Il nostro
intervento sulla delibera del 30 marzo, la quale approvava il piano delle Performance
e stabiliva le retribuzioni di risultato, ha sollevato reazioni disparate. Da un
lato alcuni cittadini si scagliano contro i dipendenti comunali e parlano di “cose
vergognose”. Dall'altro tra i dipendenti comunali titolari
di posizione organizzativa, c'è chi ravvede nel nostro scritto una “diffamazione
del lavoro dei responsabili di Servizio”,“disinformazione”, “disonestà
intellettuale”, “populismo spicciolo”, “facile demagogia” e ci chiede
una “immediata rettifica su tutti i
mezzi interessati senza ulteriori distinguo od apprezzamenti”.
Non era
nostra intenzione sminuire o mettere in cattiva luce la professionalità e la
figura di alcun dipendente. Tuttavia riconosciamo che può sorgere
un'incomprensione se, come ci è accaduto di fare, si usa il termine di
indennità di posizione confondendolo con retribuzione di risultato. Le cifre da
noi indicate come “retribuzione di risultato” sono in realtà “indennità
di posizione”. La retribuzione di risultato è il 30% dell'indennità di
posizione, cifra effettivamente versata nel caso di raggiungimento degli
obiettivi riportati nel piano delle performance. Riassumendo, lo stipendio del
dipendente è dato: dallo stipendio tabellare; dall'indennità di posizione (che
è parte integrante dello stipendio); dalla retribuzione di risultato che “può
essere assegnata nella misura massima del 30% dell'indennità di posizione” qualora
il dipendente fosse in Convenzione con altri Comuni.
Facciamo
volentieri ammenda per la confusione involontariamente determinatasi, ma
confermiamo nell'essenziale la validità delle nostre osservazioni, tese ad
auspicare, come ribadiamo, “che
l’Amministrazione Comunale, una volta approvato il Bilancio, approvi il Piano Performance per l’anno in
corso in tempi più celeri, non a fine anno o quasi, quando gli obiettivi da
raggiungere possono agevolmente essere presentati a consuntivo come risultati
raggiunti al cento per cento e quindi utili a “meritare” la quota incentivante
di salario accessorio ai responsabili di servizio. Gli obiettivi concordati non
devono limitarsi ad assicurare l'ordinaria amministrazione. L'aspirazione pur
legittima dei dipendenti al massimo della retribuzione non è l'obiettivo
esclusivo. Questa aspirazione deve essere invece armonizzata nel negoziato
sindacale con il principale obiettivo di conseguire un miglioramento delle
prestazioni e una maggiore efficienza qualitativa dei servizi offerti ai
cittadini. I bisogni
della collettività sono la
priorità e questa è la missione istituzionale
di chi amministra la cosa pubblica”.
Dall'angolo
di via Roma 11
Loredana Brussino, Mario Dellacqua e Angelo Pibiri
COMUNICATO N. 47, 27 maggio
2015
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