I soldi da spendere sono sempre meno e restrizioni governative sempre più severe colpiscono l'autonomia e il potere di decidere dei Comuni.
Se vogliamo rispettare i cittadini, evitando promesse che non si possono mantenere, è venuto il momento di dire che essi meritano la lealtà di programmi più modesti, ma realisticamente concretizzabili con la competenza e il lavoro collettivo che la comunità sarà in grado di esprimere.
Perciò è d'obbligo intervenire nelle uscite al fine di contenere le spese correnti, riducendo al minimo consulenze e incarichi esterni e valorizzando al massimo la professionalità delle risorse umane già attive negli uffici comunali.
Sul versante delle entrate, va colpita la beffa e l'ingiustizia delle evasioni di IMU e TARI.
I cittadini hanno il diritto di contare su istituzioni severe ma giuste nell'applicazione rigorosa e imparziale delle leggi. E in tempi di democrazia recitativa, i cittadini vanno chiamati a pronunciarsi attraverso il dialogo e l'ascolto, avendo sempre come meta finale il primato del bene pubblico, che qualche volta è in contrasto col tornaconto del privato cittadino.
Il voler accontentare tutti spesso porta soltanto ad accontentare gli amici e ciò è moralmente inaccettabile per noi. Il bilancio partecipativo, abbandonato per strada dall'Amministrazione uscente, va introdotto per offrire alla cittadinanza consapevole la possibilità di concorrere effettivamente alla scelta di progetti di riqualificazione degli spazi urbani.
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