Ora
(quasi) tutto è chiaro.
Non
è questione della minoranza, delle commissioni o dei comitati “che
non
dovrebbero
essere
politici”,
“come
qualcuno ha
detto
e
scritto”
(Il Sindaco smentisce il vicesindaco). Non è questione della
maggioranza che si è “ricompattata”
(ma prima era divisa? Ero distratto, non me ne sono accorto). E' uno
“stress
psicofisico”
legato a non meglio descritte “frizioni
sociali”
che a None “fanno
salire
la
tensione”.Il
Sindaco “somatizzava”.
Non aveva più “soddisfazioni”.
In un caso le ha trovate infliggendo al Consiglio Comunale la
telefonata in diretta che annunciava la cattura dei ladruncoli di
rame al cimitero. Ultimamente si è spinto a inaugurare un caseificio
con la fascia tricolore. D'altra parte, Maria Simeone apriva i sensi
unici con il salame. Siamo proprio cattivi. Se il Sindaco organizza
certi spettacolini, l'opposizione ha il dovere di chiudere un occhio.
Per non far salire la tensione.
Comunque,
con le dimissioni il primo cittadino si è sfogato, “ha
dormito
bene”,
ha preso una boccata d'aria, si è fatto una cura ricostituente di mi
piace ed è tornato là da dove è venuto. Se l'è un po' presa
perchè su due piedi Garabello gli aveva detto di considerare
“irresponsabile”
dimettersi prima di approvare il Bilancio. E che doveva dirgli?
“Birichino,
non
si
fanno
i
capricci alla tua
età”? Si era
dimesso perchè siamo cattivi ed è tornato nonostante siamo cattivi.
Secondo un copione collaudato, la fabbricazione della vittima prepara
la somministrazione del santo.
Ma
tutto è superato. Meglio del commissariamento. Resta da spiegare da
dove vengono “le
frizioni”
e che cosa dovremmo fare per non rendere “insostenibile
la
situazione
in
città”.
Lo dovrebbe spiegare il ViceSindaco, che è anche addetto alla
comunicazione con i cittadini e che non ci pensa due volte a chiedere
le dimissioni del Ministro Poletti per le sue infelici dichiarazioni
sui giovani.
Nella
normalità democratica, i conflitti politici e programmatici si
affrontano imboccando la via imperfetta del dialogo. Se si trova
l'accordo, bene: è stato il caso delle fognature a San Dalmazzo,
della riqualificazione dei portici vecchi e dell'alluvione. Se no,
la maggioranza a buon diritto fa prevalere le sue scelte. Anche gli
ambienti dell'opposizione potrebbero aiutare questo spirito e
farebbero la loro parte se arassero il terreno incolto della
revisione e dell'autoriforma.
A
che serve il potere nelle istituzioni se non è sorretto da una rete
di poteri legati a una diffusa cittadinanza attiva e consapevole? I
concittadini sono tifosi, spettatori, militanti digitali, consumatori
in attesa del prossimo prodotto elettorale? Sono destinatari delle
scelte politiche altrui o sono protagonisti nell'opera di
miglioramento democratico della comunità?
Queste sono le domande
essenziali.
C'è
davanti a noi un percorso accidentato e imprevedibile fatto di
contraddizioni, incertezze, dubbi, prove e conflitti. Fatto di
competenze costruite su una capacità di ascolto capillare e
costante. E' più importante che dare torto ai propri avversari.
Mario
Dellacqua
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