrati all'angolo. Dove si sono revisionati testi, colori e grafica dei deplianti della 21 festainrosso a None. Dove si è stabilito di contattare l'elettricista in previsione di una più attenta osservanza delle norme di legge. Dove si è ricordata la figura di Vittorio Arrigoni, esempio di come è splendidamente armonizzare le parole congiungendole con l'azione. Dove si è detto che non è vero che non ci sono buoni esempi perchè ce ne sono molti da apprezzare e non c'è bisogno che diventino eroi perchè ciascuno si decida a mettersi in cammino con gli altri. Dove si sono compilati alcuni moduli di adesione all'ANPI in attesa del 25 aprile. Ciao Mario
domenica 17 aprile 2011
mercoledì 13 aprile 2011
Bioenergia, mon amour
“il manifesto” venerdì 1 aprile 2011
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti- Catanzaro
Energia rinnovabile oppure inquinante? Il dilemma è impresso nella mente degli abitanti di Carlopoli, Panettieri, Bianchi, Soveria Mannelli, Decollatura da tanto tempo. Da quel 10 maggio dello scorso anno, quando la Regione Calabria diede il nulla osta alla costruzione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte biomassa nel Comune di Panettieri. Da allora i dubbi sono aumentati, i sospetti rafforzati.
Ecosistema addio?
Nel mentre, il tempo qui scorre lento. Tra il verde dei monti, orti aulenti e boschi sconfinati. Vi si trovano ancora pastori e contadini che producono i cibi di una volta, prima fra tutte la Patata della Sila Igp. Siamo nell'area del Reventino, massiccio montuoso a metà tra le due coste, con panorami che spaziano sino alla Sicilia e al Pollino, alberi secolari, gole e canyon, cascate e calanchi, monumenti di roccia, borghi solitari ed arroccati. Dove gli antichi segni dell'uomo resistono nonostante tutto: rovine di abbazie, rifugi di contadini e pastori, sentieri e mulattiere.
Ma questa biodiversità è messa a repentaglio dalla costruenda centrale a biomasse. E qui hanno tutti paura che nulla sarà più come prima. Una struttura dalle notevoli dimensioni (14 Mw elettrici). Che dovrebbe consumare 130 mila tonnellate di legno per poter funzionare. Già, ma dove reperire il legname necessario se persino nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR 2007-2013) è scritto che non vi sono le biomasse occorrenti per far funzionare gli impianti esistenti? Quali le conseguenze sul territorio di un impianto che divorerebbe i boschi esistenti, con automatico dissesto idrogeologico, depauperamento delle risorse naturali e paesaggistiche in un comprensorio dall'innata vocazione turistica? Quali gli interessi della criminalità organizzata e delle cosiddette 'ndrine del legno? Quali le ricadute occupazionali sulle attività ricettive che verrebbero danneggiate dalla messa in esercizio della grande centrale termoelettrica? Quali gli effetti sulle attività agricole dalle emissioni inquinanti che potrebbero compromettere la qualità e la commerciabilità dei prodotti agricoli? Tante domande, nessuna risposta. Almeno dalle istituzioni competenti. Nemmeno dopo le interrogazioni parlamentari e le interpellanze regionali a iosa presentate. E, così, gli abitanti di questi minuscoli borghi, lungo i crinali tra le province di Catanzaro e Cosenza, hanno deciso che non era più il momento di aspettare. E hanno fatto da soli, costituendo il Comitato per il no alla centrale di Panettieri che, insieme ai già attivi Forum del Reventino e Forum Ambientalista, porta avanti da un anno la lotta. "Una centrale di queste dimensioni - spiega al manifesto il portavoce Saverio Gigliotti - comporterebbe la totale destinazione del patrimonio boschivo del nostro comprensorio per i suoi consumi. Sono concreti i rischi di dissesto idrogeologico, provocati dalle enormi quantità di bosco che verrebbero tagliate. Un inverno di frane e gravissimi danni alle strade di montagna sembra non aver insegnato nulla". Ma il problema che arrovella tutti è l'impatto sulla salute. Sul punto, Ornella Manferoce di Medici per l'ambiente è categorica: "Le diossine emesse dalla centrale sono sostanze in larga parte riconosciute come cancerogene di classe 1. Le micro e nano polveri, poi, per le loro dimensioni non riescono ad esser filtrate nell'organismo umano e penetrano attraverso il torrente circolatorio nei diversi organi producendo infiammazioni e, nel tempo, degenerazioni tumorali". In effetti, le emissioni di polveri sottili e, ancor di più, di nano polveri, di ossidi di azoto, di ossidi di carbonio e di sostanze cancerogene quali benzene, formaldeide, diossina sarebbero devastanti. Per non parlare delle ceneri volanti contenenti cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio.
Tutte queste criticità riempiono un'ampia letteratura scientifica che comincia a focalizzare il problema della combustione delle biomasse e che si sofferma non solo sugli effetti delle inalazioni delle sostanze ma anche sulla concentrazione di agenti nocivi nei territori e, quindi, nella catena alimentare. Incombe, poi, lo spettro del combustibile da rifiuto. Con cui, data la vaghezza del termine biomassa, la centrale rischia nei fatti di trasformarsi in inceneritore di rifiuti industriali ed urbani incredibilmente assimilati dalla normativa italiana alle biomasse.
I comitati fanno, pertanto, appello alle istituzioni ad esser chiare e trasparenti e lanciano una mobilitazione straordinaria il prossimo 2 aprile con un'assemblea pubblica a Decollatura. Contro un progetto che, avulso dal territorio, porterebbe vantaggi (e profitti) solo alla società lombarda che lo realizzerà, lucrando sugli incentivi statali e con un bassissimo ritorno occupazionale. Ma quella di Panettieri non è la prima nè sarà l'ultima centrale a biomasse in Calabria.
Bioenergia, che passione!
Dopo la lunga stagione dei progetti industriali che hanno seminato solo rottami, veleni tossici e fallimenti, nella punta dello Stivale adesso impazzano i progetti di centrali a biomasse e biogas che invadono i corridoi delle istituzioni preposte al rilascio delle autorizzazioni. A Lamezia si pensa di collocarle nell'area ex Sir. A Castrolibero, vicino Cosenza, a poche decine di metri da un quartiere residenziale e da una scuola. I comitati lanciano una manifestazione di protesta per la fine di aprile. A Maierato, nel vibonese, con un consumo annuo stimato in 180.000 tonnellate, il Consorzio Legno Calabria si è già impegnato in relazione alla fornitura di 220÷250.000 tonnellate all’anno di biomasse vergini di origine forestale.
Eppure, le centrali già operanti non sono poche. A Rende ce n'è una che produce con una potenza di 14,3 MW lordi (12 netti) e appartiene alla società Actelios (gruppo Falck). A Crotone viaggia a 22,5 MW lordi (20 netti) ed è di proprietà della Biomasse Italia. Venti chilometri più a nord, a Cutro, è operativa la società E.T.A. (gruppo Marcegaglia) che vanta 16,5 MW lordi (14 netti). Di recente è cessata l'attività a Strongoli, sempre nel crotonese, che produceva 46 MW lordi (40 netti) e apparteneva alla Biomasse Italia, ma la riapertura e la paventata riconversione sono oggetto di discussione con i cittadini in questi giorni. Martedì scorso si è tenuta l'ultima iniziativa organizzata dal comune di Strongoli e dalla società. Al censimento di questi impianti si dovrebbe aggiungere la centrale di Rossano appartenente alla società Guascor, della potenza di 4,2 MW lordi (3,5 netti), ottenuta mediante la gassificazione della sansa esausta.
A parere di Giorgio Matteucci, ricercatore del CNR, “le biomasse sono una risorsa rinnovabile, quindi potenzialmente positiva da utilizzare. Il problema è la scala degli impianti proposti ed il fatto che si ricerca il ritorno economico dai certificati verdi e dagli incentivi, piuttosto che la sostenibilità”. In un lungo e dettagliato documento, Francesco Saccomanno del Forum Ambientalista e Ferdinando Laghi di Medici per l'Ambiente pongono la domanda: “È possibile individuare ulteriori bacini di biomassa in Calabria, oltre a quelli già sfruttati, in grado di soddisfare il fabbisogno di nuove centrali a costi sostenibili e nel rispetto dell’ambiente?”. Secondo Saccomanno, “la potenzialità di assorbimento degli impianti sinora funzionanti è di 2,25 milioni di tonnellate annue, un volume ben superiore alle attuali condizioni dell'offerta regionale, per come dichiara ufficialmente la stessa regione che, ciò nonostante ciò, illegittimamente (ad avviso anche di tutti gli enti che, a cominciare dal Parco Nazionale del Pollino, hanno presentato ricorso al Tar) ha autorizzato l'attivazione della centrale del Mercure. Altre 500.000 ton/annue”.
Attacco alla Sila
Nelle ultime settimane sentono “puzza di bruciato” anche le associazioni Altura, Italia Nostra, LIPU, WWF, Man, Enpa, CNP e Wilderness-Salerno. In una lettera aperta denunciano il fenomeno dei numerosi tagli boschivi che avvengono all'interno del Parco Nazionale della Sila e segnalano la necessità di "impegnarsi ad ogni livello, affiancando anche le istituzioni preposte alla tutela, in attività ed iniziative finalizzate a difendere l'immenso patrimonio forestale della Calabria, ed in particolare della Sila”. Lo straordinario valore della biodiversità silana è confermato dalle innumerevoli pubblicazioni di Alessandro Verta, studioso ed ex forestale, scopritore tra questi boschi di piante rarissime e alberi antichi.
E che la Sila sia una zona già disboscata (e vistosamente danneggiata), lo ha confermato di recente anche Francesco Curcio, comandante provinciale della forestale. Ma a rischio, continuando di questo passo, con il totale disinteresse alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico e boschivo da parte della Regione Calabria e delle amministrazioni provinciali e locali, sono tutti i boschi calabresi a partire da quelli del Pollino. Saccomanno non ha dubbi: "in gioco ci sono interessi imprenditoriali che spesso non vanno per il sottile nel selezionare fornitori ed operatori del settore e che, in ogni caso, non riescono a respingere gli interessi della 'ndrangheta". L'argomento era stato accennato nel 2008 nella relazione della commissione antimafia presieduta da Francesco Forgione. Già nel 2001 in un'interrogazione parlamentare, Giovanni Russo Spena (Prc) aveva denunciato gli interessi della criminalità a proposito del ferimento di un imprenditore boschivo avvenuto a Decollatura.
E così dopo l'eolico, l'idroelettrico, anche la fonte a biomassa comincia a farsi business. Mentre il legno assorbe l'odore acre della 'ndrangheta.
Ecosistema addio?
Nel mentre, il tempo qui scorre lento. Tra il verde dei monti, orti aulenti e boschi sconfinati. Vi si trovano ancora pastori e contadini che producono i cibi di una volta, prima fra tutte la Patata della Sila Igp. Siamo nell'area del Reventino, massiccio montuoso a metà tra le due coste, con panorami che spaziano sino alla Sicilia e al Pollino, alberi secolari, gole e canyon, cascate e calanchi, monumenti di roccia, borghi solitari ed arroccati. Dove gli antichi segni dell'uomo resistono nonostante tutto: rovine di abbazie, rifugi di contadini e pastori, sentieri e mulattiere.
Ma questa biodiversità è messa a repentaglio dalla costruenda centrale a biomasse. E qui hanno tutti paura che nulla sarà più come prima. Una struttura dalle notevoli dimensioni (14 Mw elettrici). Che dovrebbe consumare 130 mila tonnellate di legno per poter funzionare. Già, ma dove reperire il legname necessario se persino nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR 2007-2013) è scritto che non vi sono le biomasse occorrenti per far funzionare gli impianti esistenti? Quali le conseguenze sul territorio di un impianto che divorerebbe i boschi esistenti, con automatico dissesto idrogeologico, depauperamento delle risorse naturali e paesaggistiche in un comprensorio dall'innata vocazione turistica? Quali gli interessi della criminalità organizzata e delle cosiddette 'ndrine del legno? Quali le ricadute occupazionali sulle attività ricettive che verrebbero danneggiate dalla messa in esercizio della grande centrale termoelettrica? Quali gli effetti sulle attività agricole dalle emissioni inquinanti che potrebbero compromettere la qualità e la commerciabilità dei prodotti agricoli? Tante domande, nessuna risposta. Almeno dalle istituzioni competenti. Nemmeno dopo le interrogazioni parlamentari e le interpellanze regionali a iosa presentate. E, così, gli abitanti di questi minuscoli borghi, lungo i crinali tra le province di Catanzaro e Cosenza, hanno deciso che non era più il momento di aspettare. E hanno fatto da soli, costituendo il Comitato per il no alla centrale di Panettieri che, insieme ai già attivi Forum del Reventino e Forum Ambientalista, porta avanti da un anno la lotta. "Una centrale di queste dimensioni - spiega al manifesto il portavoce Saverio Gigliotti - comporterebbe la totale destinazione del patrimonio boschivo del nostro comprensorio per i suoi consumi. Sono concreti i rischi di dissesto idrogeologico, provocati dalle enormi quantità di bosco che verrebbero tagliate. Un inverno di frane e gravissimi danni alle strade di montagna sembra non aver insegnato nulla". Ma il problema che arrovella tutti è l'impatto sulla salute. Sul punto, Ornella Manferoce di Medici per l'ambiente è categorica: "Le diossine emesse dalla centrale sono sostanze in larga parte riconosciute come cancerogene di classe 1. Le micro e nano polveri, poi, per le loro dimensioni non riescono ad esser filtrate nell'organismo umano e penetrano attraverso il torrente circolatorio nei diversi organi producendo infiammazioni e, nel tempo, degenerazioni tumorali". In effetti, le emissioni di polveri sottili e, ancor di più, di nano polveri, di ossidi di azoto, di ossidi di carbonio e di sostanze cancerogene quali benzene, formaldeide, diossina sarebbero devastanti. Per non parlare delle ceneri volanti contenenti cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio.
Tutte queste criticità riempiono un'ampia letteratura scientifica che comincia a focalizzare il problema della combustione delle biomasse e che si sofferma non solo sugli effetti delle inalazioni delle sostanze ma anche sulla concentrazione di agenti nocivi nei territori e, quindi, nella catena alimentare. Incombe, poi, lo spettro del combustibile da rifiuto. Con cui, data la vaghezza del termine biomassa, la centrale rischia nei fatti di trasformarsi in inceneritore di rifiuti industriali ed urbani incredibilmente assimilati dalla normativa italiana alle biomasse.
I comitati fanno, pertanto, appello alle istituzioni ad esser chiare e trasparenti e lanciano una mobilitazione straordinaria il prossimo 2 aprile con un'assemblea pubblica a Decollatura. Contro un progetto che, avulso dal territorio, porterebbe vantaggi (e profitti) solo alla società lombarda che lo realizzerà, lucrando sugli incentivi statali e con un bassissimo ritorno occupazionale. Ma quella di Panettieri non è la prima nè sarà l'ultima centrale a biomasse in Calabria.
Bioenergia, che passione!
Dopo la lunga stagione dei progetti industriali che hanno seminato solo rottami, veleni tossici e fallimenti, nella punta dello Stivale adesso impazzano i progetti di centrali a biomasse e biogas che invadono i corridoi delle istituzioni preposte al rilascio delle autorizzazioni. A Lamezia si pensa di collocarle nell'area ex Sir. A Castrolibero, vicino Cosenza, a poche decine di metri da un quartiere residenziale e da una scuola. I comitati lanciano una manifestazione di protesta per la fine di aprile. A Maierato, nel vibonese, con un consumo annuo stimato in 180.000 tonnellate, il Consorzio Legno Calabria si è già impegnato in relazione alla fornitura di 220÷250.000 tonnellate all’anno di biomasse vergini di origine forestale.
Eppure, le centrali già operanti non sono poche. A Rende ce n'è una che produce con una potenza di 14,3 MW lordi (12 netti) e appartiene alla società Actelios (gruppo Falck). A Crotone viaggia a 22,5 MW lordi (20 netti) ed è di proprietà della Biomasse Italia. Venti chilometri più a nord, a Cutro, è operativa la società E.T.A. (gruppo Marcegaglia) che vanta 16,5 MW lordi (14 netti). Di recente è cessata l'attività a Strongoli, sempre nel crotonese, che produceva 46 MW lordi (40 netti) e apparteneva alla Biomasse Italia, ma la riapertura e la paventata riconversione sono oggetto di discussione con i cittadini in questi giorni. Martedì scorso si è tenuta l'ultima iniziativa organizzata dal comune di Strongoli e dalla società. Al censimento di questi impianti si dovrebbe aggiungere la centrale di Rossano appartenente alla società Guascor, della potenza di 4,2 MW lordi (3,5 netti), ottenuta mediante la gassificazione della sansa esausta.
A parere di Giorgio Matteucci, ricercatore del CNR, “le biomasse sono una risorsa rinnovabile, quindi potenzialmente positiva da utilizzare. Il problema è la scala degli impianti proposti ed il fatto che si ricerca il ritorno economico dai certificati verdi e dagli incentivi, piuttosto che la sostenibilità”. In un lungo e dettagliato documento, Francesco Saccomanno del Forum Ambientalista e Ferdinando Laghi di Medici per l'Ambiente pongono la domanda: “È possibile individuare ulteriori bacini di biomassa in Calabria, oltre a quelli già sfruttati, in grado di soddisfare il fabbisogno di nuove centrali a costi sostenibili e nel rispetto dell’ambiente?”. Secondo Saccomanno, “la potenzialità di assorbimento degli impianti sinora funzionanti è di 2,25 milioni di tonnellate annue, un volume ben superiore alle attuali condizioni dell'offerta regionale, per come dichiara ufficialmente la stessa regione che, ciò nonostante ciò, illegittimamente (ad avviso anche di tutti gli enti che, a cominciare dal Parco Nazionale del Pollino, hanno presentato ricorso al Tar) ha autorizzato l'attivazione della centrale del Mercure. Altre 500.000 ton/annue”.
Attacco alla Sila
Nelle ultime settimane sentono “puzza di bruciato” anche le associazioni Altura, Italia Nostra, LIPU, WWF, Man, Enpa, CNP e Wilderness-Salerno. In una lettera aperta denunciano il fenomeno dei numerosi tagli boschivi che avvengono all'interno del Parco Nazionale della Sila e segnalano la necessità di "impegnarsi ad ogni livello, affiancando anche le istituzioni preposte alla tutela, in attività ed iniziative finalizzate a difendere l'immenso patrimonio forestale della Calabria, ed in particolare della Sila”. Lo straordinario valore della biodiversità silana è confermato dalle innumerevoli pubblicazioni di Alessandro Verta, studioso ed ex forestale, scopritore tra questi boschi di piante rarissime e alberi antichi.
E che la Sila sia una zona già disboscata (e vistosamente danneggiata), lo ha confermato di recente anche Francesco Curcio, comandante provinciale della forestale. Ma a rischio, continuando di questo passo, con il totale disinteresse alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico e boschivo da parte della Regione Calabria e delle amministrazioni provinciali e locali, sono tutti i boschi calabresi a partire da quelli del Pollino. Saccomanno non ha dubbi: "in gioco ci sono interessi imprenditoriali che spesso non vanno per il sottile nel selezionare fornitori ed operatori del settore e che, in ogni caso, non riescono a respingere gli interessi della 'ndrangheta". L'argomento era stato accennato nel 2008 nella relazione della commissione antimafia presieduta da Francesco Forgione. Già nel 2001 in un'interrogazione parlamentare, Giovanni Russo Spena (Prc) aveva denunciato gli interessi della criminalità a proposito del ferimento di un imprenditore boschivo avvenuto a Decollatura.
E così dopo l'eolico, l'idroelettrico, anche la fonte a biomassa comincia a farsi business. Mentre il legno assorbe l'odore acre della 'ndrangheta.
venerdì 8 aprile 2011
Rompere gli indugi.... e forse anche altro
Il 6 aprile si sono incontrati all'angolo di via Roma 11 Carla Benotti, Paolo Cremi Lai, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Ezio Pennano, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino. Domenico Bastino è arrivato alle 23. Ignazio Drago e Giuliano Carletti hanno fatto un giro per segnalare la loro impossibilità di partecipare per impegni politici o lavorativi. Si è discusso e deciso che è ora di rompere ogni indugi e di non assecondare più una gestione ordinaria della controversia che oppone il Comitato alla Provincia ha autorizzato la centrale Benarco. E' venuto il momento di organizzare una manifestazione alla Provincia per combattere la possibilità che ogni decisione futura venga sequestrata da un dialogo esclusivo fra i legali della Provincia e quelli dell'impresa. Sarebbe la seconda volta, dopo il balletto che fra agosto e novembre 2010 ha visto un lungo silenzio precedere il rilascio dell'autorizzazione, concordato tra Provincia e Benarco senza neppure interpellare il Comune. D'altra parte, il rinvio dell'udienza non è una graziosa concessione o un cedimento della ditta proponente. Il protrarsi dei tempi di avvio dei lavori costituisce di certo uno svantaggio fastidioso, ma tale svantaggio è difficilmente rimuovibile fino a quando non saranno chiari i termini degli imminenti provvedimenti governativi che colpiranno gli incentivi pubblici a favore delle energie cosiddette alternative tra le quali sono incluse le biomasse. Una volta chiaro di quanto essi saranno ridotti, la ditta si potrà fare tranquillamente i conti e poi cercare un aggiornamento diversamente redditizio del progetto.
Il Comune continua a seguire e monitorare, il Sindaco non era presente all'ultimo incontro del 31 marzo con il Comitato e il resto del giro pensa che la vicenda si potrà esaurire aspettandone il normale decorso sul piano legale. Ufficialmente possono dire di essere contrari, ma appaiono lontani dalla convinzione che la battaglia non si potrà vincere se si rinuncia alle armi della mobilitazione e della protesta democratica. L'incontro va pertanto chiesto al Presidente della Provincia per chiamarlo in causa nella sua veste di massimo responsabile politico. Ci sembra del tutto inefficace e inadeguato chiedere ai suoi funzionari di essere investiti nel caso dovesse maturare qualche variazione, come si è limitata a fare l'assessore nonese all'Urbanistica.
Pertanto i presenti hanno dato mandato al portavoce Nunzio Sorrentino di inviare al Presidente della Provincia e per conoscenza all'assessore Ronco una richiesta ufficiale di urgente incontro con il Comitato.
La serata si è conclusa confermando le presenze in piazza Cavour che, dopo la pubblicazione del manifesto degli ex amministratori e del comunicato sulla svalutazione commerciale degli immobili, hanno registrato qualche nuova adesione al movimento delle lenzuola. Si è discusso anche di come organizzativamente si può svolgere la manifestazione e poi si è detto anche altro che io forse ho dimenticato. Potete aggiungere voi.
Un saluto alle inferniere, agli ambulanti, ai marinai e agli emigranti.
Mario Dellacqua
domenica 3 aprile 2011
Incontro del Comitato col Comune del 31/03/2011
Salve,
Vi informo che giovedì 31/03 u.s. si è svolto nel Municipio di None l’incontro richiesto dal Comitato al Sindaco e ai Consiglieri del Comune di None, col seguente
O.d.G.
1. Informazione/valutazione esiti della prima udienza del ricorso al TAR.
2. Nuova documentazione pervenuta al Comune, specialmente da parte della Provincia e della BENARCO.
3. Ricorso al TAR della BENARCO.
4. Azioni future.
Hanno partecipato
Comitato: BENOTTI, CARLETTI, DELLACQUA, SORRENTINO
Comune: BISCOLA, BORI MAUCCHI, GARRONE, GIARRUSSO, SCAGLIA.
1. Informazione/valutazione esiti della prima udienza del ricorso al TAR
Il 10 marzo u.s. si è svolta la prima udienza del TAR, a seguito dell’istanza cautelare del Comune e del Comitato, volta alla sospensione dell’efficacia della determinazione provinciale con la quale la BENARCO era stata autorizzata a realizzare la centrale a biomasse.
Anche secondo una breve relazione dello Studio Vecchione, legale del Comune, è emerso che:
· Appena qualche giorno prima l’udienza, la BENARCO a sua volta ha fatto autonomo ricorso al TAR avverso le condizioni poste dalla Provincia nella sua determinazione, volte a garantire una minima efficienza energetica dell’impianto, e l’impiego dell’energia termica generata.
· In sede di udienza, la difesa della BENARCO confermava l’assenza di volontà immediata di dare corso ai lavori.
· D’intesa col Presidente del TAR e delle difese, l’istanza cautelare è stata rinviata a data da destinarsi. Ovviamente, qualora la BENARCO volesse invece dare inizio ai lavori, il Comune può presentare al TAR istanza di fissazione di un’udienza per ottenerne la sospensione immediata.
· Occorre monitorare cosa avviene in Provincia per essere tempestivamente aggiornati su eventuali procedimenti amministrativi che dovessero interessare l’autorizzazione e le sue eventuali varianti.
2. Nuova documentazione pervenuta al Comune, specialmente da parte della Provincia e della BENARCO
Non è stata ricevuta dal Comune alcuna documentazione né da parte della Provincia, né da parte della BENARCO, ad eccezione della notifica del ricorso al TAR della BENARCO.
3. Ricorso al TAR della BENARCO
Occorre valutare con i nostri legali le azioni idonee per resistere contro il ricorso, tenendo presente che il nostro fine è l’annullamento dell’autorizzazione.
Occorre verificare con la Provincia come intende procedere.
4. Azioni future.
Il Comune ha già inviato qualche giorno fa una richiesta alla Provincia di essere tempestivamente informata sugli ultimi sviluppi.
Alla luce di quanto emerso, in aggiunta si ritiene necessario un incontro del Comune e del Comitato con la Provincia.
Infine il Comitato ha chiesto al Comune che vengano fatti dei rilievi della qualità ambientale, mirati soprattutto agli inquinanti che sarebbero aggravati dalla presenza della centrale.
Cordiali saluti.
Nunzio SORRENTINO
Comitato “Energia, Ambiente e Territorio” di None
Vi informo che giovedì 31/03 u.s. si è svolto nel Municipio di None l’incontro richiesto dal Comitato al Sindaco e ai Consiglieri del Comune di None, col seguente
O.d.G.
1. Informazione/valutazione esiti della prima udienza del ricorso al TAR.
2. Nuova documentazione pervenuta al Comune, specialmente da parte della Provincia e della BENARCO.
3. Ricorso al TAR della BENARCO.
4. Azioni future.
Hanno partecipato
Comitato: BENOTTI, CARLETTI, DELLACQUA, SORRENTINO
Comune: BISCOLA, BORI MAUCCHI, GARRONE, GIARRUSSO, SCAGLIA.
1. Informazione/valutazione esiti della prima udienza del ricorso al TAR
Il 10 marzo u.s. si è svolta la prima udienza del TAR, a seguito dell’istanza cautelare del Comune e del Comitato, volta alla sospensione dell’efficacia della determinazione provinciale con la quale la BENARCO era stata autorizzata a realizzare la centrale a biomasse.
Anche secondo una breve relazione dello Studio Vecchione, legale del Comune, è emerso che:
· Appena qualche giorno prima l’udienza, la BENARCO a sua volta ha fatto autonomo ricorso al TAR avverso le condizioni poste dalla Provincia nella sua determinazione, volte a garantire una minima efficienza energetica dell’impianto, e l’impiego dell’energia termica generata.
· In sede di udienza, la difesa della BENARCO confermava l’assenza di volontà immediata di dare corso ai lavori.
· D’intesa col Presidente del TAR e delle difese, l’istanza cautelare è stata rinviata a data da destinarsi. Ovviamente, qualora la BENARCO volesse invece dare inizio ai lavori, il Comune può presentare al TAR istanza di fissazione di un’udienza per ottenerne la sospensione immediata.
· Occorre monitorare cosa avviene in Provincia per essere tempestivamente aggiornati su eventuali procedimenti amministrativi che dovessero interessare l’autorizzazione e le sue eventuali varianti.
2. Nuova documentazione pervenuta al Comune, specialmente da parte della Provincia e della BENARCO
Non è stata ricevuta dal Comune alcuna documentazione né da parte della Provincia, né da parte della BENARCO, ad eccezione della notifica del ricorso al TAR della BENARCO.
3. Ricorso al TAR della BENARCO
Occorre valutare con i nostri legali le azioni idonee per resistere contro il ricorso, tenendo presente che il nostro fine è l’annullamento dell’autorizzazione.
Occorre verificare con la Provincia come intende procedere.
4. Azioni future.
Il Comune ha già inviato qualche giorno fa una richiesta alla Provincia di essere tempestivamente informata sugli ultimi sviluppi.
Alla luce di quanto emerso, in aggiunta si ritiene necessario un incontro del Comune e del Comitato con la Provincia.
Infine il Comitato ha chiesto al Comune che vengano fatti dei rilievi della qualità ambientale, mirati soprattutto agli inquinanti che sarebbero aggravati dalla presenza della centrale.
Cordiali saluti.
Nunzio SORRENTINO
Comitato “Energia, Ambiente e Territorio” di None
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