sabato 15 giugno 2013

“né Vinti, né Vincitori”

Nello scorso mese di maggio, la Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo di None aveva chiesto spazio all’Eco del Chisone per pubblicare una lettera contenente alcune considerazioni riguardo al futuro del plesso “don Albera”. La Dirigente chiedeva di pubblicare integralmente la lettera, per non snaturarla. In caso contrario, si preferiva che non venisse pubblicata per nulla. Il giornale ha deciso per la seconda opzione.
Pertanto, per informazione ed eventuale interesse, ecco di seguito, il testo della lettera.

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Alla cortese attenzione del Direttore dell’Eco del Chisone

Buongiorno.
Sono Mariella Rulfi, Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di None e scrivo in merito agli ultimi articoli che il vostro giornale ha dedicato alla Scuola da me diretta, in particolare alla vicenda collegata con il Plesso di Scuola Primaria Don Albera, che funziona da anni con il modulo di tempo normale – quello che la riforma Gelmini chiama “a 27 ore”.

Il Plesso è salito – per così dire – agli onori della cronaca, a seguito di una proposta presentata dalle Maestre che qui lavorano, relativa ad una rimodulazione dell’orario settimanale, basata sull’ipotesi di non potere più offrire all’utenza le 28 ore attualmente in vigore in tutte le dieci Classi, ma 27, come appunto indicava la Riforma Gelmini, a regime proprio a partire dal prossimo anno scolastico.
La Circolare emanata dall’Ufficio Scolastico di Torino il 21 Marzo scorso, ha invece chiarito che sarà possibile garantire ancora lo stesso monte orario, trovando le risorse all’interno dell’organico d’Istituto.

Ciò che mi preme sottolineare è, dunque, che non c’è stata nessuna “vittoria del COGENO” - Comitato Genitori di None – come non c’è mai stata, se non nell’immaginario di qualcuno, una battaglia, una lotta, una faida portata avanti dalla sottoscritta con la complicità delle Maestre.
Nel momento stesso in cui la Circolare è stata diramata, è stata nostra cura informarne il Consiglio d’Istituto, particolarmente affollato in quella seduta da genitori molto probabilmente allarmati da qualcuno che sobilla ed istiga ad innalzare barricate per decisioni che vengono prese ben più in alto.
Se la Don Albera potrà riproporre un orario di 28 ore settimanali, non sarà merito di nessuno: semplicemente si dovrà reperire il fabbisogno orario dove vi sarà la disponibilità.

Non abbiamo sinceramente compreso – uso il plurale, perché il personale del Plesso condivide i miei interrogativi, come io condivido le loro perplessità – il motivo per cui il Comitato abbia pensato che qualcuno di noi lavorasse contro la scuola, così tanto “contro” da essere presentati come i distruttori di un modello di scuola che funzionava perfettamente.
Il personale docente della Don Albera mi ha consegnato una lettera nella quale viene sottolineato il dispiacimento per non essere stati interpellati prima di trarre delle conclusioni sicuramente non corrette.

Provo a riassumere i punti essenziali:

Le referenti del Plesso, Signore Maria Grazia Marchisio e Marilena Fogliato, sono state da me invitate a riferire al Consiglio d’Istituto la loro proposta di rimodulamento dell’orario scolastico; le Maestre hanno spiegato ai Genitori presenti le ragioni, esclusivamente di carattere didattico, e sulla base della loro esperienza quotidiana con gli alunni, che le avevano portate alla proposta: solo una parte dei bambini iscritti alla mensa consuma il pasto a scuola mentre un consistente numero di genitori preferisce portare i figli a mangiare a casa e riportarli a scuola al pomeriggio. Sono, naturalmente, liberi di farlo ed è possibile che, in tempi difficili, alla base della scelta ci possano anche essere legittime e comprensibile ragioni di bilancio familiare. Ma non posso - perché è il mio mestiere - non fare presente che questo provoca delle oggettive difficoltà didattiche: è più complicato “recuperare” l’attenzione dei bambini al pomeriggio, quando alcuni hanno mangiato troppo, e hanno sonno, o hanno passato il tempo davanti al televisore, e sono stanchi, o troppo agitati, comunque difficili da gestire. Inoltre, punto ancora più importante, le ore del mattino sono sempre state molto più proficue, ovviamente intervallate con momenti di pausa e con una programmazione didattica che privilegiasse le prime ore per insegnare i contenuti più difficili da acquisire.
La differenza di un’ora tra le 27 previste in riforma e le 28 attuali, non è significativa dal punto di vista didattico. Tutti sanno che non è la quantità delle ore, ma la qualità dell’insegnamento che arricchisce gli alunni; inoltre, l’orario a 28 ore, di fatto funziona con risorse per 27, e la conseguenza è la difficile gestione dell’orario delle Maestre, discordante con la programmazione didattica.

Ancora: il rischio – reale – è che la Scuola venga sempre più vista come un luogo dove parcheggiare i bambini. Poco importano le ragioni delle Maestre, è importante che le famiglie sappiano dove “sistemare” i loro figli e possano avere qualche ora di libertà in più.
La sottoscritta non ha fatto alcuna “marcia indietro” – come riferito dal vostro giornalista – rispetto a quanto discusso e deliberato in Consiglio. Semplicemente, dal momento che l’aspetto più importante per le famiglie pare essere quello di avere qualcuno che si prenda cura dei propri figli, nonostante le ragioni didattiche esposte dalle Maestre, ho informato il Consiglio che avrei proposto la conferma dell’assetto attuale del Plesso.
Sottolineando che lo proponevo a malincuore, ben consapevole che le ragioni delle Maestre verranno messe da parte e sacrificate per garantire servizi che con la didattica hanno poco a che fare.
Un'ultima considerazione: la Dirigente di questa scuola non ha battaglie da combattere o trofei da portare a casa o sconfitte da evitare; semplicemente cerca di garantire, con mezzi e risorse sempre meno sicuri, il miglior servizio possibile nell'interesse degli studenti prima di tutto, delle loro famiglie e della comunità. E cerca di farlo chiamando a collaborare prima di tutto gli insegnanti ma anche tutte le altre componenti interessate. Qualche volta gli interessi coincidono e qualche volta sono più difficili da mettere insieme. Cerchiamo di farlo nel miglior modo possibile, con equilibrio ma senza rinunciare a dire la verità. Mio padre, che era un vecchio medico, era solito dire che, qualche volta, le medicine buone sono cattive.
Infine, chiedo cortesemente che il mio intervento venga pubblicato interamente sul vostro giornale, dando ad esso la stessa visibilità che è stata garantita a quello pubblicato sotto il titolo “ La Vittoria del Cogeno”.

E mi permetto di indicarvi anche un titolo: “né Vinti, né Vincitori”.

Ringraziando per l’attenzione,

Prof.ssa Mariella Rulfi

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CoGeNo - Comitato Genitori di None

2 commenti:

  1. Il mio titolo per il momento 'Vinti'. 'Vinti' come genitori che credevano nelle 28 ore e 4 pomeriggi. Quando si saprà l'organico di fatto spettante l'IC di NONE per il 2013-2014 si potrà decretare Vinti /Vincitori/'Ne' vinti ne' vincitori'. La decisione del nuovo orario è stata presa prima dell'attribuzione dell'organico di fatto. A dire il vero le 28 ore sarebbero state date alle classi dalla 2 alla 5, con un orario diverso per la prima elementare. Di fronte a questa scelta, il Consiglio d'Isituto ha optato per un orario unico per tutte le classi e 27 ore per tutte le classi e tre pomeriggi. 28 ore permettono una buona articolazione su 4 pomeriggi, 27 ore un buon orario con tre pomeriggi. Al momento i numeri resi pubblici dalla scuola, sono di 11 insegnanti per la DON ALBERA (11 x 22 h per ogni insegnanti di insegnamento / 9 le classi alla don albera fanno meno di 27 ore). Dopo la votazione sono state dichiarate altre 17 ore di inglese, e farebbe un 28 ore risicatissimo. Quando si avrà l'organico di fatto (ovvero la possibilità che vengano attribuite altri insegnanti alla scuola, si saprà se e quale orario era possibile.
    I genitori volevano difendere un servizio su 4 pomeriggi, e un'ora di lezione frontale. Speriamo di recuperare tali ore in progetti, gite, uscite.

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  2. Da un lato si legge " la Scuola venga sempre più vista come un luogo dove parcheggiare i bambini. Poco importano le ragioni delle Maestre, è importante che le famiglie sappiano dove “sistemare” i loro figli e possano avere qualche ora di libertà in più." Dall'altro "semplicemente cerca di garantire, con mezzi e risorse sempre meno sicuri, il miglior servizio possibile nell'interesse degli studenti prima di tutto, delle loro famiglie e della comunità." Le famiglie vedono la scuola come servizio, e ci credono e non come parcheggio. Ci sono stati anni di lotta prima di noi per il lavoro delle donne e per servizi sociali, tra i quali il tempo pieno. Non buttiamo via tutto. Ci sono i tagli, ma si puo' cercare di salvare la scuola e la scuola anche come servizio. Non tutti i ragazzi hanno a casa una famiglia che li puo' aiutare e seguiere, pertanto la scuola è anche una risorsa sociale.

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