Con la serata inaugurale del 13 febbraio, il Circolo dei giovani democratici si è lanciato in una spericolata avventura politica: mettere insieme persone che si stanno troppo abituando a vivere da sole e che la pensano diversamente per “interrogarsi, attivarsi, cooperare”, tutelare e “valorizzare l’ambiente in cui viviamo”, aprire “spazi di confronto e di formazione politica in cui i ragazzi possano studiare” e cercare una direzione utile alla collettività. “Non diventare - ha detto Federico Ciaffi - un comitato elettorale che si fa vedere sotto elezioni e poi sparisce dimenticando tutto ciò che capita fra un’elezione e l’altra. Non c’è bisogno di una carica politica” per impegnarsi nella battaglia pacifica della solidarietà. In questo percorso accidentato, le tradizioni del cattolicesimo democratico e del pensiero socialista “sono valori che vengono da lontano”, come ha notato Sergio Chiamparino: non sono un peso di cui liberarsi, ma un’eredità che ci può aiutare nelle sfide dell’oggi se la sapremo raccogliere, ben amministrare, ripensare e rinnovare.
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