sabato 25 marzo 2017

LA VITTIMA E IL SANTO


Ora (quasi) tutto è chiaro.

Non è questione della minoranza, delle commissioni o dei comitati “che non dovrebbero essere politici”, “come qualcuno ha detto e scritto” (Il Sindaco smentisce il vicesindaco). Non è questione della maggioranza che si è “ricompattata” (ma prima era divisa? Ero distratto, non me ne sono accorto). E' uno “stress psicofisico” legato a non meglio descritte “frizioni sociali” che a None “fanno salire la tensione”.Il Sindaco “somatizzava”. Non aveva più “soddisfazioni”. In un caso le ha trovate infliggendo al Consiglio Comunale la telefonata in diretta che annunciava la cattura dei ladruncoli di rame al cimitero. Ultimamente si è spinto a inaugurare un caseificio con la fascia tricolore. D'altra parte, Maria Simeone apriva i sensi unici con il salame. Siamo proprio cattivi. Se il Sindaco organizza certi spettacolini, l'opposizione ha il dovere di chiudere un occhio. Per non far salire la tensione.

Comunque, con le dimissioni il primo cittadino si è sfogato, “ha dormito bene”, ha preso una boccata d'aria, si è fatto una cura ricostituente di mi piace ed è tornato là da dove è venuto. Se l'è un po' presa perchè su due piedi Garabello gli aveva detto di considerare “irresponsabile” dimettersi prima di approvare il Bilancio. E che doveva dirgli? “Birichino, non si fanno i capricci alla tua età”? Si era dimesso perchè siamo cattivi ed è tornato nonostante siamo cattivi. Secondo un copione collaudato, la fabbricazione della vittima prepara la somministrazione del santo.

Ma tutto è superato. Meglio del commissariamento. Resta da spiegare da dove vengono “le frizioni” e che cosa dovremmo fare per non rendere “insostenibile la situazione in città”. Lo dovrebbe spiegare il ViceSindaco, che è anche addetto alla comunicazione con i cittadini e che non ci pensa due volte a chiedere le dimissioni del Ministro Poletti per le sue infelici dichiarazioni sui giovani.

Nella normalità democratica, i conflitti politici e programmatici si affrontano imboccando la via imperfetta del dialogo. Se si trova l'accordo, bene: è stato il caso delle fognature a San Dalmazzo, della riqualificazione dei portici vecchi e dell'alluvione. Se no, la maggioranza a buon diritto fa prevalere le sue scelte. Anche gli ambienti dell'opposizione potrebbero aiutare questo spirito e farebbero la loro parte se arassero il terreno incolto della revisione e dell'autoriforma.

A che serve il potere nelle istituzioni se non è sorretto da una rete di poteri legati a una diffusa cittadinanza attiva e consapevole? I concittadini sono tifosi, spettatori, militanti digitali, consumatori in attesa del prossimo prodotto elettorale? Sono destinatari delle scelte politiche altrui o sono protagonisti nell'opera di miglioramento democratico della comunità?
 
Queste sono le domande essenziali.

C'è davanti a noi un percorso accidentato e imprevedibile fatto di contraddizioni, incertezze, dubbi, prove e conflitti. Fatto di competenze costruite su una capacità di ascolto capillare e costante. E' più importante che dare torto ai propri avversari.

Mario Dellacqua

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