In seguito all'intervento di Giuseppe Astore e Giovanni Garabello circa i rapporti tra gli amministratori del Comune di None e la società Benarco, ci è giunta questa nota del Vice Sindaco Stefano Rizzo che volentieri pubblichiamo per una completa documentazione sull'intera vicenda della centrale a biomasse.
Quanto scritto corrisponde a quanto avvenuto.
Confermo di aver partecipato ad almeno 5 riunioni per la definizione dei P.T.I. a Villafranca e Cavour. Voglio assicurare che alcuni politici, come il sottoscritto (altrettanto dilettanti) preferiscono assumersi le proprie responsabilità, in quota parte, ma se le assumono.
Questo perché sbagliare in buona fede è umano, mentre far intendere che vi sia qualcosa di sporco o qualche interesse personale dietro, come la dichiarazione di Faienza lascia intendere, equivale a denunciare un reato.
Lanciare il sasso nello stagno per vedere che effetto fa, è un atteggiamento molto distante dalla politica, per come io la intendo.
Stefano RIZZO
Se il numero di dichiarazioni rilasciate ai giornali o le polemiche tra gruppi informali, consiliari ed esponenti di Partito servissero a bloccare l'insediamento della Centrale, sarei il primo a continuare in quest'opera meritoria.
RispondiEliminaOggi però più che mai penso sia necessario continuare la battaglia dal punto di vista legale, come l'Amministrazione sta facendo, ma sopratutto dal punto di vista dell'impegno civico, quello della cittadinanza attiva. La polemica tesa a guadagnare qualche percentuale di consenso, magari in prospettiva futura, per quanto comprensibile, può rischiare di compromettere l'unitarietà della battaglia e dilapidare un capitale sociale frutto di due anni di lavoro. E' invece a mio avviso necessario che essa diventi sempre più una lotta comune per un precipuo obiettivo che troviamo scritto sulle lenzuola: No alla centrale! Lungi dall'essere un obiettivo acquisito, esso merita la massima attenzione da parte di chi ha ruoli amministrativi (con il ricorso al TAR) e parimenti di ogni singolo cittadino consapevole. La mia proposta è: più lenzuola, meno polemiche, almeno finché l'obiettivo sarà raggiunto.
Più lenzuola e altri contributi stanno diffondendo a None un'atmosfera di possibile risveglio democratico. Oggi ci incoraggiano i contributi di Annalisa Borgogno e della famiglia Garis che portano le entrate a 3079,7 euro. Uscite ferme a 295,7 euro. In cassa 2784 euro. A presto.
RispondiEliminaOttimo! Avanti così!
RispondiEliminaGrazie alla presenza di Giovanni Garabello e di Vincenzo Grimaudo, al mercato di oggi sono stati raccolti 15 euro. E' pervenuto anche il contributo di Grazia Milan Vruna. Le entrate salgono a 3114,7 euro. Invariate le uscite a 295,7 euro, in cassa ci sono 2819 euro.
RispondiEliminaCaro Stefano,
RispondiEliminaCon tutta sincerità quando ho letto che ognuno si eclissato dicendo di non "sapere nulla" mi è venuto da ridere...in una realtà come quella nonese dove per un qualsiasi , irrisorio intervento di manutenzione bisogna sottostare ad assurdi iter burocratici mi pare improbabile che NESSUNO sapesse nulla...perciò la mia domanda è: Qualcuno ci può dire in che data la Benaco ha "protocollato" il progetto per la costruzione della centrale, dato che sarebbe impensabile non lo abbia fatto.
Prendendo atto da quanto affermato dai signori Garabello ed Astore (all'Eco del Chisone) che finchè loro erano in giunta (aprile 2009) non avevano visto il progetto in questione, e LORO, come tutta la popolazione ha saputo la notizia dall'eco di agosto 2010?
Possibile che un progetto protocollato di simile entità non sia arrivato sulla scrivania del sindaco?
Perchè la popolazione non è stata messa al corrente di un'opera di tale impatto sulla qualità della vita?
nino
Caro Stefano
RispondiEliminavoglio risponderti dicendo che oggi più che mai penso che, per chi non lo ha fatto prima, sia "opportuno" "cominciare" la battaglia, mentre è normale continuare per chi non ha dovuto cambiare idea.
Il nostro NO alla centrale a None, nato nell'estate 2009, è cresciuto fino ad oggi con la cura, l'apprensione ed il coraggio che servono per far crescere la Consapevolezza.
Quella che sta man mano maturando nei cittadini nonesi, grazie alle azioni e alle parole di chi ha creduto nel alvoro di gruppo e nel coinvolgimento: comportamenti che credo debbano rientrare nel codice del buon amministratore pubblico, ma che non ho riscontrato nei vari passaggi della "storia della centrale"
Mi fa piacere sentirti sottolineare l'importanza dell'azione legale intrapresa dal Comune, quell'azione che il mio gruppo ha chiesto durante l'ultimo Consiglio Comunale Aperto, chiesto da chi?.....non vorrei ripetermi.....dal mio gruppo!
Mi piace saperti attento all'impegno civico, quello della cittadinanza attiva, sentirti promuovere l'idea che il "Comitato" ha partorito, quella dimanifestare con le lenzuola ai balconi!
E' polemica tesa a guadagnare qualche percentuale di consenso, come tu dici, ricordare che la maggioranza è andata avanti grazie alle spinte di più forze politiche?
E' polemica ricordare che l'ultimo consiglio comunale, da noi chiesto il 29 settembre 2010 ci è stato concesso dopo due solleciti, il 23 novembre 2010? E' polemica constatare che di lì a pochi giorni è arrivata la notizia dell'autorizzazione?
E' polemica della minoranza o è censura della maggioranza?
MI auguro che l'attuale unione di intenti serva all'obiettivo comune.
Mi auguro che le lenzuola ai balconi si moltiplichino, in segno di accresciuta consapevolezza.
Credo fermamente che ogni storia ha un'origine e noi non dobbiamo dimenticare.
Nadia Biscola
Cara Nadia,
RispondiEliminale ultime due righe del tuo intervento mi interessano più del resto e sono per me un invito a nozze che mi sottopone a macello. Devi sapere che periodicamente io cado sotto l'influenza di Italo Calvino e nel suo "Il sentiero dei nidi di ragno" trovo scritto che ognuno di noi ha una ferita segreta che lo porta al combattimento e che bisogna stare attenti a non camminare troppo vicini alla ruota che rischia di schiacciarci. Parlava della uguaglianza tra fascisti e partigiani che erano la "stessa cosa ma tutto il contrario". Parla ancora all'Italia di oggi e forse anche al nostro microcosmo locale. La presente per segnalare a me stesso che tutte le origini sono spurie, che nessun cammino è lineare e che mi trovo in uno di quei momenti nei quali ogni anche lontana parentela di significati con Calvino fa decollare la mia riflessione. Non voglio dire che bisogna dismettere la capacità di distinguere in nome di un parrocchiale embrassons-nous. Voglio dire che la lotta politica ci porta a navigare tra Scilla e Cariddi e questa consapevolezza mi consiglia tolleranza, ma anche determinazione delle scelte. Comunque vabbè. Non posso spiegare cose che non ho capito neppure io fino in fondo. Grazie a te e a Stefano.
Mario Dellacqua
I capponi di Renzo sono quei quattro poveri capponi che nel terzo capitolo dei “Promessi sposi” Renzo porta all’Azzeccagarbugli, con il fine di ottenere da lui consiglio legale su come convolare a giuste nozze con Lucia.
RispondiEliminaI capponi vengono legati in fretta e furia per le zampe da Agnese e, a testa in giù e con tanti scossoni, vengono portati attraverso i campi fino allo studio dell’Azzeccagarbugli. Le povere bestie, cosí bistrattate, oltre a sopportare un viaggio penoso si beccano tra loro, esattamente come fanno le persone quando non arrivano a capire che la causa del loro male non dipende da loro stessi, bensí dall’esterno.
Pensavo. Non direi con Fra' Cristoforo "omnia munda mundis" (tutto è puro per i puri).Invece direi con Franco Fortini che la nostra morale non può essere quella di Renzo Tramaglino che è contro tutti i tumulti. Io sono contro i tumulti inutili. E va a vedere che cosa trovo stamane sull'Avvenire del 6 marzo per merito di Gianfranco Ravasi, cardinale "presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e delle Commissioni di Archeologia Sacra e per i Beni Culturali della Chiesa" (sic). L'esegeta Albert Gelin, definendo la carta d'identità biblica di Dio, ha detto che "il Signore, Dio di pietà e di misericordia, lento all'ira e ricco di grazia e verità, che conserva grazia per mille generazioni, sopporta colpa, trasgressione e peccato, ma senza ritenerli innocenti, che visita la colpa dei padri sui figli e sui figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione".
RispondiEliminaRavasi cita lo studioso mentre discute di mitezza che "non rinuncia alla lotta per debolezza o per paura o per rassegnazione". Al contrario, spiega che la mitezza è l'arma più efficace di ogni lungo combattimento, perchè quelli brevi e facili purtroppo, aggiungo io, non danno risultati solidi, specie se accompagnati dalla violenza o dall'autorità e non dalla libertà del consenso. Va a sapere.
Mario