Premetto che alla manifestazione tenutasi il 6 novembre scorso a None, in occasione della Festa delle Forze Armate, io non ho partecipato e questo non può che limitare di molto la mia possibilità di avere una qualche voce in capitolo sul suo svolgimento ma l’oggetto della disputa mi sta a cuore.
Avevo commentato positivamente la lettera aperta al Sindaco di Massimo Bonifazio (che per me è anche un amico) pur trovandola decisamente tranchant ma dopotutto era la contestazione di un cittadino nei confronti dell'Autorità (comunale) e quindi ammissibile nei toni.
Trovo invece fuoriluogo il tono sprezzante di Roberto Bori (anche lui è un amico) perché non consono ad un membro dell’Amministrazione comunale (in qualità di vice-sindaco) che, dalle colonne de il Mondo Di None, si rivolge ad un semplice cittadino, anche se docente universitario.
Ma venendo ai contenuti ribadisco la mia condivisione della richiesta di Massimo all’Amministrazione di evitare di fare di tutta l’erba un fascio quando si trova a ricordare guerre e caduti, di non fare cioè in queste occasioni una “pappa di passato”.
Non si può mettere nello stesso calderone i combattenti e caduti della Grande Guerra (per quanto mi riguarda “l’inutile strage” come sostenuto da Benedetto XV) i soldati che combatterono al servizio del fascismo nell’ambito del Patto d’Acciaio con Hitler ed infine coloro che dopo l’8 settembre, da militari “ribelli” o civili, decisero di opporsi all’invasore tedesco e al fascismo di Salò.
Non confondiamo il giudizio storico con quello morale e quindi nemmeno il rispetto con l’esaltazione e l’onore.
A tutti i caduti dobbiamo rispetto ma solo ad alcuni l'onore di essersi oggettivamente messi dalla parte giusta della Storia in difesa di Libertà e Democrazia.
Altro è il giudizio morale che può in qualche caso salvare parte di coloro che si sono trovati a combattere magari in buona fede una guerra di aggressione ed invece fustigare la condotta magari infame di parte di coloro che hanno militato nelle forze che si sono opposte al nazi-fascismo.
Non dimentico certo il trasporto di Nuto Revelli per i tantissimi alpini caduti sul fronte russo e la rabbia per la politica militare fascista che li ha mandati al macello ma da qui a dire che hanno combattuto per Libertà e Democrazia...
(Ri-)cominciamo a ricordare in occasione del 4 novembre chi ha combattuto nella I Guerra Mondiale e a dedicare invece il 25 aprile esclusivamente alla memoria di chi ha combattuto o collaborato alla Resistenza e delle innumerevoli vittime civili e militari di Mussolini ed Hitler: ci eviterà accostamenti impropri ed indebiti minestroni.
Roberto Cerchio
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