Negli
ultimi anni il fenomeno delle liste civiche si è molto diffuso soprattutto nei
piccoli paesi, a causa anche della legge
elettorale, che obbliga i partiti a riunirsi in coalizioni e presentare
insieme un'unica lista per avere maggiori possibilità di vittoria .
Una
definizione che ne riassuma le caratteristiche potrebbe essere:"lista
elettorale presentata alle elezioni amministrative, autonoma rispetto ai
partiti tradizionali, con un programma che mira ad affrontare e
risolvere problemi locali”
Quindi un movimento d’opinione temporaneo e
a dimensione locale, libero ed aperto a tutti, che enfatizza l’aspetto
partecipativo della democrazia. La sua struttura evidenzia uno sviluppo orizzontale
e non verticistico ed i suoi candidati sono delegati al servizio dei
cittadini.
La caratteristica che
emerge su tutte, non incorporando alcuna ideologia di partito nazionale, è
l’estrema eterogeneità dei suoi potenziali partecipanti. Questo sarebbe un
fattore disgregante se venisse meno il collante che ne è la sua ragion
d’essere: il programma locale, ovvero come i suoi aderenti immaginano i
cambiamenti del paese nel prossimo quinquennio. Ne deriva che la lista
civica può comprendere sostenitori di “fazioni” che a livello nazionale possono
risultare contrapposte ma, al netto delle ideologie e considerate le diverse
problematiche rispetto alle nazionali, condividono un’idea di sviluppo locale. In
quest’ottica, sebbene la drastica divisione tra Guelfi e Ghibellini abbia avuto radici comunali, proprio le liste
civiche comunali possono essere la chiave di superamento di talune
anacronistiche contrapposizioni.
La lista civica
arricchisce il concetto di democrazia enfatizzando l’aspetto partecipativo.
Questo processo avviene tramite la comunicazione e la trasparenza. La
comunicazione è sempre a due vie: dal centro alla periferia e viceversa. Se il
politico deve intendersi come delegato al servizio dei cittadini deve metterli
in condizione di esprimersi e, qualora questi per desuetudine non lo facciano,
deve attivare canali di sollecitazione, oltre le estemporanee ed inefficaci
comunicazioni di rito, che li coinvolgano. Ma per sentire le domande della
periferia occorre anche che il centro comunichi e spieghi in maniera tempestiva
e chiara le sue risposte. Occorre quindi attivare e praticare precise vie di
comunicazione altrimenti, per vie diverse e sconosciute … neanche Maometto e la
montagna si possono incontrare e l’uno si lamenterà dell’altro in una spirale
senza fine.
Stabilito il contatto
nasce il rapporto. Un rapporto cittadino/istituzioni ovvero
cittadino/burocrazia che nella maggior parte dei casi è vissuto con terrore e
sofferenza. Eppure trattasi dell’apparato che le istituzioni mettono a
disposizione dei cittadini per ricevere i servizi di cui sono creditori quali contribuenti. La lista
civica, chiamata a dare gli indirizzi gestionali al municipio, deve diffondere
a tutta la struttura quello spirito di servizio talora mancante, talora
latente. Ma cambiare non deve essere un dogma. Vi sono cose che non funzionano,
cristallizzate nel tempo, e queste vanno cambiate, Vi sono cose migliorabili
che vanno rettificate. Vi sono pure eccellenze da confermare.
Il cambiamento delle
cose inevitabilmente passa dal cambiamento delle persone. Non è un cambiamento
critico verso il passato, che pur tra detrattori ed estimatori, ha coperto . un vuoto non certo rassicurante.
E’ un cambiamento generazionale naturale che in generale in Italia la classe
politica tende ad eludere. Ci potrà essere un prezzo da pagare all’inesperienza
ma fa parte del processo di rinnovamento per entrare nella fase None 2.0
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