giovedì 19 febbraio 2015

CRITICA DELLA PAROLA CONTRARIA



Va respinta la pretesa di condannare le affermazioni di Erri De Luca che aveva parlato di legittimo ricorso alle cesoie se utili per “il sabotaggio” del TAV in Val Susa.
La sede per discutere le discutibili idee dello scrittore napoletano non è il Tribunale, ma la biblioteca, la piazza, il circolo, la parrocchia, l'associazione, il Consiglio comunale o il partito (per chi ce l'ha).
Il sabotaggio della produzione, dei trasporti, del pubblico servizio mediante lo sciopero, l'occupazione della strada, della scuola o della casa può diventare un reato a seconda delle circostanze, ma la punizione va somministrata a chi viola le leggi con i comportamenti di cui è responsabile personalmente, non colpendo il pensiero manifestato con la parola scritta o parlata. De Luca non è accusato per aver “fatto”, ma per aver “detto” e ciò basta a sollevare la ribellione civile in sua difesa di ogni cittadino che ha a cuore la vita quotidiana della democrazia.

mercoledì 18 febbraio 2015

Apericena a sostegno de IL MANIFESTO

Cari amici e compagni, 
vi propongo di partecipare all'apericena per il manifesto che gli amici dell'angolo non ottuso hanno organizzato in via Roma 11 a None a partire dalle 17,30. La quota di partecipazione è di 10 euro per gustare bevande e stuzzichini preparati dal magico chef Giuseppe Migliore. Chi partecipa concorre all'estrazione di un abbonamento al manifesto per sei mesi. Speriamo che non abbiate altri impegni e contiamo di usare il pomeriggio come pretesto: non solo per sostenere una voce libera e critica, ma anche per promuovere la rinascita di una sinistra unita, non la mia, ma anche la tua e la sua purchè una sola.  
La prenotazione obbligatoria, fateci sapere e grazie comunque per l'attenzione.
 
 

martedì 17 febbraio 2015

PROGETTO COMUNE informa - Interrogazione al sindaco su servizi socioassistenziali e consorzio CISA12

In un momento di grave crisi economica e sociale, riteniamo sia fondamentale concentrare l'attenzione e l'impegno politico sulle attività di sostegno alle famiglie, alle persone in difficoltà, agli anziani. Riteniamo sia compito dell'Amministrazione promuovere iniziative che facciano fruttare al massimo le poche risorse disponibili, con una mentalità progettuale organica e con gli strumenti già a disposizione, all'interno del consorzio socioa-ssistenziale intercomunale CISA 12 a cui None ha aderito. Progetto Comune ha presentato in proposito una interrogazione al Sindaco in vista del prossimo consiglio comunale.
 
 
Al Sindaco del Comune di None
Alla Giunta Comunale

None 09 febbraio 2015

Considerato che il comune di None ha attivato dal primo aprile 1997 con i comuni di Nichelino, Vinovo, Candiolo il consorzio socioassistenziale CISA 12 come previsto dalla allora vigente L.R. 62/1995 per la gestione dei Servizi Socio-Assistenziali.

domenica 15 febbraio 2015

GADDA E LA GRANDE GUERRA



Da dove in Italia è venuto il fascismo destinato a fare scuola in Europa per poi trascinarla in un conflitto memorabile? In quali ombre la creatura ha visto la luce? Me lo sono sempre domandato, ma risposte ferme e tranquillizzanti, nessuna. Forse sono tormentato da un'ossessione comparativa fra ieri e oggi: il totalitarismo è un fantasma spaventoso definitivamente dissolto o si è piuttosto saputo rinnovare indossando maschere accattivanti e escogitando trucchi peggiorativi?
Se si pensa – e molti storici lo pensano – che la deflagrazione della “Grande Guerra” abbia contrassegnato l'avvio di una novecentesca “guerra dei trent'anni”, diventa fondamentale chiedersi quali energie agitassero l'anima di quei ventenni e quali idee mulinassero nella loro testa prima di muovere le loro gambe ed armare le loro braccia.
Non erano tutti uguali, ma respiravano la stessa aria e Carlo Emilio Gadda era uno di quei giovani. Il suo “Giornale di guerra e di prigionia” con il “Diario di Caporetto”, ripubblicato dalle Edizioni San Paolo cento anni dopo il 1914, aiuta a comprendere l'impasto esplosivo di ardori e di frustrazioni che accompagnò tanti giovani  dall'entusiasmo per la trincea e per i “divini momenti del pericolo” (p.353) alla rabbia per la vittoria mutilata: la predicazione dannunziana arruolò presto nelle squadracce una gioventù refrattaria al grigiore della vita civile perché incapace di rinunciare ai ruoli di comando e all'uso inebriante della violenza.

mercoledì 11 febbraio 2015

QUELLO SPIRITO NON E' SANTO E L'ORTICELLO NON C'E' PIU'

Non so più quando e dove ho sentito o letto che il futuro è nel ritrovamento delle nostre origini. Sulle tracce del perduto “spirito del sindacalismo”, cercato con l'ansia di chi vede in pericolo mortale una creatura collettiva alla quale sente di appartenere e di dovere riconoscenza, l'ex sindacalista della Cisl milanese Sandro Antoniazzi incontra un principio. E' limpido come una sorgente, ma è stato abbandonato strada facendo dalla frenesia un po' superba di chi ha fretta di correre e di raggiungere e non ha la pazienza di aspettare. Nato con la Prima Internazionale del 1864, quel principio stabilisce che “l'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori medesimi”. E anzi aggiungendo: “O non sarà”, inaugurava una formula perentoria che avrebbe avuto solenni imitazioni successive. (Gonella diceva: ”Il sindacato sarà cristiano o non sarà” e Pastore ribatteva: “Il sindacato sarà dei lavoratori o non sarà”).

martedì 10 febbraio 2015

10 febbraio, giorno del ricordo: per una resistenza che non nasconde i propri tragici errori

http://www.deportati.it/museo/mostra_foibe.html
[Dopo] l'estate del 1944, in una mutata situazione strategica e dopo che il PCS [partito comunista sloveno] ebbe assunto il controllo sia delle formazioni garibaldine che della federazione triestina del PCI, i comunisti giuliani aderirono all'impostazione dell'OF [il Fronte di Liberazione che mirava all'annessione alla Jugoslavia delle aree abitate anche da sloveni], mentre in campo nazionale la linea del PCI si fece più oscillante: le rivendicazioni jugoslave non vennero mai ufficialmente accolte ma nemmeno respinte, e Togliatti propose una distinzione tattica fra annessione di Trieste alla Jugoslavia - di cui non bisognava parlare - ed occupazione del territorio giuliano da parte jugoslava, che andava invece favorita dai comunisti italiani. Sulla linea del PCI, oltre al sostegno sovietico alle rivendicazioni jugoslave ed al dibattito interno sugli sbocchi da dare alla lotta di liberazione in Italia, influì anche l'atteggiamento assunto da buona parte del proletariato italiano di Trieste e Monfalcone, che aveva accolto la soluzione jugoslava in chiave internazionalista come integrazione entro uno stato socialista alle spalle del quale si ergeva l'Unione Sovietica. Tale scelta provocò pesanti conseguenze all'interno della resistenza italiana, portando tra l'altro all'eccidio delle malghe di Porzus, perpetrato da un formazione partigiana comunista nei confronti di partigiani osovani.

lunedì 9 febbraio 2015

NUTO REVELLI: PIETA' E RABBIA DI UN TESTIMONE

Erano interventi comparsi fra il 1966 e il 2003 su “La Stampa”, “Repubblica” e “l'Unità”, ma anche “Il manifesto”, “Lotta continua”, “La Gazzetta del Popolo”, “Il Quotidiano dei Lavoratori”, “Brescia Oggi”. Questa antologia di interviste e di conversazioni con Nuto Revelli che Mario Cordero ha curato per Einaudi, è ricca di conferme e riserva qualche sorpresa con qualche salutare inquietudine.
Né storico, né sociologo, né antropologo per fiera rivendicazione, “il testimone” arriva dove anni di ricerche del meglio tra gli specialisti ci hanno portato: la memoria è un'attrezzatura delicata e crudele che bisogna saper maneggiare con cura, se vuoi evitare che ripetizioni e ingigantimenti in complice andirivieni con rimozioni e rimpicciolimenti ti portino a spasso al servizio di tutto e del contrario di tutto. La memoria è un filtro che può depurare ma anche inquinare. Pertanto, va difesa dalle insidie – anche involontarie – che porta nel suo grembo. In questa severa cautela che combatte i monumenti e le demolizioni sommarie come i furbeschi “livellamenti di responsabilità” (pag.146), Nuto Revelli è maestro.

giovedì 5 febbraio 2015

”STRAMBICOLI 2015”

In vista del Carnevale a None, la None Pro Loco ha preparato un apposito programma di festeggiamenti comportante una spesa presunta di €.1.300,00 comprensiva di tutti gli oneri. Le manifestazioni (ludico-ricreative, giochi per bambini e ragazzi, intrattenimenti musicali) verranno gestite in forma associata fra i Comuni di None, Volvera e Virle. La somma aggiuntiva di 500 euro è necessaria per l’acquisto di generi di degustazione e diritti SIAE, la cui gestione sarà affidata all’Associazione Basso Lemina di Virle con apposita delega.
La medesima associazione Basso Lemina di Virle provvederà anche all'organizzazione degli “Strambicoli” a Virle e per questa manifestazione otterrà un contributo di 550 euro, mentre il Comune di Volvera ha stabilito una compartecipazione di 520 euro.
Il notevole lavoro dei Comuni associati ha comportato due incontri svoltisi il 20 novembre 2014 e il 9 gennaio 2015. La delegazione nonese partecipante ai negoziati era composta dal Sindaco Enzo Garrone e da Davide Casciani, consigliere delegato ai progetti e alle iniziative per lo sport.

COMUNICATO N. 28, 3 febbraio 2015 
Dall'angolo di via Roma 11 Loredana Brussino e Mario Dellacqua

dopo charlie...

Sulla scia dei recenti fatti di sangue parigini, c'è l'idea di organizzare come gruppo Nonunomanoi una serata di confronto tra nonesi, con un'attenzione particolare per la numerosa comunità marocchina locale, sui nodi della convivenza rispettosa tra diversi e sul problema dell'intolleranza anche violenta, in collaborazione con il Centro Culturale Islamico Rida.
L'ipotesi è di tenere il suddetto incontro venerdì 27 febbraio p.v. alle ore 21, se possibile c/o la Sala Conferenze municipale.
Gli interventi introduttivi sarebbero di Ali El Aarja e di Salah Saloumi di Rida e di Mario Dellacqua e Massimo Bonifazio di Nonunomanoi.

martedì 3 febbraio 2015

FOIBE E ANTIFASCISMO

Un antifascismo vivo e non stancamente celebrativo sa incoraggiare la ricerca dell'interrogazione continua. In questo spirito, l'Anpi ha organizzato un incontro per sabato 7 febbraio prossimo alle ore 9,30 presso il Museo Diffuso della Resistenza in Corso Valdocco, 4/A a Torino. Due ricercatori storici, Claudia CERNIGOI ed Eric GOBETTI, interverranno sulla tragedia dei confini orientali, del fascismo, delle foibe e dell’esodo delle popolazioni italiane.
Coordinerà la serata Fulvio GAMBOTTO, della segreteria provinciale ANPI.
Per molti anni questa è stata una pagina di storia dimenticata. Dimenticata dalla storiografia ufficiale, dimenticata dalla politica. Eppure, si tratta di una tragedia che ha toccato in profondità la nostra coscienza di popolo e che ha avuto e continua ad avere forti ripercussioni di carattere sociale e culturale.
Ricordare le foibe e i drammi verificatisi ai confini orientali significa non dimenticare le diverse sfaccettature ideologiche e politiche, in un contesto complicato per una terra che ha sempre vissuto lo scomodo status di terra di confine.

LE DISUGUAGLIANZE SONO NORMALI, MA SONO ANCHE UNA MINACCIA

La letteratura sulle disuguaglianze è ormai ampia. Tuttavia, i Premi Nobel per l'economia e il successo del “Capitale nel XXI secolo” di Thomas Piketty non hanno ancora fatto breccia a Bruxelles. Da quelle parti, la scuola del pensiero liberista detiene saldamente l'amministrazione di tutte le cattedre. Le autorità di Bruxelles sono riverite dagli editorialisti che insegnano ai governi ad essere meno timidi nell'aggredire la spesa pubblica e nell'alleggerire i costi del lavoro conquistando maggiore flessibilità in entrata e in uscita (fa disordinato – chissà perchè - dire libertà di licenziamento come condizione per assumere di più).

domenica 1 febbraio 2015

LA DISCRIMINAZIONE EBRAICA E LE ALTRE DEPORTAZIONI

Giornata della memoria
Scuola secondaria di I grado di Scalenghe, 4 febbraio 2015
 
Le discriminazioni subite dal popolo ebraico hanno date antiche. Partiamo da un'epistola di dell'imperatore Costantino che scriveva : “conviene dunque che i cristiani si astengano da quella turpissima comunità e mentalità.”
A lungo si discusse a proposito della celebrazione della Pasqua con i Giudei, fino ad arrivare al Concilio di Antiochia del 341 dove è comminata la scomunica a chi celebra la Pasqua con i Giudei. Già allora si sostenne la tesi del parricidio e del “deicidio” giudaico, accusa che più tardi costituirà la base ideologica dell’antigiudaismo europeo e non solo.