None, 26/02/2011
Le dichiarazioni del Consigliere Provinciale Erika Faienza nel corso della riunione del Comitato Energia e Ambiente dello scorso 16 Febbraio e riprese integralmente nell’intervista che la stessa autorevole esponente del PD ha rilasciato all’Eco del Chisone dello scorso 23 Febbraio, prendono spunto dalle vicende della centrale biomasse di None per arrivare a fornire giudizi di merito sul nostro comportamento in qualità di amministratori nella passata amministrazione Simeone, accusandoci perlomeno di omessa denuncia di una non ben identificata operazione nell’ambito della quale, al di fuori delle stanze della Giunta e del Consiglio Comunale, avanzava spedita l’iniziativa della Benarco.
Riteniamo doverose alcune precisazioni di merito.
- Confermiamo che a fine 2006, per iniziativa del comandante dei Vigili Silvano Bosso, una delegazione dell’amministrazione comunale (il sottoscritto Garabello e l’assessore Luca Ferrua) insieme ad una folta rappresentanza del mondo agricolo e di altri imprenditori locali, venne invitata a visitare l’impianto a biomasse di Altare, realizzato dalla Benarco, in provincia di Savona. L’iniziativa fu da stimolo per valutare dal punto di vista tecnico ed economico, da parte dei nostri imprenditori agricoli, la possibilità di differenziare le culture locali al fine di poter dar vita ad un processo di filiera corta nell’ambito del quale una centrale a biomasse di determinate caratteristiche poteva costituire un volano utile per l’economia locale.
- Le valutazioni che gli imprenditori agricoli fecero qualche tempo dopo la visita alla centrale di Altare furono negative, nel senso che evidentemente non c’erano i presupposti di convenienza tecnica ed economica per portare avanti il progetto.
- Erika Faienza fa riferimento ad un progetto depositato dalla Benarco 6 mesi dopo quella visita ad Altare. Ma la consigliera provinciale, cita qualcosa che non ha nulla a che vedere con il progetto autorizzato dalla Provincia, di cui lei è autorevole esponente, e di cui ora stiamo discutendo. Ciò che menziona sono probabilmente le schede inserite nei P.T.I. (Piani territoriali integrati) allora in itinere. Se dovesse risultare diversamente invitiamo a produrre il relativo documento certificante l’avvenuto protocollo.
- A costo di essere noiosi, bisogna fornire qualche spiegazione. I P.T.I. sono degli strumenti finanziati in parte dalla Comunità Europea che hanno l’ambizione di fornire una pianificazione economica su scala provinciale, in verità alquanto fumosi e di scarsa ricaduta pratica, almeno a constatarne i risultati effettivi, nell’ambito dei quali (art. 4 della Deliberazione della Giunta Regionale 11 dicembre 2006, n. 55-4877) la Provincia di Torino ha il compito di:
- a) condurre un'azione di promozione e supporto nei confronti degli Enti Locali e degli altri soggetti che intendono partecipare alla definizione di un programma territoriale integrato, b) favorire la concertazione e l'aggregazione tra tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell'area, c) definire, di concerto con i soggetti interessati, gli obiettivi di sviluppo sulla base delle principali caratteristiche vocazionali del territorio, in coerenza con gli obiettivi strategico-operativi definiti a livello regionale.
- Il P.I.T., che fu presentato dal Comune di Villafranca come capofila del contesto territoriale in cui era inserito anche il Comune di None, era seguito personalmente dal Sindaco Maria Luisa Simeone e dall’allora consigliere Stefano Rizzo, attualmente Vicesindaco dell’amministrazione di None, in modo particolare per l’inserimento dell’Accademia del cioccolato come progetto qualificante per l’amministrazione comunale e la ditta De Col di None. Dalla documentazione relativa ai P.T.I. risulta inserito inizialmente un progetto di una centrale a biomasse, con un’ipotesi di finanziamento del Luglio 2007, che viene però poi definitivamente stralciato nel documento finale approvato dell’agosto del Agosto 2008. Si producono gli allegati a supporto di quanto sopra.
- Da allora, l’ipotesi della centrale a biomasse, non è più rientrata in alcun dibattito dei tavoli della Giunta, del Consiglio o delle Commissioni Consiliari, ma nemmeno, per quello che ci è dato sapere, dei corridoi del Palazzo. Se qualcuno, e in particolare la consigliera Erika Faienza, è a conoscenza di qualche altro retroscena nascosto avvenuto nel nostro comune o nelle sedi della Provincia, farebbe bene a denunciarlo senza omettere nomi, cognomi e circostanze.
- E’ bene ricordare che ci siamo dimessi dai nostri incarichi nell’Aprile del 2009, a seguito di un progressivo deterioramento dei rapporti all’interno del gruppo consigliare e soprattutto con il Sindaco Maria Luisa Simeone, con la quale non riuscivano più a sopportarne le modalità di conduzione della amministrazione; è storia nota e ancora viva, sulla quale inutile ritornare. Sta di fatto che noi ci siamo fatti da parte, e non ci siamo più ripresentati alle elezioni comunali del giugno del 2009.
- Le prime notizie riguardo il progetto che oggi contestiamo della Benarco, le abbiamo acquisite a metà agosto del 2009, quando il Sindaco Simeone rilasciava all’Eco del Chisone, un’intervista in cui, a seguito di una conferenza dei servizi in Provincia tenutesi nel Giugno 2009, magnificandone la “natura assolutamente ecocompatibile dell’impianto” paragonato a “poco più che una caldaia”, annunciava l’imminente realizzazione di questo progetto, invitando tutti quanti e soprattutto l’opposizione a condividerlo.
- Desumiamo che il progetto in oggetto, sia stato presentato in Comune in concomitanza con la presentazione in Provincia per la sua autorizzazione, e cioè nella primavera del 2009. Sappiamo, dai verbali pubblici acquisiti, che alla Conferenza dei Servizi del 11 giugno del 2009, partecipò per il Comune di None, il solo responsabile dell’Ufficio Urbanistico, l’Architetto Primo, essendo il progetto in oggetto inserito in una procedura di autorizzazione urbanistica. Con quale mandato e istruzioni, non ci è dato sapere, ma crediamo sia facilmente intuibile, dal momento che l’assessore all’urbanistica della giunta precedente era dimissionario e l’attuale doveva ancora subentrare.
- E’ pertanto evidente che il Consiglio comunale di None, così come la giunta di cui eravamo parte, per tutto il periodo nel quale siamo rimasti in carica, non sono stati mai interessati rispetto al progetto della centrale a biomasse in questione.
- Ricordiamo che i sottoscritti, così come tutti gli aderenti al Comitato contro la centrale di None, non sono aprioristicamente contrari alle centrali biomasse; anzi, laddove ci sono le condizioni morfologiche, ambientali ed economiche che garantiscono un processo di filiera corta e controllata tra le fasi di approvvigionamento del legname e l’utilizzo finale dell’energia prodotta dall’impianto di cogenerazione, questi impianti costituiscono sicuramente una possibile soluzione per le politiche di incentivo a fonti energetiche alternative. Il problema della centrale di None, è che tutte queste suddette condizioni non ci sono, e l’iniziativa non solo è una mera e scandalosa speculazione che usa fondi pubblici per fini privati, ma è anche dannosa per l’ambiente e la salute dei nostri cittadini.
Con quale autorità, cognizione di causa e conoscenza diretta dei fatti, Erika Faienza sia arrivata ad esprimere i suoi giudizi nei nostri confronti non ci è dato sapere.
Ne tantomeno ci è dato di conoscere le motivazioni recondite che stanno dietro questo attacco, dal momento che non abbiamo mai avuto a che fare con la suddetta consigliera, né in passato, quando avevamo un ruolo attivo nell’amministrazione, né oggi, che siamo semplici cittadini, quantunque presenti con la nostra partecipazione alle vicende della comunità nonese, tra le quali quelle del comitato contro la centrale, che ci ha visto da subito tra i primi sostenitori.
Il nostro stupore è pertanto quantomeno pari alla rabbia di essersi sentiti tirati in ballo (con Daniele Carità, unici soggetti individuati con nome e cognome) in una brutta storia, in cui, come da prassi, chi di dovere svicola dalle sue responsabilità giocando sull’italico scarica barile, che ha come unici obbiettivi quello di coprirsi le spalle o di rimescolare le carte per provare a garantirsi qualche accredito elettorale, anche facendo ricorso ad atti e comportamenti che offendono il comune buon senso.
Una catena paradossale in cui politici professionisti, anche di significativa rilevanza rispetto a 2 dilettanti ex-amministratori, si mascherano dietro alle determinazioni dei loro funzionari che, da perfetti burocrati, sono tanto più attenti riguardo le questioni formali che li elevano dal rischio di incorrere in qualche sanzione amministrativa o procedurale, quanto poco sensibili rispetto ai contenuti di merito che impattano sulle comunità.
Ma ora che le cose sono marce, e che sull’onda di una crescente e consapevole indignazione dei cittadini, ci si rende conto di aver combinato un bel pasticcio, cominciano a volano gli stracci provando a trascinare nel mucchio tutti, anche coloro che proprio non c’entrano, facendo leva su un’equazione molto abusata: tutti uguali, tutti colpevoli e quindi nessun colpevole.
Non ci interessa oltremodo partecipare a questo dibattito; abbiamo coscienza delle nostre azioni passate e di cosa ora sia importante fare per raggiungere l’unico obbiettivo che vale la pena perseguire: impedire la costruzione della Centrale a None.
Per questo, con tutti coloro che hanno sinceramente a cuore questo scopo, abbiamo messo da parte divisioni e rivalità politiche e personali, passate e presenti. Auspichiamo che anche Erika Faienza sia animata dalle stesse buone intenzioni e lavori con noi allo scopo comune.
Cordialmente,
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