mercoledì 29 aprile 2020

PIU’ OSPEDALI, MENO CACCIABOMBARDIERI

In queste settimane tutta l’Italia è chiamata ad affrontare una prova di resistenza e di responsabilità senza precedenti e non immaginabile per le generazioni nate dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
Se vogliamo fermare il coronavirus, siamo anche chiamati a correggere le storture alla base delle più gravi difficoltà che ci affliggono: malati senza ospedali, ospedali senza medici, senza infermieri e senza impianti adeguati, cittadini senza dispositivi di protezione, anziani abbandonati, imprese a rischio di chiusura e famiglie di lavoratori e di precari a un passo dalla fame, specie nel Mezzogiorno.
Ora capiamo che cosa vuol dire chiudere ospedali, ridurre i posti letto, destinare alla sanità il 6,6% del PIL, mentre Germania e Francia investono il 9,5 e il 9,3%. Invece di colpire le troppe disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza mediante una riforma fiscale improntata a severa progressività (chi più ha più paga), si è preferito privatizzare e infierire sullo stato sociale nell’illusione che il mercato avrebbe restituito tutele più efficienti.
Ora, mentre lodiamo e sosteniamo il lavoro di medici e infermieri che non temono di rischiare la vita per gli altri alla loro prima esperienza lavorativa, consentiamo all’industria bellica di riprendere a Cameri la produzione dei cacciabombardieri F35, considerata “attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale” e “fondamentale per far fronte alle commesse e non mettere a rischio i posti di lavoro”, come scrive il Ministro della Difesa. Si tratta di aerei che possono trasportare anche ordigni nucleari. Perché accanirsi in questa direzione? Con i soldi di un solo F35 (circa 150 milioni di euro) quanti respiratori si potrebbero acquistare?
Tutto andrà bene, se tutto non tornerà come prima. La prima svolta da conquistare sarà la riconversione dell’industria militare verso produzioni di beni e servizi orientati alla tutela della salute, dell’ambiente, dell’istruzione, della ricerca. Non alla criminale produzione di armi e di guerre che mettono a repentaglio il futuro dell’umanità.
Dobbiamo scrivere “non un manuale di economia, ma una pagina di storia”, come dice il Presidente Giuseppe Conte. E se vogliamo “correggere il nostro modello di sviluppo in direzione di un’economia sostenibile”, come chiede all’Europa il Commissario Paolo Gentiloni, questo è il momento di dimostrarlo con i fatti. Con tutta la gradualità possibile, ma con tutta la determinazione che è necessaria.
Mario Dellacqua




 


1 commento:

  1. A causa del coronavirus ho perso tutto e grazie a dio ho ritrovato il mio sorriso ed è stato grazie al signore Pierre Michel Combaluzier che ho ricevuto un prestito di 65.000€ e due miei colleghi hanno anche ricevuto prestiti da quest'uomo senza alcuna difficoltà. È con il signore Pierre Michel Combaluzier, che la vita mi sorride di nuovo: è un uomo semplice e comprensivo. Ecco la sua email: combaluzierp443@gmail.com  






    A causa del coronavirus ho perso tutto e grazie a dio ho ritrovato il mio sorriso ed è stato grazie al signore Pierre Michel Combaluzier che ho ricevuto un prestito di 65.000€ e due miei colleghi hanno anche ricevuto prestiti da quest'uomo senza alcuna difficoltà. È con il signore Pierre Michel Combaluzier, che la vita mi sorride di nuovo: è un uomo semplice e comprensivo. Ecco la sua email: combaluzierp443@gmail.com  

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