Ho
ancora qualcosa da dire dopo l'incontro all'angolo di via Roma 11 di
martedì scorso 8 novembre con i dirigenti rifondaroli torinesi Ezio
Locatelli e Simone.
1)
Sono contento che la diversità delle nostre scelte non abbia
guastato la serenità dei rapporti fra chi si è iscritto e chi no.
2)
Se la sinistra può rinascere solo dal basso, non hanno alcuna
credibilità allo scopo i gruppi dirigenti che ci hanno lasciato in
eredità un patrimonio di sprechi e di scissioni. Sulle scissioni non
affondo la motosega nella ferita. Sugli sprechi basta ricordare
qualche milione di euro investito per produrre un giornale che
nemmeno gli iscritti compravano e leggevano.
3)
La sconfitta del governo Renzi e l'apertura di una nuova fase
politica è possibile solo in due modi: dall'interno, rafforzando la
battaglia di opposizione della minoranza che ottiene molta visibilità
e può portare alla deflagrazione del Pd. Oppure dall'esterno,
rafforzando la forza d'urto del M5S. Di una terza posizione nessuno
si accorgerebbe e al massimo avrebbe una funzione decorativa.
4)
Mi si obietta che il M5S è una forza carismatica e padronale che
sostituisce la partecipazione democratica col dito sul mi piace da
casa. Vero, ma in che cosa sono diversi quanto a leader maximo i casi
di Fidel Castro e di Bertinotti? Per misurare i risultati della
diversità rinvio al punto 2.
5)
Mi si obietta che fa schifo la posizione del M5S quando vuole buttare
a mare gli immigrati. Vero, ma è come dire che fa schifo la metà o
giù di lì delle classi subalterne e ciò impedisce ogni dialogo
possibile con questa parte importante delle classi subalterne. Se
dici che fanno schifo, dopo con chi scambi parola? Può ragionare
così solo chi si può permettere il lusso elitario di vivere in
ambienti protetti e incontaminati.
Mario
Dellacqua
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