Dalle ultime elezioni
politiche anziché una maggioranza “chiarificatrice” sono emerse
tre diverse minoranze.
La minoranza di centro
destra, che ha perso sei milioni di voti, ha però recuperato
rispetto ai sondaggi in misura tale da impedire il governo del centro
sinistra. (ricordo dell’italico catenaccio calcistico: l’importante
non è vincere ma non far vincere).
La minoranza di centro
sinistra, che ha perso tre milioni di voti, è riuscita, per il rotto
della cuffia, ad avere il premio di maggioranza alla camera ma non è
in grado di governare perché in minoranza al senato. (generosa
Italia, due parlamenti, due modalità di attribuzione dei seggi,
nessun governo).
La minoranza grillina,
che ha raccolto “suo malgrado” ex novo il restante terzo della
parte preponderante dei suffragi, è impreparata e arroccata.
Attrezzata per una posizione di opposizione, si trova ad essere
sollecitata in posizioni decisionali. (per la serie: ma noi siamo qui
per fischiare il coro non possiamo cantare)
Queste formazioni
politiche sono la fotografia di un paese profondamente in crisi e
maledettamente diviso. Una fotografia in bianco e nero, senza
colore ne scala di grigi. Un voto espresso di pancia a difesa di
posizioni che possono ancora apparire di privilegio ma che spesso
sono solo di galleggiamento (ridatemi almeno i soldi dell’Imu); ma
anche la pancia della disperazione di chi subisce la perdita del
lavoro e tagli sociali mentre si aprono le porte della propria
indigenza.
Eppure le statistiche ci
dicono che mediamente il cittadino italiano risulta essere più ricco
del francese e persino del tedesco, allora ricordando la statistica
trilussiana: è utile cercare chi banchetta con due polli.
Clamoroso è l’esempio
del costo della politica, certamente emblematico, ma minimale se
prendiamo in esame il suo valore assoluto. Non è demagogico
parlarne, ma lo è se con esso sterilizziamo tutto il resto.
(considerato il valore dei nostri politici, in termini di
costi/benefici, dovremmo chiedere loro i danni)
Altrettanto eclatante e
dibattuto è il tema delle tasse. Che si sia raggiunto un livello
insopportabile è indubbio.(dannato redditometro e dagli agli untori
dell’Equitalia, figli abbandonati da mamma politica che ora li
disconosce) Altrettanto chiaro il motivo. La ricchezza
illegale/sommersa è quasi la metà di quella ufficiale. Un esercito
di liberi professionisti ed artigiani, nonché di operai ed
impiegati, lavorano in nero chi per necessità, chi per mero lucro.
(per la serie: se richiedi la ricevuta la prossima volta non
chiamarmi).
L’illegalità delle
cosche, che già per i Savoia furono il primo problema dall’unita
d’Italia sotto il nome di banditismo, dopo 150 anni con giacca e
cravatta dominano i consigli di amministrazione al nord e assumono
una funzione sociale al sud. (La politica è fedele al suo sponsor).
Se non si possono alzare
le tasse e non si rinuncia alla spesa è inevitabile alimentare il
debito. Ma quando questo diventa eccessivo occorre ricorrere a
trucchi contabili. (E’ la polvere sotto il tappeto). Più di cento
miliardi di debito verso i fornitori della pubblica amministrazione
vengono congelati e contabilizzati “a latere”.. Salvo poi
schierarsi a favore dei creditori e spendersi in sollecitazioni
“postume” per rilanciare la ripresa economica. (voce meretrice ma
bella figura elettorale assicurata con gli imprenditori).
Altro freno alla ripresa
è stato il patto di stabilità imposto ai comuni. Ma è stata
un’ipoteca necessaria dato il debordare di spese indiscriminate che
hanno penalizzato i buoni per cattivi. Nonostante ciò il debito ha
galoppato e la finanza internazionale ha collaborato a corroborarlo
chiedendo degli interessi sempre maggiori per finanziarlo. Davanti
alle rampogne dell’Europa abbiamo promesso di riportare il debito
dal 120% al canonico 60%, pagando 45 miliardi ogni anno per i
prossimi 20 anni, incuranti del fatto che, già oggi, non siamo in
grado di pagare gli interessi correnti.. (per la serie dammi ancora
una dose che da domani smetto).
A questo punto scoppiato
il governo Berlusconi, gli eunuchi di sinistra non se la sono
sentita, per ovvie ragioni, di raccogliere le palle al balzo. Non
restava che far argine con l’intervento dei tecnici.
I chirurghi dal taglio
netto e lineare. Essi concedono alla politica i cambiamenti al loro
operato solo a saldo zero. E’ il dogma del risultato contabile ad
ogni costo senza sentire l’obbligo di decidere sulla salvaguardia
quantomeno delle fasce sociali più deboli
E’ venne il tempo delle
lacrime e sangue.(il miracolo della madonna Fornero).
Lavoro: aumentiamo
l’uscita mettendo mano all’articolo 18 (allora poche decine di
casi all’anno) e favoriamo l’entrata con 47 contratti di
assunzione. (peccato che siano entrate con le porte girevoli).
Pensioni, risparmio assicurato per lo stato allungando il periodo
lavorativo. Difetto di comunicazione: le aziende stavano
ristrutturando favorendo gli esodi volontari. (Sul numero degli
esodati rimasti senza stipendio ne pensione è tutt’ora aperta una
gara a premi per definirne il numero).
.Il chirurgo ci rassicura
: l’operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto.
Di chi la colpa: di nessuno, o quantomeno degli altri.
Chi sono gli altri,
certamente l’Europa o meglio la Germania ed in particolare la
Merkel. Dimentichiamo che con l’adozione dell’euro abbiamo avuto
per dieci anni una stabilità monetaria a cui la nostra liretta non
ci aveva certo abituato. Il costo del denaro si è abbassato
drasticamente lasciando definitivamente tassi a doppia cifra
offrendoci finalmente condizioni in linea con i paesi più forti. In
quel periodo la Germania non solo ha metabolizzato il peso dell’Est
ma ha fatto le riforme strutturali sia della propria macchina
burocratica che produttiva. Ha fatto la formica mentre noi facevamo
le cicale. Ciò ha permesso ai tedeschi non solo di non subire la
crisi ma di sfruttarla a danno degli imprevidenti. I tedeschi sanno
apprezzare le nostre spiagge, il nostro cibo ma temono moltissimo due
cose l’inflazione e noi italiani . Loro hanno una mentalità
lineare che tende all’intelligenza mentre noi prediligiamo essere
furbi. (stanno ancora riflettendo dopo l’otto settembre sull’Italia
di soli partigiani)..
Una furbizia talvolta
autodistruttiva alla wile coyote. Nelle recenti elezioni
presidenziali mettendo insieme due minoranze non si è riusciti a
fare una maggioranza.. Bersani e Berlusconi pro Marini: Marini
bruciato e ancora: Grillo e base del PD a favore di Rodotà: Rodotà
bruciato e ancora pur in favore di quorum e senza obbligo di
arruolare nemici, il PD per Prodi: Prodi bruciato. (sorge il sospetto
che a suo tempo Giordano Bruno e Giovanna D’Arco fossero anch’essi
candidati)..
E’ toccato al vecchio
Giorgio sospendere il trasloco e ricordare, con profonda e vibrante
commozione, che non sempre la tragedia è solo greca, così come la
commedia non deve essere necessariamente all’italiana..
Mario Ruggieri
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