Giornata della memoria
Scuola secondaria di I grado di
Scalenghe, 4 febbraio 2015
Le discriminazioni subite dal
popolo ebraico hanno date antiche. Partiamo da un'epistola di
dell'imperatore Costantino che scriveva : “conviene dunque che i
cristiani si astengano da quella turpissima comunità e mentalità.”
A lungo si discusse a proposito
della celebrazione della Pasqua con i Giudei, fino ad arrivare al
Concilio di Antiochia del 341 dove è comminata la scomunica a chi
celebra la Pasqua con i Giudei. Già allora si sostenne la tesi
del parricidio e del “deicidio” giudaico, accusa che più
tardi costituirà la base ideologica dell’antigiudaismo europeo e
non solo.
Facciamo un passo lungo un
millennio e ci troviamo nel primo ghetto degli ebrei in Italia a
Venezia: ne parla “La Stampa” del 14 gennaio e racconta:
“...di qui da questo grande campo dove ora ci sono botteghe ed
un bar, c’è l’edificio della casa di riposo e c’è un
monumento in memoria delle vittime dello sterminio. Tutto è
cominciato il 29 marzo del 1516, quando un decreto del doge ordina di
concentrare tutti gli ebrei della città in questa zona periferica
dove c’era una vecchia fonderia – gheto o geto, per l’appunto.
L’obiettivo è duplice: esercitare un controllo serrato della
comunità ed emarginare i “perfidi ebrei”. Erano necessari
all’economia della città, con i loro commerci, ma andavano tenuti
distanti e separati dai cristiani, perché la loro stessa presenza
(magari radicata da secoli) li offendeva”. Un ghetto ebraico è
sorto anche a Torino nel 1679, nella zona di piazza Vittorio Emanuele
e di piazza Carlina.
Un altro passo nella storia di
450 anni e ci troviamo in epoca nazifascista . In Germania i nazisti
appena si insediarono al potere nel 1933, istituirono i lager, dove
la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse gli oppositori politici:
comunisti, socialisti, “dissidenti religiosi”, testimoni di
Geova, cattolici, protestanti dissidenti ed ebrei. Inoltre la polizia
criminale operò arresti preventivi e successive detezioni di persone
con precedenti penali, di zingari, omosessuali, disabili e di tutti
coloro che a vario titolo vennero considerati “asociali”. La
politica razziale nazista, volta ad affermare il dominio della pura
razza ariana a scapito dell’indegno popolo ebraico, traditore e
nemico della patria, trovò tragica attuazione tramite l’emanazione
di provvedimenti decisi a privare gli ebrei di ogni diritto civile e
politico, ad escluderli dagli uffici pubblici, dalle libere
professioni, dalle scuole ariane, dalle banche. Gli ebrei furono
rinchiusi in appositi quartieri “ghetti” e privati di tutti i
loro averi. Era ormai chiaro che Hitler intendesse andare fino in
fondo verso una politica non solo di persecuzione. Dopo aver scartato
una deportazione in massa in Madagascar, puntò a perseguire una
politica di vero e proprio annientamento del popolo ebraico. A
partire dal 1942 furono istituiti i campi di sterminio, nei quali
venivano rinchiusi ebrei, vittime di deportazioni sistematiche,
eseguite per attuare “la soluzione finale”, che aveva come scopo
l’eliminazione delle razze inferiori. Gli internati erano costretti
ai lavori forzati e coloro che non resistevano venivano uccisi.
Perirono con i gas oppure per fame e malattie circa 11 milioni di
persone, di cui più di 6 milioni di ebrei.
Anche il fascismo italiano ebbe
la sua parte di responsabilità promulgando a sua volta le leggi
razziali che nel settembre 1938 privarono gli ebrei di ogni diritto
civile e politico e avviarono anche in Italia le pratiche di
delazione e deportazione verso i lager.
Solo la sconfitta del
nazifascismo pose fine all’incubo di un genocidio organizzato in
nome della svastica. Lo spietato “Fuhrer”, già nella sua opera
“Mein Kampf” (“La mia battaglia”) pubblicata nel 1925, aveva
scritto: “annientare una vita senza valore non comporta alcuna
colpa, il debole deve essere distrutto”.
In effetti il motivo di tanto
odio verso gli ebrei risiede nella loro capacità di muovere le
economie al punto da quasi azzerare il potere dei nativi. Questo è
il vero motivo dell’antisemitismo, ovunque (Germania, Russia, ma
prima ancora Spagna ed oggi USA hanno difficoltà di non poco conto
al riguardo.) Da sempre è il denaro a muovere le peggiori azioni
dell’uomo sull’uomo.
Vogliamo inoltre ricordare qui i
deportati per motivi politici, antifascisti ed oppositori che più di
altri testimoniano le forti responsabilità del regime fascista
rispetto alle deportazioni.
Il 3 settembre del 1943 venne
firmato a Cassibile l’armistizio tra gli alleati e l’Italia, reso
noto agli Italiani solo la sera dell’otto settembre con uno scarno
comunicato. E' storia che in quelle circostanze l’esercito italiano
fu abbandonato al proprio destino. Le caserme militari furono preda
dei tedeschi.
Il Re Vittorio Emanuele III° da
Roma fuggì a Brindisi. Era l’inizio del grande sbandamento per
l’esercito italiano lasciato senza ordini e senza guida dai suoi
generali.
Mussolini, che era stato
arrestato dopo il 25 luglio del 1943, viene liberato dai tedeschi e
formerà il governo fantoccio della R S I alleato con la Germania,
ma non riconosciuto dalle forze Alleate.
Sui vari fronti vengono fatti
prigionieri dai tedeschi oltre 800.000 militari italiani,
considerati disertori o franchi tiratori e giustiziabili se
resistenti. Portati in Germania, vengono classificati come I.M.I. e
lasciati in libertà se aderiranno alla RSI. In seicentomila (altre
fonti dicono 650.000) diranno no e verranno destinati al lavoro
coatto. Circa 30.000 perderanno la vita per fame e per malattie.
Affinchè la giornata che stiamo
vivendo serva veramente, è importante fare un esame delle attuali
sacche di antisemitismo, razzismo, discriminazione, evidenti anche se
spesso non considerate nella loro profonda violenza, come accade nel
linguaggio violento e osceno impiegato delle tifoserie calcistiche.
Provo a indicare qualche fatto
rappresentativo.
Qualche anno fa comparve una
scritta su un muro di cinta in Scalenghe, non molto lontano dalla
Chiesa Parrocchiale di S. Caterina: “onore agli italiani, via
gli ebrei e gli africani”. Scrissi al sindaco per protestare
contro il manifesto razzista chiedendone la cancellazione. Nessuno
mosse un dito. I resti dell’offesa sono ancora lì a testimoniare
l’odio dell’uomo verso l’altro.
Due anni or sono a Tolosa un
terrorista islamista franco-algerino (come i sospettati della recente
strage di Parigi) ha ucciso bambini ebrei francesi all’entrata
della loro scuola. Li ha uccisi perché ebrei e perché scolari.
Anche allora la gente in Francia e in altre città europee sentì la
necessità di esprimere collettivamente il proprio dolore e la
propria unità. Anche in Italia il ministro Profumo dispose che di
quegli assassini si parlasse nelle scuole….. Ma fu necessaria una
circolare ministeriale.
Diffidate di chi onora gli
italiani e contemporaneamente disprezza e caccia altri.
Peggior giudizio per coloro che
uccidono in nome o in odio ad una religione.
Consentitemi qualche
considerazione sul flagello che con regolare periodicità affligge
le donne. Mi riferisco alla violenza che colpisce l’universo
femminile da parte dei mariti o dei compagni di vita. Qui
nell’uditorio ci sono molte giovani donne: è giusto che voi
abbiate la consapevolezza che la società vi è debitrice, per la
pessima considerazione che ancora il mondo maschile ha nei vostri
confronti, nel lavoro che ora manca per tutti. Ma fino a ieri il
tasso di occupazione femminile era comunque ridotto rispetto a quello
maschile. L’accesso alle carriere importanti continua ad essere
prerogativa quasi esclusiva dell’altro sesso. Voi donne siete
discriminate, voi vilipese, voi maltrattate e picchiate, voi uccise.
Voi non siete da meno
dell’universo maschile. Osservate le foto della cupola del
malaffare romano: tutti italiani e maschi!
Ragazzi e ragazze, dovete
preparavi alla vita. Dovete studiare ed essere informati sempre. Non
lasciatevi intimidire o guidare da chi ha la parlantina facile e
simpatica. Non perdetevi d’animo. Non agite da soli. Impegnatevi
nella democratizzazione della vita quotidiana perché è vitale e
decisivo insediare sul territorio vincoli di solidarietà e pratiche
diffuse di mutuo soccorso. Così si combatte il peggioramento delle
condizioni delle persone e si favorisce l’integrazione delle
famiglie in difficoltà, senza distinzione di nazionalità o di fede
politica e religiosa.
Elidio Dellacqua - Scalenghe
"In effetti il motivo di tanto odio verso gli ebrei risiede nella loro capacità di muovere le economie al punto da quasi azzerare il potere dei nativi. Questo è il vero motivo dell’antisemitismo, ovunque (Germania, Russia, ma prima ancora Spagna ed oggi USA hanno difficoltà di non poco conto al riguardo.)".
RispondiEliminaNon condivido per nulla tale "spiegazione" del fenomeno antisemita ed anzi la ritengo, senza offesa, un nostro involontario cedimento al suo apparato propagandistico.
In ultima analisi è un po' come dire che Hitler aveva le sue ragioni solo che ha inaccettabilmente esagerato. Ed invece le comunità ebraiche tedesca e degli altri stati europei sono state il perfetto capro espiatorio in una situazione di insostenibile crisi economica. In particolare la comunità ebraica tedesca (piccola, all'epoca paragonabile a quella italiana se rapportata all'allora popolazione della Germania) risultava per tanti versi molto integrata ma per altri almeno parzialmente irriducibile al resto della popolazione a causa del suo senso di appartenenza culturale e in qualche caso religioso alla stirpe di Abramo. Questa ambivalenza era proprio quello su cui si era soffermata la mente criminale e folle di Hitler e dei suoi sodali. C'era certo qualche ricco banchiere ed industriale ma il grosso della popolazione apparteneva alla piccola borghesia (soprattutto tanti giornalisti, avvocati, professori, medici e venditori al dettaglio a causa di storiche restrizioni professionali imposte agli ebrei dalle società cristiane, cattoliche e protestanti) e vi era anche una discreta fetta appartenente agli strati sociali più umili (operai, artigiani o venditori ambulanti). Di più: nei Paesi dell'europa orientale e in Russia (ove viveva il grosso della popolazione ebraica) gli ebrei appartenevano praticamente tutti agli strati sociali più bassi (non per niente tanti ebrei furono tra i più ferventi sostenitori ed espressero malti dei leader della rivoluzione russa). Direi proprio che la "potenza economica ebraica" non può in alcun modo essere realisticamente ritenuta all'origine delle pulsioni antisemite ma solo un ricorrente (falso) argomento propagandistico di nazisti, stalinisti e loro degni successori. Stiamoci attenti.
Per il resto condivido assolutamente e sono lieto ed orgoglioso dell'iniziativa della branca scalenghese della nostra sezione anpi in occasione della giornata della memoria. Complimenti per l'intraprendenza ed un in bocca al lupo a Elidio Dellacqua & co.
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