None, 31 Luglio
2012
Il bando indetto
dall’Amministrazione Comunale per il rinnovo della gestione degli impianti
sportivi di Via Faunasco alla prova dei fatti è risultato un fallimento.
Il 23 Luglio
scadevano i termini per la presentazione delle offerte, ma nessuna proposta
credibile è stata depositata in Comune dai potenziali soggetti interessati.
Nemmeno il C.S.I.,
che nei 6 anni scorsi ha detenuto la gestione degli impianti, ha ritenuto di
presentare un’offerta per continuare l’esperienza.
Si dice che saranno riaperti i termini del bando o che forse si intavolerà una trattativa privata con qualche realtà che pare abbia mostrato segni di interesse, in ogni caso prima di settembre nulla di nuovo potrà succedere.
Si dice che saranno riaperti i termini del bando o che forse si intavolerà una trattativa privata con qualche realtà che pare abbia mostrato segni di interesse, in ogni caso prima di settembre nulla di nuovo potrà succedere.
Intanto, la nuova
stagione scolastica e sportiva è alle porte, tutte le attività sono di norma pianificate
tra maggio e giugno che precede e le società di calcio iniziano a ritrovarsi
già nella seconda metà di Agosto. Ma a None il complesso sportivo è senza un
gestore e nessuna società sportiva interessata alla realtà nonese sa come,
quando e se potrà usufruirne.
Questo non è che
l’atto finale di una esperienza negativa, iniziata nel 2006 quando l’Amministrazione
decise di scorporare dal bilancio comunale la gestione dell’intero complesso
sportivo di Via Faunasco, comprendente la palestra polivalente e i campi da
calcio, calcetto e tennis scoperto.
Allora sembrò
l’unica cosa possibile, per ragioni contabili e perché le società sportive
locali, indebolite da crisi e conflitti interni, non diedero adeguate garanzie
di affidabilità per la gestione di tutto il complesso, che viceversa il C.S.I.
sembrò fornire.
Se la gestione
della palestra polivalente è risultata tutto sommato accettabile, tutto il
resto non ha funzionato.
Facevo parte
dell’Amministrazione che decise quell’atto. Credo di poter dire, assumendomene
tutte le responsabilità, che fu una decisione poco lungimirante e nei fatti
perdente.
E’ stata perdente
per il C.S.I., dal momento che rinunciando alla gestione degli impianti, ha declinato
a quello che era il suo obiettivo principale, ovvero a radicarsi, con la sua
attività di base, nella realtà locale.
E’ stata perdente
per tutto il movimento sportivo nonese che allora come oggi non è stato in
grado di presentarsi per raccogliere quella sfida e lo è in particolare per il
calcio locale, che da allora non ha più avuto una società attività in paese.
E’ stata perdente
soprattutto per l’Amministrazione di Maria Simeone, incapace allora di cercare
e proporre una soluzione alternativa a quella che in definitiva fu la scelta più
semplice, finanziariamente ineccepibile, ma sostanzialmente inefficacie verso
un problema che meritava altra attenzione, altre capacità e ben altre volontà,
che non fossero forzatamente condizionate dagli aspetti bilancistici.
Le conseguenze
negative di quella scelta sono purtroppo ricadute su tutte le famiglie nonesi
che hanno ragazzi che fanno sport e calcio in particolare: quanti nonesi, tra
gli 8 e i 16 anni di età, hanno avuto il privilegio di giocare in una squadra e
soprattutto nell’impianto sportivo del loro paese?
E ancor di più,
le conseguenze negative di quella scelta sono ricadute su tutti i cittadini
nonesi che oggi si ritrovano con un complesso di infrastrutture (da molti operatori
ancora considerate un fiore all’occhiello) costate anni di attesa, polemiche snervanti
di ogni tipo e soprattutto un bel po’ di investimenti pubblici, prematuramente
invecchiate per una gestione e una manutenzione a dir poco discutibile: un
campo da calcio principale ridotto in pessime condizioni per l’uso intensivo e
la scarsa cura, campi da allenamento e da calcetto sottoutilizzati, un campo da
tennis che non ha mai visto giocarci sopra una partita ridotto ad una vera
vergogna, spogliatoi con bagni e lavandini inutilizzabili perché intasati ed il
più delle volte sporchi.
Ma se quella che alla
prova dei fatti si è rivelata per lo meno una scelta infelice, perché l’attuale
Amministrazione ha deciso di perseverare proponendo una soluzione uguale a se
stessa?
Agli attuali
amministratori non sono stati forse sufficienti questi anni di esperienza sul
campo per fare un’analisi della realtà, elaborare un giudizio sui risultati e
ricorrere per tempo ai ripari studiando e sperimentando soluzioni alternative,
quali quella per esempio di dividere la gestione degli impianti da calcio dalla
gestione della palestra polivalente, fornendo ad entrambi la possibilità di
proporre e usufruire di servizi di mescita ad uso interno?
Perché si è
arrivati in piena estate a riproporre un bando identico a quello di 6 anni or sono
senza neanche averne verificato a priori la possibilità che avesse successo?
Perché non è
stata data fiducia a quelle realtà organizzate presenti sul territorio che hanno
mostrato fattivamente la volontà di impegnarsi anche nella memoria e nella
continuità di chi tanto si era speso per lo sport locale come il compianto
Davide Albera?
Perché, a fronte
di un iperattivismo dimostrato in tante altre discutibili iniziative (le
centrali su tutte), non è stato mostrato altrettanto interesse nella ricerca di
partner privati, che a fronte di un progetto e una convenzione di ben più ampio
respiro, potessero impegnarsi in progetti imprenditoriali per nuovi investimenti
sugli impianti (rifacimento dei campi da tennis, nuovi campi sintetici, etc..)?
Nessuno osa
chiedere agli amministratori comunali di occuparsi in forma diretta dell’organizzazione
dell’attività sportiva locale. Ciò spetta all’associazionismo, al volontariato,
agli imprenditori o anche solo le persone di buona volontà che possono mettere
in gioco risorse, tempo e passione.
Ma è compito
dell’Amministrazione, del sindaco e degli assessori competenti in particolare,
incanalare le energie positive laddove ci sono, e se non ci sono, promuovere,
stimolare, incoraggiare, elaborare idee ed animare dibattito e iniziative
creative. E, soprattutto, è responsabilità chiara ed evidente
dell’Amministrazione quella di avere cura del proprio patrimonio e delle
proprie strutture.
Nessuno osa
affermare che le soluzioni al problema siano semplici, univoche e soprattutto
infallibili. Ma la sensazione è che rispetto a queste tematiche ci sia, da
parte dell’attuale Amministrazione, un interesse ed un impegno non adeguato.
Il Patto di
Stabilità e la cronica carenza delle risorse pubbliche, non possono essere le
scuse ricorrenti per rimanere passivi verso gli eventi o limitarsi ad un
approccio meramente ragionieristico verso i problemi concreti.
E al di là di tutto
ciò, va confutato a scanso di qualunque possibile strumentazione, che il
complesso degli impianti di sportivi di None siano un fardello al piede, quasi
una sciagura lasciata in eredità da chi ha combattuto in passato per costruirli:
non c’è mediocrità più grande di quella che tenta di mistificare la realtà di
fronte alla propria incapacità.
Perché gli impianti
sportivi, questi nostri impianti in Via Faunasco a None, sono un grande patrimonio
della comunità cittadina, un’opportunità disponibile e ancora sotto valorizzata
per migliorare la qualità della vita di tutti e dei giovani nonesi in
particolare.
Giuseppe ASTORE
La Commissione preposta all’esame delle offerte
RispondiEliminapresentate per la gara indetta per il 25 luglio ha esaminato "la documentazione prodotta dall’unica ditta partecipante", e l'ha considerata "carente degli atti attestanti il possesso dei requisiti previsti dall’avviso di selezione".
Pertanto, la Commissione ha deciso di non ammettere alla selezione l’offerta medesima. Contestualmente,"al fine di procedere all’affidamento della concessione della
gestione degli impianti sportivi" dal prossimo mese di settembre 2012, sono stati riaperti i termini della gara. Il 3 settembre la Commissione esaminerà la documentazione presentata dai concorrenti. Il bando non contiene alcuna variazione: la società ritenuta inidonea il 25 luglio potrà colmare le lacune rilevate?