In seguito all'intervento di Giuseppe Astore e Giovanni Garabello circa i rapporti tra gli amministratori del Comune di None e la società Benarco, ci è giunta questa nota del Vice Sindaco Stefano Rizzo che volentieri pubblichiamo per una completa documentazione sull'intera vicenda della centrale a biomasse.
Quanto scritto corrisponde a quanto avvenuto.
Confermo di aver partecipato ad almeno 5 riunioni per la definizione dei P.T.I. a Villafranca e Cavour. Voglio assicurare che alcuni politici, come il sottoscritto (altrettanto dilettanti) preferiscono assumersi le proprie responsabilità, in quota parte, ma se le assumono.
Questo perché sbagliare in buona fede è umano, mentre far intendere che vi sia qualcosa di sporco o qualche interesse personale dietro, come la dichiarazione di Faienza lascia intendere, equivale a denunciare un reato.
Lanciare il sasso nello stagno per vedere che effetto fa, è un atteggiamento molto distante dalla politica, per come io la intendo.
Stefano RIZZO
lunedì 28 febbraio 2011
MI DICHIARO COLPEVOLE
Il Presidente del Consiglio dice che la scuola pubblica non è una proprietà degli insegnanti. Lui non voleva attaccarla. Voleva solo mettere in guardia la nazione dall'indottrinamento ideologico di alcuni insegnanti che “vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli".
In effetti ha ragione e mi dichiaro colpevole.
Insegno che la pena di morte va superata. Molti dei loro genitori dicono ai loro figli che essa va mantenuta, ma solo in alcuni casi.
Parlo del dettato costituzionale che vuole il rispetto della dignità umana della persona e concepisce la pena in funzione della rieducazione del detenuto. Molti dei loro genitori gli dicono invece che in carcere si sta troppo bene perchè c'è la televisione.
Esalto i valori della Resistenza che con tutti i suoi difetti di cui non bisogna avere paura ci ha dato la libertà e la Repubblica. Molti dei loro genitori gli rivelano che anche i partigiani sono stati violenti.
Racconto che in uno Stato laico tutte le fedi religiose hanno uguale libertà. Molti dei loro genitori gli spiegano che se noi andassimo negli Stati arabi non ci lascerebbero così liberi.
Spiego che il diritto alla vita è sacro e che con gli stranieri bisogna affrontare la fatica della legalità e dell'umanità. Molti dei loro genitori gli dicono d'accordo, però prima i nostri.
Mi permetto anche il lusso di difendere la dignità degli omosessuali. Molti dei loro genitori li deridono o ne hanno ribrezzo.
Cordiali saluti.
Mario Dellacqua
Richiesta di rettifica
Spett. Eco del Chisone
C.A. Egr. Dir. Resp.
Pietro Giovanni Trossero
p.c. Spett. Redazione
C.A. Dott. Paolo Polastri
La sottoscritta, Erika Faienza, consigliere provinciale del Partito Democratico con la presente in riferimento all’articolo “Sul biomasse il Consiglio comunale è stato aggirato”, pubblicato sul numero del 23 febbraio dell’Eco del Chisone a pag. 31 a firma Federico Rabbia richiede, ai sensi dell’art. 8 della Legge 46 del 1948, di rettificare le seguenti affermazioni e precisare i seguenti concetti:
- In riferimento all’affermazione “È impensabile che nella scorsa legislatura il Consiglio comunale sia stato bypassato nell’esercizio della sua funzione principe, cioè quello di essere l’organo sovrano delle decisioni” preciso di non aver espresso questo concetto bensì il concetto che “uno dei compiti del consiglio comunale è svolgere la funzione di controllo degli atti che fa l’amminsitrazione, che in consiglio sono sedute sia le forze di maggioranza che di opposizione e che è legittimo che l’opposizione faccia polemica, ma non si possono avere posizioni contrastanti; infatti, sugli ordini del giorno presentati in Provincia il gruppo della Pdl non ha partecipato al voto”.
- In riferimento all’affermazione “se un’Amministrazione intende osservare il funzionamento di una determinata installazione lo decide di propria spontanea volontà, non certo su una sollecita richiesta di un soggetto privato” che mi è stata attribuita affermo di non averla mai fatta. Ribadisco che ho detto, anche in privato, agli amministratori che hanno partecipato alla visita in oggetto che, secondo il mio personalissimo giudizio, ritengo che fosse inopportuno, ma che credo alla loro buona fede. Non ho affermato quanto scritto ma che “un soggetto privato può fare qualunque richiesta all’amminsitrazione ancora di più se riguarda un territorio di proprietà privata, e che il Comune, come ha fatto e sta facendo adesso, può valutare se questo tipo di impianto sia o meno confacente alla realtà di riferimento”.
- Affermo di non aver mai detto “Se, ad esempio, in qualità di amministratore comunale avessi anche solo il minimo sentore che il mio sindaco o un gruppo ristretto, stia analizzando un discorso concreto con un privato all’insaputa del Consiglio comunale, denuncerei i miei timori da un magistrato”, ma in risposta a Garabello ho detto che “se ravvisassi che un mio amministratore stia facendo qualcosa che non mi convince andrei da un magistrato per verificare se il comportamento sia corretto o meno ai sensi della normativa vigente”.
- In riferimento all’affermazione “Anche l’opposizione ha gravi colpe poiché venuta clamorosamente meno alla sua funzoine di controllo” preciso di aver detto invece che “è normale che l’opposizione faccia polemica, ma che mi viene da chiedere dove fosse l’opposizione quando capitavano queste cose, visto che adesso fa della inutile polemica”.
- Per quanto riguarda Daniele Carità, smentisco di aver mai parlato di lui, che invece mi è stato citato dal giornalista telefonicamente, o di aver fatto riferimenti alla sua persona o ai suoi personali comportamenti.
In fede
Erika Faienza
Risposta alla Faienza
None, 26/02/2011
Le dichiarazioni del Consigliere Provinciale Erika Faienza nel corso della riunione del Comitato Energia e Ambiente dello scorso 16 Febbraio e riprese integralmente nell’intervista che la stessa autorevole esponente del PD ha rilasciato all’Eco del Chisone dello scorso 23 Febbraio, prendono spunto dalle vicende della centrale biomasse di None per arrivare a fornire giudizi di merito sul nostro comportamento in qualità di amministratori nella passata amministrazione Simeone, accusandoci perlomeno di omessa denuncia di una non ben identificata operazione nell’ambito della quale, al di fuori delle stanze della Giunta e del Consiglio Comunale, avanzava spedita l’iniziativa della Benarco.
Riteniamo doverose alcune precisazioni di merito.
- Confermiamo che a fine 2006, per iniziativa del comandante dei Vigili Silvano Bosso, una delegazione dell’amministrazione comunale (il sottoscritto Garabello e l’assessore Luca Ferrua) insieme ad una folta rappresentanza del mondo agricolo e di altri imprenditori locali, venne invitata a visitare l’impianto a biomasse di Altare, realizzato dalla Benarco, in provincia di Savona. L’iniziativa fu da stimolo per valutare dal punto di vista tecnico ed economico, da parte dei nostri imprenditori agricoli, la possibilità di differenziare le culture locali al fine di poter dar vita ad un processo di filiera corta nell’ambito del quale una centrale a biomasse di determinate caratteristiche poteva costituire un volano utile per l’economia locale.
- Le valutazioni che gli imprenditori agricoli fecero qualche tempo dopo la visita alla centrale di Altare furono negative, nel senso che evidentemente non c’erano i presupposti di convenienza tecnica ed economica per portare avanti il progetto.
- Erika Faienza fa riferimento ad un progetto depositato dalla Benarco 6 mesi dopo quella visita ad Altare. Ma la consigliera provinciale, cita qualcosa che non ha nulla a che vedere con il progetto autorizzato dalla Provincia, di cui lei è autorevole esponente, e di cui ora stiamo discutendo. Ciò che menziona sono probabilmente le schede inserite nei P.T.I. (Piani territoriali integrati) allora in itinere. Se dovesse risultare diversamente invitiamo a produrre il relativo documento certificante l’avvenuto protocollo.
- A costo di essere noiosi, bisogna fornire qualche spiegazione. I P.T.I. sono degli strumenti finanziati in parte dalla Comunità Europea che hanno l’ambizione di fornire una pianificazione economica su scala provinciale, in verità alquanto fumosi e di scarsa ricaduta pratica, almeno a constatarne i risultati effettivi, nell’ambito dei quali (art. 4 della Deliberazione della Giunta Regionale 11 dicembre 2006, n. 55-4877) la Provincia di Torino ha il compito di:
- a) condurre un'azione di promozione e supporto nei confronti degli Enti Locali e degli altri soggetti che intendono partecipare alla definizione di un programma territoriale integrato, b) favorire la concertazione e l'aggregazione tra tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell'area, c) definire, di concerto con i soggetti interessati, gli obiettivi di sviluppo sulla base delle principali caratteristiche vocazionali del territorio, in coerenza con gli obiettivi strategico-operativi definiti a livello regionale.
- Il P.I.T., che fu presentato dal Comune di Villafranca come capofila del contesto territoriale in cui era inserito anche il Comune di None, era seguito personalmente dal Sindaco Maria Luisa Simeone e dall’allora consigliere Stefano Rizzo, attualmente Vicesindaco dell’amministrazione di None, in modo particolare per l’inserimento dell’Accademia del cioccolato come progetto qualificante per l’amministrazione comunale e la ditta De Col di None. Dalla documentazione relativa ai P.T.I. risulta inserito inizialmente un progetto di una centrale a biomasse, con un’ipotesi di finanziamento del Luglio 2007, che viene però poi definitivamente stralciato nel documento finale approvato dell’agosto del Agosto 2008. Si producono gli allegati a supporto di quanto sopra.
- Da allora, l’ipotesi della centrale a biomasse, non è più rientrata in alcun dibattito dei tavoli della Giunta, del Consiglio o delle Commissioni Consiliari, ma nemmeno, per quello che ci è dato sapere, dei corridoi del Palazzo. Se qualcuno, e in particolare la consigliera Erika Faienza, è a conoscenza di qualche altro retroscena nascosto avvenuto nel nostro comune o nelle sedi della Provincia, farebbe bene a denunciarlo senza omettere nomi, cognomi e circostanze.
- E’ bene ricordare che ci siamo dimessi dai nostri incarichi nell’Aprile del 2009, a seguito di un progressivo deterioramento dei rapporti all’interno del gruppo consigliare e soprattutto con il Sindaco Maria Luisa Simeone, con la quale non riuscivano più a sopportarne le modalità di conduzione della amministrazione; è storia nota e ancora viva, sulla quale inutile ritornare. Sta di fatto che noi ci siamo fatti da parte, e non ci siamo più ripresentati alle elezioni comunali del giugno del 2009.
- Le prime notizie riguardo il progetto che oggi contestiamo della Benarco, le abbiamo acquisite a metà agosto del 2009, quando il Sindaco Simeone rilasciava all’Eco del Chisone, un’intervista in cui, a seguito di una conferenza dei servizi in Provincia tenutesi nel Giugno 2009, magnificandone la “natura assolutamente ecocompatibile dell’impianto” paragonato a “poco più che una caldaia”, annunciava l’imminente realizzazione di questo progetto, invitando tutti quanti e soprattutto l’opposizione a condividerlo.
- Desumiamo che il progetto in oggetto, sia stato presentato in Comune in concomitanza con la presentazione in Provincia per la sua autorizzazione, e cioè nella primavera del 2009. Sappiamo, dai verbali pubblici acquisiti, che alla Conferenza dei Servizi del 11 giugno del 2009, partecipò per il Comune di None, il solo responsabile dell’Ufficio Urbanistico, l’Architetto Primo, essendo il progetto in oggetto inserito in una procedura di autorizzazione urbanistica. Con quale mandato e istruzioni, non ci è dato sapere, ma crediamo sia facilmente intuibile, dal momento che l’assessore all’urbanistica della giunta precedente era dimissionario e l’attuale doveva ancora subentrare.
- E’ pertanto evidente che il Consiglio comunale di None, così come la giunta di cui eravamo parte, per tutto il periodo nel quale siamo rimasti in carica, non sono stati mai interessati rispetto al progetto della centrale a biomasse in questione.
- Ricordiamo che i sottoscritti, così come tutti gli aderenti al Comitato contro la centrale di None, non sono aprioristicamente contrari alle centrali biomasse; anzi, laddove ci sono le condizioni morfologiche, ambientali ed economiche che garantiscono un processo di filiera corta e controllata tra le fasi di approvvigionamento del legname e l’utilizzo finale dell’energia prodotta dall’impianto di cogenerazione, questi impianti costituiscono sicuramente una possibile soluzione per le politiche di incentivo a fonti energetiche alternative. Il problema della centrale di None, è che tutte queste suddette condizioni non ci sono, e l’iniziativa non solo è una mera e scandalosa speculazione che usa fondi pubblici per fini privati, ma è anche dannosa per l’ambiente e la salute dei nostri cittadini.
Con quale autorità, cognizione di causa e conoscenza diretta dei fatti, Erika Faienza sia arrivata ad esprimere i suoi giudizi nei nostri confronti non ci è dato sapere.
Ne tantomeno ci è dato di conoscere le motivazioni recondite che stanno dietro questo attacco, dal momento che non abbiamo mai avuto a che fare con la suddetta consigliera, né in passato, quando avevamo un ruolo attivo nell’amministrazione, né oggi, che siamo semplici cittadini, quantunque presenti con la nostra partecipazione alle vicende della comunità nonese, tra le quali quelle del comitato contro la centrale, che ci ha visto da subito tra i primi sostenitori.
Il nostro stupore è pertanto quantomeno pari alla rabbia di essersi sentiti tirati in ballo (con Daniele Carità, unici soggetti individuati con nome e cognome) in una brutta storia, in cui, come da prassi, chi di dovere svicola dalle sue responsabilità giocando sull’italico scarica barile, che ha come unici obbiettivi quello di coprirsi le spalle o di rimescolare le carte per provare a garantirsi qualche accredito elettorale, anche facendo ricorso ad atti e comportamenti che offendono il comune buon senso.
Una catena paradossale in cui politici professionisti, anche di significativa rilevanza rispetto a 2 dilettanti ex-amministratori, si mascherano dietro alle determinazioni dei loro funzionari che, da perfetti burocrati, sono tanto più attenti riguardo le questioni formali che li elevano dal rischio di incorrere in qualche sanzione amministrativa o procedurale, quanto poco sensibili rispetto ai contenuti di merito che impattano sulle comunità.
Ma ora che le cose sono marce, e che sull’onda di una crescente e consapevole indignazione dei cittadini, ci si rende conto di aver combinato un bel pasticcio, cominciano a volano gli stracci provando a trascinare nel mucchio tutti, anche coloro che proprio non c’entrano, facendo leva su un’equazione molto abusata: tutti uguali, tutti colpevoli e quindi nessun colpevole.
Non ci interessa oltremodo partecipare a questo dibattito; abbiamo coscienza delle nostre azioni passate e di cosa ora sia importante fare per raggiungere l’unico obbiettivo che vale la pena perseguire: impedire la costruzione della Centrale a None.
Per questo, con tutti coloro che hanno sinceramente a cuore questo scopo, abbiamo messo da parte divisioni e rivalità politiche e personali, passate e presenti. Auspichiamo che anche Erika Faienza sia animata dalle stesse buone intenzioni e lavori con noi allo scopo comune.
Cordialmente,
sabato 26 febbraio 2011
LE INTERVISTE TROPPO PROVINCIALI NON FERMANO LA CENTRALE A BIOMASSE
L'intervista rilasciata dalla consigliera provinciale Erika Faienza (PD) a “L'Eco del Chisone” del 23 febbraio rischia di precipitarci ancora di più nella palude della perenne condizione pre e post elettorale dalla quale non siamo ancora usciti. Essa produce l'effetto di capovolgere la realtà: Giovanni Garabello e Giuseppe Astore, tra i primi ad opporsi alla centrale a biomasse fin da quando il Sindaco parlava di “poco più di una caldaia” e di impianto “assolutamente ecocompatibile”, sono dipinti come conniventi con un'opera che spreca denaro, energia e salute portando vantaggi solo alla società proponente. Secondo l'esponente provinciale del PD, Astore e Garabello avrebbero dovuto denunciare il Sindaco o “il gruppo ristretto” che aveva aperto una trattativa di cui non avevano notizia. Un po' impossibile.
Questo rovesciamento gratuito dell'evidenza è inaccettabile, tanto più in quanto praticato con disinvolto protagonismo da un'esponente della maggioranza di centrosinistra che governa la Provincia e che ha autorizzato l'insediamento dell'impianto di Adolfo Pastorino. Questa responsabilità non può essere furbescamente rimossa. Non siamo così sprovveduti.
Perchè Faienza se la prende con gli ex amministratori, con le minoranze (addirittura Daniele Carità viene tirato in ballo) e con coloro che si sono messi da parte per propria autonoma scelta? Perchè Faienza non ha mai preso la parola prima, per denunciare che il Consiglio comunale è stato espropriato dei suoi poteri? Perchè è stata ben zitta nella fase in cui la Provincia preparava l'autorizzazione tagliando fuori il Comune? Perchè insieme con l'assessore Provinciale Ronco interveniva solo per spiegarci che la legge obbligava la Provincia a rilasciare l'autorizzazione? E infine, se vuole liberare None dal “gruppo ristretto” che ha spalancato le porte a Benarco, perchè non ne chiede le dimissioni, visto che si tratta di esponenti così vicini al suo partito?
Alla campagna popolare in corso per fermare la centrale stanno partecipando uomini e donne di ogni ceto sociale, condizione lavorativa e fede politica. Essi vanno rispettati e non adoperati per ritagliarsi uno spazio di protagonismo e di visibilità.
SOSTENIAMO IL RICORSO AL TAR CON UN LENZUOLO SUL BALCONE DI OGNI CASA.
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE E DIMOSTRIAMO DI ESSERE CITTADINI CONSAPEVOLI.
Luca Baldo, Domenico Bastino, Giancarlo Bergia, Massimo Bonifazio, Loredana Brussino, Francesco Cerchio, Roberto Cerchio, Mario Dellacqua, Laura Ferrari, Aurora Flesia, Massimiliano Franco, Diego Goitre, Raffaele Latiana, Cesare Micanti, Lello Micanti, Renato Musso, Simona Sola, Teresa Vigliotta.
venerdì 25 febbraio 2011
DANTE ALL'ANGOLO
Martedì 1 marzo alle ore 21
ci vediamo Dante con Roberto Benigni
Paolo e Francesca
Il Canto V dell'Inferno
all'angolo di via Roma 11.
giovedì 24 febbraio 2011
AVANTI CON FIDUCIA
Alle ore 21 di mercoledì 23 febbraio si sono incontrati all'angolo Giuseppe Astore, Luca Baldo, Domenico Bastino, Carla Benotti, Nadia Biscola, Giuliano Carletti, Paolo Cremi Lai, Mario Dellacqua, Franca DiNicolo, Ignazio Drago, Vincenzo Enrichens, Marco Javarone, Ezio Pennano, Valeria Perelli, Mario Ruggieri, Mario Scaglia, Nunzio Sorrentino e una folta delegazione di abitanti del Villaggio San Lorenzo.
La prima parte della serata è stata dedicata alla raccolta delle firme in calce al ricorso da presentare al Tar. Successivamente, è stato possibile un dialogo molto utile con l'avvocato Enrichens sui contenuti tecnici da affiancare a supporto delle obiezioni procedurali.
La seconda parte della serata, con più interventi, ha esaminato alcune proposte e preso alcune decisioni.
In merito all'intervista rilasciata all'Eco del Chisone dalla consigliera provinciale Erika Faienza, il giudizio è unanime: si tratta di un intervento che non aiuta la causa dell'opposizione popolare alla centrale. L'aspetto più criticabile è rappresentato dalla rimozione dell'evidente responsabilità principale della Provincia nel dare l'autorizzazione, rimozione appena offuscata dai complimenti per il Comitato che “lavora splendidamente”.
Piano piano la sensibilità si sta diffondendo con il crescere delle lenzuola appese ai balconi. Questo clima di cittadinanza consapevole, come l'ha chiamata Nunzio Sorrentino, va difeso da forme di protagonismo prevalentemente legate alla ricerca della visibilità delle forze politiche o alla dinamica delle rivalità tra le fazioni. Esse sono completamente estranee alle finalità per le quali il Comitato si è costituito e opera raccogliendo apporti di esperienze, storie, ispirazioni politiche diverse. Pertanto il Comitato ha deciso di non intervenire aggravando una polemica inopportuna.
Si è infine deciso di promuovere la diffusione di un volantino che valorizzi in tutte le case i progressi della campagna e la incoraggi ancora. Andrebbe concretizzata l'idea di un manifesto firmato da ex sindaci, ex assessori, ex consiglieri comunali.
Il Comitato dà mandato al portavoce Nunzio Sorrentino di chiedere al Comune di intervenire presso l'Arpa per una rilevazione delle condizioni effettive in cui si trova la qualità dell'aria a None. Si prosegue la presenza del giovedì, sabato e domenica, ma non è del tutto chiaro chi c'è e quando.
Attenzione al vostro segretario tesoriere che potrebbe sempre dimenticare qualcosa. Mario
La prima parte della serata è stata dedicata alla raccolta delle firme in calce al ricorso da presentare al Tar. Successivamente, è stato possibile un dialogo molto utile con l'avvocato Enrichens sui contenuti tecnici da affiancare a supporto delle obiezioni procedurali.
La seconda parte della serata, con più interventi, ha esaminato alcune proposte e preso alcune decisioni.
In merito all'intervista rilasciata all'Eco del Chisone dalla consigliera provinciale Erika Faienza, il giudizio è unanime: si tratta di un intervento che non aiuta la causa dell'opposizione popolare alla centrale. L'aspetto più criticabile è rappresentato dalla rimozione dell'evidente responsabilità principale della Provincia nel dare l'autorizzazione, rimozione appena offuscata dai complimenti per il Comitato che “lavora splendidamente”.
Piano piano la sensibilità si sta diffondendo con il crescere delle lenzuola appese ai balconi. Questo clima di cittadinanza consapevole, come l'ha chiamata Nunzio Sorrentino, va difeso da forme di protagonismo prevalentemente legate alla ricerca della visibilità delle forze politiche o alla dinamica delle rivalità tra le fazioni. Esse sono completamente estranee alle finalità per le quali il Comitato si è costituito e opera raccogliendo apporti di esperienze, storie, ispirazioni politiche diverse. Pertanto il Comitato ha deciso di non intervenire aggravando una polemica inopportuna.
Si è infine deciso di promuovere la diffusione di un volantino che valorizzi in tutte le case i progressi della campagna e la incoraggi ancora. Andrebbe concretizzata l'idea di un manifesto firmato da ex sindaci, ex assessori, ex consiglieri comunali.
Il Comitato dà mandato al portavoce Nunzio Sorrentino di chiedere al Comune di intervenire presso l'Arpa per una rilevazione delle condizioni effettive in cui si trova la qualità dell'aria a None. Si prosegue la presenza del giovedì, sabato e domenica, ma non è del tutto chiaro chi c'è e quando.
Attenzione al vostro segretario tesoriere che potrebbe sempre dimenticare qualcosa. Mario
Retorica di sinistra
ho trovato in rete questo POST di Natalino Balasso, lo voglio condividere con voi.
Diego
"Ho sempre trovato vacuamente retorico l’inno di Mameli, non per il buon Mameli, che era anche tanto giovane e quindi giustificabile, ma perché qualunque inno è necessariamente retorico. Ora che lo canta Benigni non vedo perché dovrei cambiare idea. Se poi dovessimo cantarlo tutto intero, ci sarebbero anche strofe a dir poco imbarazzanti per chi crede nella democrazia. Che l’Italia sia unita nella crescita culturale e sociale di un Paese mi va bene, che l’Italia sia unita nella retorica del volemosebene o dell’orgoglio dei soldati no.
L’orgoglio è un sentimento pericoloso, non vedo perché dovrei sentirmi orgoglioso di essere italiano, quando questo dovrebbe significare che preferisco essere italiano invece di francese o lèttone o curdo o israeliano o americano. Mi sarebbe indifferente appartenere a qualsiasi nazionalità, perché ritengo che l’amor patrio sia una cosa vuota oltre che pericolosa. E in fondo non è da questo che nascono le guerre? Non è dagli inni nazionali? Non è dallo stringiamci a coorte? Dalle bandiere?
Quando al telegiornale danno notizia di un disastro o di un attentato all’estero, si affrettano a dire che fra le vittime non vi sono italiani. Ma, fatte salve le preoccupazioni degli eventuali parenti delle vittime, per quale motivo dovrei sentirmi sollevato se fra centinaia di morti non ci sono italiani? Non sono morti gli altri? C’è da dispiacersi meno se i morti non parlavano la nostra lingua? Rispondere alla retorica della Lega con una retorica ancor più vecchia non mi sembra cosa utile. No, Benigni che canta l’inno nazionale non mi commuove affatto e a dire il vero mi preoccupa una sinistra che sembra rispondere alla mancanza di moralità e all’arroganza dei governanti con un bigottismo cieco o una vacua retorica.
Diego
"Ho sempre trovato vacuamente retorico l’inno di Mameli, non per il buon Mameli, che era anche tanto giovane e quindi giustificabile, ma perché qualunque inno è necessariamente retorico. Ora che lo canta Benigni non vedo perché dovrei cambiare idea. Se poi dovessimo cantarlo tutto intero, ci sarebbero anche strofe a dir poco imbarazzanti per chi crede nella democrazia. Che l’Italia sia unita nella crescita culturale e sociale di un Paese mi va bene, che l’Italia sia unita nella retorica del volemosebene o dell’orgoglio dei soldati no.
L’orgoglio è un sentimento pericoloso, non vedo perché dovrei sentirmi orgoglioso di essere italiano, quando questo dovrebbe significare che preferisco essere italiano invece di francese o lèttone o curdo o israeliano o americano. Mi sarebbe indifferente appartenere a qualsiasi nazionalità, perché ritengo che l’amor patrio sia una cosa vuota oltre che pericolosa. E in fondo non è da questo che nascono le guerre? Non è dagli inni nazionali? Non è dallo stringiamci a coorte? Dalle bandiere?
Quando al telegiornale danno notizia di un disastro o di un attentato all’estero, si affrettano a dire che fra le vittime non vi sono italiani. Ma, fatte salve le preoccupazioni degli eventuali parenti delle vittime, per quale motivo dovrei sentirmi sollevato se fra centinaia di morti non ci sono italiani? Non sono morti gli altri? C’è da dispiacersi meno se i morti non parlavano la nostra lingua? Rispondere alla retorica della Lega con una retorica ancor più vecchia non mi sembra cosa utile. No, Benigni che canta l’inno nazionale non mi commuove affatto e a dire il vero mi preoccupa una sinistra che sembra rispondere alla mancanza di moralità e all’arroganza dei governanti con un bigottismo cieco o una vacua retorica.
Quando finirà la notte
di Barbara Spinelli, da Repubblica, 23 febbraio 2011
C'è qualcosa, nel successo strappato a Sanremo dalla canzone di Vecchioni, che intrecciandosi con altri episodi recenti ci consente di vedere con una certa chiarezza lo stato d'animo di tanti italiani: qualcosa che rivela una stanchezza diffusa nei confronti del regime che Berlusconi ha instaurato 17 anni fa, quando pretese di rappresentare la parte ottimista, fiduciosa del Paese.
Una stanchezza che somiglia a un disgusto, una saturazione. Se immaginiamo i documentari futuri che riprodurranno l'oggi che viviamo, vedremo tutti questi episodi come inanellati in una collana: le manifestazioni che hanno difeso la dignità delle donne; la potenza che emana dalle recite di Benigni; il televoto che s'è riversato su una canzone non anodina, come non anodine erano le canzoni di Biermann nella Germania Est o di Lounes Matoub ucciso nel '98 in Algeria. Può darsi che nei Palazzi politici tutto sia fermo, che il tema dell'etica pubblica non smuova né loro né la Chiesa. Ma fra i cittadini lo scuotimento sfocia in quest'ansia, esasperata, di mutamento.
A quest'Italia piace Benigni quando narra Fratelli d'Italia. Piace Vecchioni quando canta la "memoria gettata al vento da questi signori del dolore", e "tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero, così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendo il pensiero". Quando conclude: "Questa maledetta notte dovrà pur finire". Poiché si estende, il senso di abitare una notte: d'inganni, cattiveria,
sfruttamento sessuale di minorenni. C'è voglia che inizi un risveglio. Che la politica e anche la Chiesa, cruciale nella nostra storia, vedano la realtà dei fatti dietro quella pubblicitaria.
Massimo Bucchi aveva anticipato, in una vignetta del 19 gennaio 2010, questa rivolta contro il falso futuro promesso dai signori del dolore: "Ha da passà 'o futuro!". Erano i giorni in cui il governo non s'occupava che di legittimo impedimento, di lodo Alfano costituzionale, di processo breve. Immobile, il tempo ci restituisce senza fine l'identico. Quel 19 gennaio, il Senato si riunì per commemorare Craxi. Colpito poco prima a Milano dalla famosa statuetta, Berlusconi annunciava "l'anno dell'amore".
Forse ricorderemo gli anni presenti per questa collana di eventi, che pian piano travolse giochi parlamentari, patti con un potere imperioso e tassativo con gli altri, mai con se stesso. Ricorderemo questa domanda di politica vera. Ricorderemo, infine, i tanti che non hanno visto montare la marea della nausea, che hanno consentito al peggio per noia, o rassegnazione, o calcolo di lobby. Cerchiamo di non dimenticarlo: ben 315 parlamentari hanno votato un testo, il 4 febbraio, in cui si sostiene che Berlusconi liberò Ruby perché, ritenendola nipote di Mubarak, voleva "evitare un incidente diplomatico".
Ma soprattutto, colpirà nei documentari futuri l'inerte ignavia dei vertici della Chiesa, l'orecchio aperto solo ai potenti, il rifiuto - così poco cristiano - di dire male del male solo perché da questo male sgorgano favori; perché i governanti concedono alla Chiesa il monopolio sui cosiddetti valori non negoziali (il dominio sulla vita e la morte, essenzialmente) purché siano lasciati in pace quando violano la Costituzione, fanno leggi per sottrarsi alla giustizia, mostrano di non sapere neppur lontanamente cosa sia la decenza pubblica. La canzone di Vecchioni, la recita di Benigni, sono punti di luce in una chiusa camera oscura; sono una forza che sta di fronte alla formidabile forza del regime. Una forza cocciuta, insistente, cui l'opposizione è estranea e ancor più la Chiesa.
L'insurrezione interiore avviene anche dentro il mondo cattolico: si parla di un 30 per cento di refrattari, tra frequentatori della messa e presbiteri. Basta scorrere le innumerevoli lettere che parroci e preti scrivono contro i dirigenti in Vaticano, per rendersene conto. Sono lettere d'ira, contro la loro acquiescenza. Micromega dà ai dissidenti il nome di altra Chiesa e sul proprio sito li rende visibili. Le pagine dei lettori sulla rivista di attualità pastorale Settimana sono fitte di denunce del berlusconismo.
Quest'altra chiesa non ne può più dei compromessi ecclesiastici con una destra che nulla ha ereditato dalla destra storica che fece l'unità d'Italia. Ha riscoperto anch'essa il Risorgimento, la Costituzione del '48. Condivide il dover-essere dei cattolici che Alberto Melloni riassume così: "Una dedizione alla grande disciplina spirituale, un primato vissuto del silenzio orante, un abito di umiltà, un'adesione alla democrazia costituzionale come ascesi politica" (Corriere della Sera 19-12-10, il corsivo è mio).
Tra i criticati il cardinale Bagnasco, che critica il Premier ma per non sbilanciarsi vitupera non meno impetuosamente i magistrati. O che denuncia un disastro antropologico contro il quale però non pronuncia anatemi, preferendo alla chiarezza il torbido di alleanze tra Pdl e Casini che mettano fuori gioco Fini e le sinistre, troppo laici. Contro questo insorgono tanti preti: "Vedete quanto è pericoloso tacere?", chiedono citando Agostino. L'empio pecca, ma è la sentinella che ha mancato: "Chi ha trascurato di ammonirlo sarà giustamente condannato".
Nei paesi nordafricani vigeva simile spartizione di compiti: ai despoti il dominio politico, alle moschee la libertà di modellare l'intimo delle coscienze. L'accordo di scambio sta saltando ovunque, tanto che si parla di fallimento colossale di quella che gli Occidentali chiamavano stabilità. È in nome della stabilità che Berlusconi ha chiamato Mubarak un saggio, e ha detto non voler "disturbare" Gheddafi poco prima che questi bombardasse i libici facendo centinaia di morti. È la stabilità il valore che anima tanti responsabili in Vaticano, perché essa garantisce prebende varie, sconti fiscali per le case-albergo dei religiosi, finanziamenti per scuole.
In cambio si elargiscono indulgenze. Berlusconi dice parole blasfeme, e mons. Fisichella invita a "contestualizzare" la bestemmia. Il Premier è accusato di concussione e prostituzione minorile, e la Chiesa giudica "abnorme" la sua condotta come quella dei magistrati. Afferma Nogaro, vescovo emerito di Caserta: "Noi rimaniamo nello sgomento più doloroso vedendo i gesti farisaici delle autorità civili e religiose, che riescono ad approdare a tutti i giochi del male, dichiarando di usare una pratica delle virtù più moderna e liberatoria." (Micromega 1/11).
Altri presbiteri ammoniscono contro leggi liberticide sul testamento biologico. Don Mario Piantelli, parroco di San Michele Arcangelo, si associa "alle richieste che da molte parti d'Italia sono indirizzate ai vertici ecclesiastici di alzare forte la voce e di compiere azioni profetiche nei confronti del governo Berlusconi. È necessario un supplemento di libertà evangelica per sganciarsi decisamente da un sistema di governo che, attraverso benefici e privilegi, sembra avvantaggiare il "mondo ecclesiastico", e in realtà aliena e impoverisce i credenti".
La Chiesa ebbe comportamenti non diversi nel fascismo. Sta macchiandosi di colpe simili, e nessuno sguardo profetico l'aiuta a vedere gli umori d'un paese che cambia, che magari non vota opposizione ma è stufo di quel che succede. Che comincia a guardare se stesso, oltre che l'avversario. Il cartello più nuovo, nella manifestazione delle donne, diceva: "Bastava non votarlo". Bastava la virtù dei primordi cristiani: la parresia, il parlar chiaro.
Nel filmato futuro che dirà il nostro oggi saranno convocati gli storici. Potranno imitare Benedetto Croce, quando nei Diari, il 2-12-'43, si mise nei panni di Mussolini e scrisse: "Chiamato a rispondere del danno e dell'onta in cui ha gettato l'Italia, con le sue parole e la sua azione e con tutte le sue arti di sopraffazione e di corruzione, potrebbe rispondere agli italiani come quello sciagurato capopopolo di Firenze(...) rispose ai suoi compagni di esilio che gli rinfacciavano di averli condotti al disastro di Montaperti: "E voi, perché mi avete creduto?"".
C'è qualcosa, nel successo strappato a Sanremo dalla canzone di Vecchioni, che intrecciandosi con altri episodi recenti ci consente di vedere con una certa chiarezza lo stato d'animo di tanti italiani: qualcosa che rivela una stanchezza diffusa nei confronti del regime che Berlusconi ha instaurato 17 anni fa, quando pretese di rappresentare la parte ottimista, fiduciosa del Paese.
Una stanchezza che somiglia a un disgusto, una saturazione. Se immaginiamo i documentari futuri che riprodurranno l'oggi che viviamo, vedremo tutti questi episodi come inanellati in una collana: le manifestazioni che hanno difeso la dignità delle donne; la potenza che emana dalle recite di Benigni; il televoto che s'è riversato su una canzone non anodina, come non anodine erano le canzoni di Biermann nella Germania Est o di Lounes Matoub ucciso nel '98 in Algeria. Può darsi che nei Palazzi politici tutto sia fermo, che il tema dell'etica pubblica non smuova né loro né la Chiesa. Ma fra i cittadini lo scuotimento sfocia in quest'ansia, esasperata, di mutamento.
A quest'Italia piace Benigni quando narra Fratelli d'Italia. Piace Vecchioni quando canta la "memoria gettata al vento da questi signori del dolore", e "tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero, così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendo il pensiero". Quando conclude: "Questa maledetta notte dovrà pur finire". Poiché si estende, il senso di abitare una notte: d'inganni, cattiveria,
sfruttamento sessuale di minorenni. C'è voglia che inizi un risveglio. Che la politica e anche la Chiesa, cruciale nella nostra storia, vedano la realtà dei fatti dietro quella pubblicitaria.
Massimo Bucchi aveva anticipato, in una vignetta del 19 gennaio 2010, questa rivolta contro il falso futuro promesso dai signori del dolore: "Ha da passà 'o futuro!". Erano i giorni in cui il governo non s'occupava che di legittimo impedimento, di lodo Alfano costituzionale, di processo breve. Immobile, il tempo ci restituisce senza fine l'identico. Quel 19 gennaio, il Senato si riunì per commemorare Craxi. Colpito poco prima a Milano dalla famosa statuetta, Berlusconi annunciava "l'anno dell'amore".
Forse ricorderemo gli anni presenti per questa collana di eventi, che pian piano travolse giochi parlamentari, patti con un potere imperioso e tassativo con gli altri, mai con se stesso. Ricorderemo questa domanda di politica vera. Ricorderemo, infine, i tanti che non hanno visto montare la marea della nausea, che hanno consentito al peggio per noia, o rassegnazione, o calcolo di lobby. Cerchiamo di non dimenticarlo: ben 315 parlamentari hanno votato un testo, il 4 febbraio, in cui si sostiene che Berlusconi liberò Ruby perché, ritenendola nipote di Mubarak, voleva "evitare un incidente diplomatico".
Ma soprattutto, colpirà nei documentari futuri l'inerte ignavia dei vertici della Chiesa, l'orecchio aperto solo ai potenti, il rifiuto - così poco cristiano - di dire male del male solo perché da questo male sgorgano favori; perché i governanti concedono alla Chiesa il monopolio sui cosiddetti valori non negoziali (il dominio sulla vita e la morte, essenzialmente) purché siano lasciati in pace quando violano la Costituzione, fanno leggi per sottrarsi alla giustizia, mostrano di non sapere neppur lontanamente cosa sia la decenza pubblica. La canzone di Vecchioni, la recita di Benigni, sono punti di luce in una chiusa camera oscura; sono una forza che sta di fronte alla formidabile forza del regime. Una forza cocciuta, insistente, cui l'opposizione è estranea e ancor più la Chiesa.
L'insurrezione interiore avviene anche dentro il mondo cattolico: si parla di un 30 per cento di refrattari, tra frequentatori della messa e presbiteri. Basta scorrere le innumerevoli lettere che parroci e preti scrivono contro i dirigenti in Vaticano, per rendersene conto. Sono lettere d'ira, contro la loro acquiescenza. Micromega dà ai dissidenti il nome di altra Chiesa e sul proprio sito li rende visibili. Le pagine dei lettori sulla rivista di attualità pastorale Settimana sono fitte di denunce del berlusconismo.
Quest'altra chiesa non ne può più dei compromessi ecclesiastici con una destra che nulla ha ereditato dalla destra storica che fece l'unità d'Italia. Ha riscoperto anch'essa il Risorgimento, la Costituzione del '48. Condivide il dover-essere dei cattolici che Alberto Melloni riassume così: "Una dedizione alla grande disciplina spirituale, un primato vissuto del silenzio orante, un abito di umiltà, un'adesione alla democrazia costituzionale come ascesi politica" (Corriere della Sera 19-12-10, il corsivo è mio).
Tra i criticati il cardinale Bagnasco, che critica il Premier ma per non sbilanciarsi vitupera non meno impetuosamente i magistrati. O che denuncia un disastro antropologico contro il quale però non pronuncia anatemi, preferendo alla chiarezza il torbido di alleanze tra Pdl e Casini che mettano fuori gioco Fini e le sinistre, troppo laici. Contro questo insorgono tanti preti: "Vedete quanto è pericoloso tacere?", chiedono citando Agostino. L'empio pecca, ma è la sentinella che ha mancato: "Chi ha trascurato di ammonirlo sarà giustamente condannato".
Nei paesi nordafricani vigeva simile spartizione di compiti: ai despoti il dominio politico, alle moschee la libertà di modellare l'intimo delle coscienze. L'accordo di scambio sta saltando ovunque, tanto che si parla di fallimento colossale di quella che gli Occidentali chiamavano stabilità. È in nome della stabilità che Berlusconi ha chiamato Mubarak un saggio, e ha detto non voler "disturbare" Gheddafi poco prima che questi bombardasse i libici facendo centinaia di morti. È la stabilità il valore che anima tanti responsabili in Vaticano, perché essa garantisce prebende varie, sconti fiscali per le case-albergo dei religiosi, finanziamenti per scuole.
In cambio si elargiscono indulgenze. Berlusconi dice parole blasfeme, e mons. Fisichella invita a "contestualizzare" la bestemmia. Il Premier è accusato di concussione e prostituzione minorile, e la Chiesa giudica "abnorme" la sua condotta come quella dei magistrati. Afferma Nogaro, vescovo emerito di Caserta: "Noi rimaniamo nello sgomento più doloroso vedendo i gesti farisaici delle autorità civili e religiose, che riescono ad approdare a tutti i giochi del male, dichiarando di usare una pratica delle virtù più moderna e liberatoria." (Micromega 1/11).
Altri presbiteri ammoniscono contro leggi liberticide sul testamento biologico. Don Mario Piantelli, parroco di San Michele Arcangelo, si associa "alle richieste che da molte parti d'Italia sono indirizzate ai vertici ecclesiastici di alzare forte la voce e di compiere azioni profetiche nei confronti del governo Berlusconi. È necessario un supplemento di libertà evangelica per sganciarsi decisamente da un sistema di governo che, attraverso benefici e privilegi, sembra avvantaggiare il "mondo ecclesiastico", e in realtà aliena e impoverisce i credenti".
La Chiesa ebbe comportamenti non diversi nel fascismo. Sta macchiandosi di colpe simili, e nessuno sguardo profetico l'aiuta a vedere gli umori d'un paese che cambia, che magari non vota opposizione ma è stufo di quel che succede. Che comincia a guardare se stesso, oltre che l'avversario. Il cartello più nuovo, nella manifestazione delle donne, diceva: "Bastava non votarlo". Bastava la virtù dei primordi cristiani: la parresia, il parlar chiaro.
Nel filmato futuro che dirà il nostro oggi saranno convocati gli storici. Potranno imitare Benedetto Croce, quando nei Diari, il 2-12-'43, si mise nei panni di Mussolini e scrisse: "Chiamato a rispondere del danno e dell'onta in cui ha gettato l'Italia, con le sue parole e la sua azione e con tutte le sue arti di sopraffazione e di corruzione, potrebbe rispondere agli italiani come quello sciagurato capopopolo di Firenze(...) rispose ai suoi compagni di esilio che gli rinfacciavano di averli condotti al disastro di Montaperti: "E voi, perché mi avete creduto?"".
lunedì 21 febbraio 2011
PIERO MULASSANO, UN PROTAGONISTA
Piero Mulassano ci ha lasciato a 73 anni. Era un personaggio. A None è stato un protagonista controverso e discusso della vita sociale e pubblica a cavallo fra gli anni Cinquanta e Settanta. Era cresciuto nell'Azione Cattolica che allora era l'unico punto di incontro per i giovani e le famiglie. In tutte le sue espressioni parrocchiali, associative e politiche, il mondo cattolico contendeva la guida della comunità locale a tutti gli altri (i laici e gli “indipendenti” del Campanile di matrice liberale). La gara era vivace, ma i due mondi in competizione avevano in comune il mal celato desiderio di dirigere la baracca apparendo il meno possibile. Lui non era con i secondi, ma tra i primi era guardato con sospetto per via del suo impegno sindacale nella Fim-Cisl. Era un operaio Fiat. Come tutti i giovani cislini di quegli anni, era influenzato dal messaggio kennedyano sulle nuove frontiere della lotta alla povertà e le aperture del Concilio lo incoraggiavano. Preferì parlare invece di comodamente tacere. Pagò cara quella sua strana smania di gettare un ponte verso l'integrazione dei meridionali che arrivavano a ondate, richiamati dal miracolo economico delle automobili e degli elettrodomestici.
Gli venne l'insana idea di capeggiare alle elezioni comunali del 1965 una lista di soli meridionali. Non l'avesse mai fatto. Scudo Crociato e Campanile non si accontentarono della sua sonora sconfitta, ma negli anni successivi lo sommersero di derisione. Fu accusato di fare politica dove fare politica non era considerato un normale atto di libertà, ma una colpevole rottura dell'armonia sociale, una violazione clamorosa e provocatoria di un codice non scritto e proprio perciò rigorosamente rispettato da tutti.
Il suo centro ricreativo e culturale di via Roma (prima Croce Bianca, poi Turin Club e ora l'Osteria) attirò i giovani a frotte per qualche anno e fu persino indicato alle attenzioni delle forze dell'ordine perchè vigilassero contro l'intrusione di presenze sindacali, socialiste e comuniste. Poi arrivò il vento della contestazione. Invece di negare il nostro impegno politico, noi lo rivendicammo a viso aperto spazzando via tutti i predicozzi che ci venivano ammanniti sull'obiettività, l'interclassismo, l'imparzialità e via inzuccherando i conflitti sociali.
Quanto all'arrivo dei meridionali, noi indigeni – credenti o non credenti che fossimo – non gradivamo che aspirassero così presto a conquistare addirittura una rappresentanza in Comune. Dovevano chiedere il permesso alle élites locali che li avrebbero accolti sotto le loro ali protettrici e li avrebbero presentati come fiore all'occhiello e prova di tolleranza, apertura e liberalità. I meridionali dovevano pensare a lavorare nell'industria e nell'edilizia. Dovevano pagare l'affitto delle case che trovavano (di solito le peggiori). Dovevano ringraziare per l'accoglienza.
Ora, tutto è cambiato. Per fortuna abbiamo altri problemi. Non altrettanto semplici, vedo. Ma dobbiamo riconoscere che quella lunga marcia sempre inconclusa sulla strada dell'uguaglianza vide anche il contributo generoso di Piero Mulassano. Non guadagnò nulla dalle sue scelte religiose, sindacali e politiche. L'ultima parte della sua esistenza fu ingiustamente isolata e tormentata.
Mario Dellacqua
Gli venne l'insana idea di capeggiare alle elezioni comunali del 1965 una lista di soli meridionali. Non l'avesse mai fatto. Scudo Crociato e Campanile non si accontentarono della sua sonora sconfitta, ma negli anni successivi lo sommersero di derisione. Fu accusato di fare politica dove fare politica non era considerato un normale atto di libertà, ma una colpevole rottura dell'armonia sociale, una violazione clamorosa e provocatoria di un codice non scritto e proprio perciò rigorosamente rispettato da tutti.
Il suo centro ricreativo e culturale di via Roma (prima Croce Bianca, poi Turin Club e ora l'Osteria) attirò i giovani a frotte per qualche anno e fu persino indicato alle attenzioni delle forze dell'ordine perchè vigilassero contro l'intrusione di presenze sindacali, socialiste e comuniste. Poi arrivò il vento della contestazione. Invece di negare il nostro impegno politico, noi lo rivendicammo a viso aperto spazzando via tutti i predicozzi che ci venivano ammanniti sull'obiettività, l'interclassismo, l'imparzialità e via inzuccherando i conflitti sociali.
Quanto all'arrivo dei meridionali, noi indigeni – credenti o non credenti che fossimo – non gradivamo che aspirassero così presto a conquistare addirittura una rappresentanza in Comune. Dovevano chiedere il permesso alle élites locali che li avrebbero accolti sotto le loro ali protettrici e li avrebbero presentati come fiore all'occhiello e prova di tolleranza, apertura e liberalità. I meridionali dovevano pensare a lavorare nell'industria e nell'edilizia. Dovevano pagare l'affitto delle case che trovavano (di solito le peggiori). Dovevano ringraziare per l'accoglienza.
Ora, tutto è cambiato. Per fortuna abbiamo altri problemi. Non altrettanto semplici, vedo. Ma dobbiamo riconoscere che quella lunga marcia sempre inconclusa sulla strada dell'uguaglianza vide anche il contributo generoso di Piero Mulassano. Non guadagnò nulla dalle sue scelte religiose, sindacali e politiche. L'ultima parte della sua esistenza fu ingiustamente isolata e tormentata.
Mario Dellacqua
giovedì 17 febbraio 2011
SONO DISPONIBILE
Al termine della serata del 16 febbraio che non saprei riassumere in tutte le sue opportunità e traversie, invio questo commento al posto del solito verbale.
Capisco i miei amici di centrosinistra o di centrodestra. Le occasioni sono poche e quando si presentano non bisogna lasciarsele sfuggire. O per attaccare il Sindaco, o per difenderlo, o per distribuire su spalle altrui fardelli propri o per esprimere rispettabili valutazioni che non hanno nulla da spartire con la comune battaglia in corso contro la centrale.
Non sono un estimatore di questa Amministrazione comunale e ciò non è un mistero.
Non ho nulla contro la preparazione di una buona lista per le prossime elezioni comunali e ieri sera mi sono definitivamente convinto.
Quando fra tre anni o anche fra sei mesi combinerete di parlarne, spero di essere avvertito. Così potrò trovarmi tutto da un'altra parte.
Mario Dellacqua
Capisco i miei amici di centrosinistra o di centrodestra. Le occasioni sono poche e quando si presentano non bisogna lasciarsele sfuggire. O per attaccare il Sindaco, o per difenderlo, o per distribuire su spalle altrui fardelli propri o per esprimere rispettabili valutazioni che non hanno nulla da spartire con la comune battaglia in corso contro la centrale.
Non sono un estimatore di questa Amministrazione comunale e ciò non è un mistero.
Non ho nulla contro la preparazione di una buona lista per le prossime elezioni comunali e ieri sera mi sono definitivamente convinto.
Quando fra tre anni o anche fra sei mesi combinerete di parlarne, spero di essere avvertito. Così potrò trovarmi tutto da un'altra parte.
Mario Dellacqua
domenica 13 febbraio 2011
IL SILENZIO DEI GIUSTI
Sarà anche vero che, come scrive Avvenire, l'Italia cessa di esistere nel momento in cui cessi di desiderarla. Tuttavia, il baratro morale in cui il nostro paese sta precipitando è tutto in quelle ragazze che escono dalla loro casa di via Olgettina avvolte in sciarpe e berretti che coprono i loro volti per difenderli dalla voracità delle telecamere: la voracità di cui fino a ieri si nutrivano ricavandone facili guadagni, oggi spalanca le sue fauci e rischia di divorarle.
E, a dispetto della loro timidezza, si erge a contrappunto beffardo l'immagine del premier che dichiara di divertirsi mentre si propone come vittima delle persecuzioni della Magistratura e come modello esemplare di generosità incompresa.
Una processione zelante dell'entourage del premier va in Tv a dichiarare che senza Berlusconi niente libertà e “le elezioni non le abbiamo vinte noi, ma le ha vinte Berlusconi”. Un paesaggio avvilente che può stare in piedi solo grazie al silenzio dei giusti, come direbbe Martin Luther King. Dante diceva “non ragioniam di lor ma guarda e passa”. Il silenzio è la forma più alta e civile di disapprovazione. Dopotutto, c'è sempre il detto evangelico della prima pietra ad ammonirci. Però non credo che questo sia il contesto giusto per il silenzio. E' forte il rischio che esso venga scambiato per indifferenza o addirittura acquiescenza.
Mario Dellacqua
venerdì 11 febbraio 2011
Serata informativa sulle biomasse
Se vuoi sapere perchè la centrale a biomasse è inutile e dannosa,
puoi venire alla
SERATA INFORMATIVA
di mercoledì 16 febbraio alle ore 21
alla Sala Conferenze di via Brignone
(ingresso dal retro del Municipio)
All'ordine del giorno
-Le attività del Comitato (andamento della campagna "Il tuo lenzuolo contro la centrale", stato di avanzamento del ricorso al TAR)
-Rinnovo annuale delle cariche direttive del Comitato.
Tutta la cittadinanza è cordialmente invitata.
puoi venire alla
SERATA INFORMATIVA
di mercoledì 16 febbraio alle ore 21
alla Sala Conferenze di via Brignone
(ingresso dal retro del Municipio)
All'ordine del giorno
-Le attività del Comitato (andamento della campagna "Il tuo lenzuolo contro la centrale", stato di avanzamento del ricorso al TAR)
-Rinnovo annuale delle cariche direttive del Comitato.
Tutta la cittadinanza è cordialmente invitata.
INCONTRI ALL'ANGOLO: IL BIGLIETTO SUL TRENO E LA CENTRALE
Alle ore 21 di martedì 8 febbraio c'erano all'angolo la famiglia Baffa e Dellacqua, Balbiano di Andezeno, Donato Blonda, Federica Fidale, Alessandro Lambra, Giuseppe Migliore, Fabrizio Piscitello, Andrea Testa, Torta di Federica e Giuseppe con la scritta “Auguri zio Mario”. Il soggetto è arrivato a 58 anni il 6 febbraio.
La prima parte della seduta è stata dedicata ad un esame seppur sommario del diritto di non pagare o del dovere di pagare il biglietto sui mezzi pubblici. Uno ha sostenuto che tutti devono pagare il biglietto e non possono rivendicare la loro bassa condizione sociale a sostegno del diritto di non pagarlo. Né possono dire che hanno il diritto di non pagarlo perchè il pesce puzza dalla testa e perchè governo, Parlamento e industriali sono privilegiati e corrotti. Si può chiedere di migliorare le leggi in modo che sia meglio tutelata una fascia più ampia di soggetti indeboliti dalla crisi e dalla precarietà, ma la legalità va rispettata in basso e in alto. Fino a quando le leggi pessime non saranno sostituite da leggi migliori vanno comunque rispettate. E se si sceglie la disobbedienza come forma collettiva di protesta, bisogna sapersene assumere le conseguenze. Altri sostengono invece che anche la protesta individuale ha un suo valore di denuncia dalle disfunzioni. Per esempio sul 18 nessuno paga e nessun controllore osa salire perchè specie nelle ore di punta del mattino lì sale di tutto: ma è sempre pieno, non ti puoi sedere e passa in ritardo. Non pagare è pertanto una forma di autotutela.
Alle 21 di mercoledì 9 febbraio si sono incontrati all'angolo Luca Baldo, Bianco e Rosso, Nadia Biscola, Mario Dellacqua, Giovanni Garabello, Orlando, Mario Ruggieri, Giacomo Scarcella, Ubaldo Smeriglio, Nunzio Sorrentino, Mario Vruna (temo di aver dimenticato qualcuno e mi scuso).
Si è osservato che la raccolta di fondi per le lenzuola sta andando meglio e giungono adesioni dagli ambienti più lontani, con cadenza quasi quotidiana. Qua e là sui balconi, sui davanzali e sulle recinzioni stanno spuntando sempre più numerosi i no scritti contro la centrale. Qualcosa sta maturando nelle famiglie, tra vicini di casa, amici e parenti: converrà insistere, comunicare, ascoltare e informare. Qualche segnale di interesse proviene dal mondo degli insegnanti, ancora troppo flebile. Niente dal mondo dei giovani, anche da quelli vicini agli ambienti cattolici. Bisognerà rincuorare e sollecitare tutti, facendo leva su libertà, orgoglio e attaccamento al proprio paese e ai propri luoghi.
Il prossimo mercoledì 16 abbiamo deciso di convocare una serata informativa alla sala conferenze di via Brignone, sia per tenere viva l'attenzione verso la campagna per le lenzuola, sia per favorire la partecipazione democratica al rinnovo annuale delle cariche direttive del Comitato.
E' auspicabile un'alleanza nel ricorso legale al Tar con Legambiente e Pro Natura, se ciò servirà a portare contributi tecnici rafforzativi delle argomentazioni in via di predisposizione a cura dell'avvocato Vincenzo Enrichens.
Bisogna supportare le domande di intervento incisivo che provengono dal Villaggio San Lorenzo. Il Comitato interverrà martedì prossimo alle 17 ad un'assemblea degli abitanti del villaggio. Occorrerà ascoltare, fornire argomenti e informazioni, ma sopratutto disponibilità ad appoggiare concretamente tutte le iniziative in via di elaborazione per combattere sul piano legale il danno commerciale che le proprietà subiranno. Ciò colpisce il Villaggio San Lorenzo, ma non lascerà indenne tutto il territorio comunale.
Sono allo studio iniziative per coinvolgere nel no alla centrale anche gli ex amministratori comunali con questo semplice ma forse incisivo messaggio: siamo stati negli ultimi 40 anni Sindaci, assessori e consiglieri divisi dai programmi e dalla politica, ma oggi uniti nel no alla centrale per tutelare l'aria, la salute, il futuro di tutti i nonesi.
Il prossimo sabato e domenica la manifestazione del disegno delle lenzuola si svolgerà all'angolo di via Roma sotto i portici vecchi, in quanto la piazza Cavour è stata prenotata dal Pd per altra manifestazione e tutti concordiamo sulla necessità di tenere rigorosamente separate le attività del comitato dalle attività del partito.
Chi vuole e può, sabato pomeriggio e domenica mattina si può aggregare al gruppo di decoratori di lenzuola anticentrale.
Cordiali saluti a tutti. Mario
domenica 6 febbraio 2011
Incontri all'angolo: la centrale e l'Egitto
Alle ore 21 di martedì 1 febbraio c'erano all'angolo Jacopo e Giovanna Baffa, Bignole alla panna di Elena, Donato Blonda, Crostata di mele di Giovanna, Mario Dellacqua, Federica Fidale, Alessandro Lambra, Fabrizio Piscitello, Spumante di Mario, Andrea Testa.
La prima parte della seduta è stata dedicata ad un esame seppur sommario della situazione egiziana. Alcuni presenti hanno riferito dell'estrema riservatezza con cui alcuni loro amici magrebini parlano della situazione politica del loro paese. Se devono parlare male dei loro governanti, fanno ben attenzione a non essere visti e sentiti da loro connazionali. Segno che sono abituati alla dittatura e a fare i conti con uno spionaggio quotidiano e capillare. Segno, però, a maggior ragione, che i sommovimenti in corso parlano di una svolta epocale verso esiti potenzialmente democratici. Speriamo che non prevalgano correnti fondamentaliste.
E' il Presidente Obama a telefonare a Mubarak per chiedergli di fare un passo indietro, ma quella telefonata non sarebbe mai intercorsa fra i due leader senza la mobilitazione dei popoli. Nuova dimostrazione che nelle istituzioni la lunga marcia la possono fare gli eletti solo se sospinti dai popoli, ma da soli gli eletti stanno prevalentemente aggrappati volentieri alle postazioni acquisite. Vorremmo essere egiziani o tunisini, ma troppi giacciono immobilizzati nell'attesa di un nuovo leader: è come aspettare un Messia. Ma per dispetto, il Messia non viene e fa benissimo a deludere chi cerca santi in Paradiso invece di contare sulle proprie forze, le uniche a poter muovere la storia.
I presenti hanno poi concordato di devolvere la somma di 300 euro a favore della raccolta dei fondi per le spese legali necessarie al ricorso contro la centrale a biomasse. La decisione è venuta naturale, perchè da anni siamo abituati a usare i soldi della Festainrosso per scopi legati alla solidarietà, pensata sia nella dimensione della vita quotidiana locale, sia in proiezione su scala internazionale.
Alle 21 di mercoledì 2 febbraio si sono incontrati all'angolo Giuseppe Astore, Carla Benotti, Bibite di Ezio, Nadia Biscola, Biscotti di Ezio, Anna e Vittorio Catalano, Lucia Chiosso, Mario Dellacqua, Ignazio Drago, Giovanni Garabello, Morellino di Ezio, Ezio Pennano, Italia Raimondi, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino, Thisana di Giuseppe, Mario Vruna. Si è osservato che la campagna in corso servirà a vedere se siamo capaci di svegliare la comunità nonese dal suo torpore e se useremo questa occasione come una frustata salutare di orgoglio e di dignità per imparare che non tutti i problemi si possono risolvere, ma se li affrontiamo da soli ci condanniamo ancora più a veder peggiorare le condizioni della nostra civiltà. Pertanto decisivo è promuovere la manifestazione visibile della contrarietà della cittadinanza che però si sta muovendo ma ancora lentamente e in ordine sparso. Dobbiamo insistere con la presenza pubblica, con la richiesta e l'offerta di informazione, di partecipazione e di passaparola.
Sì è concordato di pubblicare l'elenco dei sottoscrittori solo qualora venga richiesto e si è stabilito che i conti vanno scrupolosamente aggiornati inviando ogni variazione solo alla mailing list. Bisogna promuovere contemporaneamente emulazione e trasparenza, ma soprattutto dimostrare che le adesioni giungono da ogni parte, in diversa misura, da famiglie e personalità appartenenti a diverse condizioni sociali di reddito, a diversi mestieri, a diverse fedi religiose e appartenenze politiche. Tutti vanno apprezzati, valorizzati e rispettati anche per gli apporti che possono dare alla vita quotidiana del Comitato in cui non ci sono gerarchie, analisi del sangue e rilascio di certificati di idoneità. Ognuno partecipa con il suo bagaglio di esperienze, convinzioni, storie e scuole di pensiero in piena libertà e pieno diritto di essere ascoltato.
Si è concordato di fissare per mercoledì 16 febbraio l'assemblea pubblica del Comitato per il rinnovo delle cariche sociali come previsto dallo Statuto.
Chi vuole e può, sabato pomeriggio e domenica mattina si può aggregare al gruppo di decoratori di lenzuola anticentrale.
Cordiali saluti a tutti. Mario
La prima parte della seduta è stata dedicata ad un esame seppur sommario della situazione egiziana. Alcuni presenti hanno riferito dell'estrema riservatezza con cui alcuni loro amici magrebini parlano della situazione politica del loro paese. Se devono parlare male dei loro governanti, fanno ben attenzione a non essere visti e sentiti da loro connazionali. Segno che sono abituati alla dittatura e a fare i conti con uno spionaggio quotidiano e capillare. Segno, però, a maggior ragione, che i sommovimenti in corso parlano di una svolta epocale verso esiti potenzialmente democratici. Speriamo che non prevalgano correnti fondamentaliste.
E' il Presidente Obama a telefonare a Mubarak per chiedergli di fare un passo indietro, ma quella telefonata non sarebbe mai intercorsa fra i due leader senza la mobilitazione dei popoli. Nuova dimostrazione che nelle istituzioni la lunga marcia la possono fare gli eletti solo se sospinti dai popoli, ma da soli gli eletti stanno prevalentemente aggrappati volentieri alle postazioni acquisite. Vorremmo essere egiziani o tunisini, ma troppi giacciono immobilizzati nell'attesa di un nuovo leader: è come aspettare un Messia. Ma per dispetto, il Messia non viene e fa benissimo a deludere chi cerca santi in Paradiso invece di contare sulle proprie forze, le uniche a poter muovere la storia.
I presenti hanno poi concordato di devolvere la somma di 300 euro a favore della raccolta dei fondi per le spese legali necessarie al ricorso contro la centrale a biomasse. La decisione è venuta naturale, perchè da anni siamo abituati a usare i soldi della Festainrosso per scopi legati alla solidarietà, pensata sia nella dimensione della vita quotidiana locale, sia in proiezione su scala internazionale.
Alle 21 di mercoledì 2 febbraio si sono incontrati all'angolo Giuseppe Astore, Carla Benotti, Bibite di Ezio, Nadia Biscola, Biscotti di Ezio, Anna e Vittorio Catalano, Lucia Chiosso, Mario Dellacqua, Ignazio Drago, Giovanni Garabello, Morellino di Ezio, Ezio Pennano, Italia Raimondi, Mario Ruggieri, Nunzio Sorrentino, Thisana di Giuseppe, Mario Vruna. Si è osservato che la campagna in corso servirà a vedere se siamo capaci di svegliare la comunità nonese dal suo torpore e se useremo questa occasione come una frustata salutare di orgoglio e di dignità per imparare che non tutti i problemi si possono risolvere, ma se li affrontiamo da soli ci condanniamo ancora più a veder peggiorare le condizioni della nostra civiltà. Pertanto decisivo è promuovere la manifestazione visibile della contrarietà della cittadinanza che però si sta muovendo ma ancora lentamente e in ordine sparso. Dobbiamo insistere con la presenza pubblica, con la richiesta e l'offerta di informazione, di partecipazione e di passaparola.
Sì è concordato di pubblicare l'elenco dei sottoscrittori solo qualora venga richiesto e si è stabilito che i conti vanno scrupolosamente aggiornati inviando ogni variazione solo alla mailing list. Bisogna promuovere contemporaneamente emulazione e trasparenza, ma soprattutto dimostrare che le adesioni giungono da ogni parte, in diversa misura, da famiglie e personalità appartenenti a diverse condizioni sociali di reddito, a diversi mestieri, a diverse fedi religiose e appartenenze politiche. Tutti vanno apprezzati, valorizzati e rispettati anche per gli apporti che possono dare alla vita quotidiana del Comitato in cui non ci sono gerarchie, analisi del sangue e rilascio di certificati di idoneità. Ognuno partecipa con il suo bagaglio di esperienze, convinzioni, storie e scuole di pensiero in piena libertà e pieno diritto di essere ascoltato.
Si è concordato di fissare per mercoledì 16 febbraio l'assemblea pubblica del Comitato per il rinnovo delle cariche sociali come previsto dallo Statuto.
Chi vuole e può, sabato pomeriggio e domenica mattina si può aggregare al gruppo di decoratori di lenzuola anticentrale.
Cordiali saluti a tutti. Mario
giovedì 3 febbraio 2011
Non tutti hanno la possibilità o la comodità di frequentare le sedute del Consiglio Comunale o l'Albo Pretorio. La pubblicazione on line (già prevista dalla legge n. 69 del 2009 all’art. n.32 e prorogata a febbraio 2011) facilita questa forma di partecipazione popolare.
Proprio per “promuovere la democrazia delle scelte”, il programma elettorale di Solidarietà e progresso si impegnava a agevolare “la conoscenza degli atti del Consiglio comunale con l'uso delle nuove tecnologie informatiche”. Aggiungeva di voler redigere “un piano per la posa di infrastrutture in fibra ottica” e di voler attivare “nei prossimi mesi la prima area wi-fi” ritenendo “elemento di democrazia garantire la connettività ai cittadini”. Convocare i Consigli comunali alle 19,30, come a None è diventato costume consolidato, è di per sé un incentivo al digiuno serale, ma non alla partecipazione. Sarebbe esagerato pretendere “la registrazione dei Consigli comunali su piattaforma digitale (audio e video), creando un archivio delle sedute” o, come scriveva il consigliere Massimo Tortone su “InformaNone” del dicembre 2009, “la trasmissione diretta in streaming dei Consigli comunali sul sito stesso, così da poter permettere di assistere a tali avvenimenti ad un più elevato numero di cittadini”. Troppa carne al fuoco. Ci saremmo accontentati della pubblicazione on line delle delibere della Giunta e delle determine dei responsabili degli Uffici. Ma per tutto il 2010, se volevi una delibera, dovevi fare domanda scritta. E' arrivato il 2011 e dobbiamo registrare un vistoso ritardo rispetto ai vicini Comuni di Airasca, Candiolo e Volvera che hanno da tempo attrezzato i loro siti, consultando i quali ogni cittadino può sapere tutto quello che decide e fa l'Amministrazione comunale.
Siamo un po' indietro e farlo notare non va bene. Siamo ammoniti. Cartellino rosso. Sul settimanale cattolico pinerolese il consigliere delegato all'innovazione tecnologica ci dice che “sarebbe meglio giudicare il lavoro svolto dall'Amministrazione a fine legislatura”. Ora, quanto tempo dobbiamo aspettare per segnalare che l'aggiornamento del sito del Comune lascia a desiderare? E' colpa del Patto di Stabilità, per fare un esempio, se sul sito del Comune ancora il 28 gennaio si annunciava per Natale 2005 la conclusione di un'indagine sociologica sulla popolazione degli anziani? E' colpa di Tremonti se non si trova lo Statuto comunale?
Ma Tortone ci invita a tacere fino alla fine della legislatura. Difficile dire cose così violente in modo così educato. Troppo presto per salire in cattedra. Troppo tardi per chiedere di stare zitti a noi che partecipiamo fin da piccoli alla vita democratica e non ci basta la crocetta quinquennale.
Mario Dellacqua e Giovanni Garabello
mercoledì 2 febbraio 2011
martedì 1 febbraio 2011
LENZUOLA CONTRO LA CENTRALE
La campagna “Il tuo lenzuolo contro la centrale” ha preso l'avvio domenica 23 gennaio ed è proseguita al mercato del giovedì e nei fine settimana successivi. Essa è stata organizzata dal “Comitato Energia, Ambiente e Territorio” di None sia per promuovere la concreta dimostrazione che i cittadini sono contrari all'insediamento dell'impianto approvato dalla Provincia, sia per raccogliere i fondi necessari a sostenere le spese del ricorso al Tar.
D'un balzo la raccolta dei fondi ha raggiunto e superato quota mille euro. Tra i primi versamenti quella del Vice Sindaco Stefano Rizzo (PD), del capogruppo di minoranza Nadia Biscola (Alternativa), dell'ex Sindaco Domenico Bastino. Molti i contributi di personalità singole e di famiglie di solito ai margini della vita pubblica. Presto il Comitato renderà pubblico l'elenco delle adesioni.
Da registrare in proposito le stimolanti dichiarazioni rilasciate dall'assessore Luca Ferrua durante l'incontro con il Comitato svoltosi in Municipio il 20 gennaio. “Con la campagna delle lenzuola – ha detto il titolare all'Industria e al Commercio – misureremo la forza del Comitato. Se alla fine saranno mille lenzuola è un conto. Un altro se resteranno sei”. Per quanto non sia chiaro l'esito desiderato dall'assessore, non c'è dubbio che in questa circostanza potremo sapere quanto sia estesa la palude di pigrizia civile nella quale anche None sembra sprofondare. Vedremo quale utilità dimostreranno le destre, i centri e le sinistre che servono questo presidente o aspettano un altro leader. Conteremo quelli che sono sempre molto puntuali nelle critiche e nella richiesta di fare di più e prima, ma poi girano la testa dall'altra parte al momento di affrontare qualche piccolo sacrificio. Capirai, un lenzuolo dal balcone... Andremo avanti con quelli che si occupano collettivamente dei problemi della vita quotidiana e che sanno collaborare anche con chi la pensa diversamente per difendere il futuro della propria terra, della propria famiglia e della propria casa. Per tutelare la nostra dignità di cittadini, di donne e di uomini liberi di fronte alla dilapidazione del denaro pubblico e al peggioramento della salute di tutti.
I versamenti si possono effettuare presso AgriNone di via Sestriere 65 o AlfaBeta di via Roma 13.
I lenzuoli si possono ritirare in piazza Cavour il giovedì mattina, il sabato pomeriggio e la domenica mattina.
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