uno prendeva il fucile
saliva sulla montagna la montagna era lì che aspettava
e non aveva pietà
un altro prendeva il fucile
andava per la pianura
anche la pianura aspettava
e non aveva pietà
nelle città era fuoco
terribile rosso il tramonto
il fuoco bruciava le case
e non aveva pietà
giovani cadevano morti
fra l'erba senza colore
pendevano morti dai rami
spezzati come poveri cani
i mesi gli anni passavano
i giorni non davano tregua
un mitra stretto nel pugno
pianura montagna città
poi è arrivato un aprile
sangue di sole e di rose
come un vulcano che esplode
ha gridato la libertà
A un amico molto giovane, Roberto Roversi, 1923-2012
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/09/15/news/boilogna_cultura_in_lutto_morto_roberto_roversi-42583619/?ref=HRER2-1
pendevano morti dai rami
spezzati come poveri cani
i mesi gli anni passavano
i giorni non davano tregua
un mitra stretto nel pugno
pianura montagna città
poi è arrivato un aprile
sangue di sole e di rose
come un vulcano che esplode
ha gridato la libertà
A un amico molto giovane, Roberto Roversi, 1923-2012
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/09/15/news/boilogna_cultura_in_lutto_morto_roberto_roversi-42583619/?ref=HRER2-1
"La rivoluzione è sempre un punto di partenza e mai un punto di arrivo e questa è la tremenda bellezza della vita".
RispondiEliminaRoberto Roversi, 29 aprile 1980