domenica 1 febbraio 2015

LA DISCRIMINAZIONE EBRAICA E LE ALTRE DEPORTAZIONI

Giornata della memoria
Scuola secondaria di I grado di Scalenghe, 4 febbraio 2015
 
Le discriminazioni subite dal popolo ebraico hanno date antiche. Partiamo da un'epistola di dell'imperatore Costantino che scriveva : “conviene dunque che i cristiani si astengano da quella turpissima comunità e mentalità.”
A lungo si discusse a proposito della celebrazione della Pasqua con i Giudei, fino ad arrivare al Concilio di Antiochia del 341 dove è comminata la scomunica a chi celebra la Pasqua con i Giudei. Già allora si sostenne la tesi del parricidio e del “deicidio” giudaico, accusa che più tardi costituirà la base ideologica dell’antigiudaismo europeo e non solo.

Facciamo un passo lungo un millennio e ci troviamo nel primo ghetto degli ebrei in Italia a Venezia: ne parla “La Stampa” del 14 gennaio e racconta: “...di qui da questo grande campo dove ora ci sono botteghe ed un bar, c’è l’edificio della casa di riposo e c’è un monumento in memoria delle vittime dello sterminio. Tutto è cominciato il 29 marzo del 1516, quando un decreto del doge ordina di concentrare tutti gli ebrei della città in questa zona periferica dove c’era una vecchia fonderia – gheto o geto, per l’appunto. L’obiettivo è duplice: esercitare un controllo serrato della comunità ed emarginare i “perfidi ebrei”. Erano necessari all’economia della città, con i loro commerci, ma andavano tenuti distanti e separati dai cristiani, perché la loro stessa presenza (magari radicata da secoli) li offendeva”. Un ghetto ebraico è sorto anche a Torino nel 1679, nella zona di piazza Vittorio Emanuele e di piazza Carlina.
Un altro passo nella storia di 450 anni e ci troviamo in epoca nazifascista . In Germania i nazisti appena si insediarono al potere nel 1933, istituirono i lager, dove la polizia politica, la Gestapo, rinchiuse gli oppositori politici: comunisti, socialisti, “dissidenti religiosi”, testimoni di Geova, cattolici, protestanti dissidenti ed ebrei. Inoltre la polizia criminale operò arresti preventivi e successive detezioni di persone con precedenti penali, di zingari, omosessuali, disabili e di tutti coloro che a vario titolo vennero considerati “asociali”. La politica razziale nazista, volta ad affermare il dominio della pura razza ariana a scapito dell’indegno popolo ebraico, traditore e nemico della patria, trovò tragica attuazione tramite l’emanazione di provvedimenti decisi a privare gli ebrei di ogni diritto civile e politico, ad escluderli dagli uffici pubblici, dalle libere professioni, dalle scuole ariane, dalle banche. Gli ebrei furono rinchiusi in appositi quartieri “ghetti” e privati di tutti i loro averi. Era ormai chiaro che Hitler intendesse andare fino in fondo verso una politica non solo di persecuzione. Dopo aver scartato una deportazione in massa in Madagascar, puntò a perseguire una politica di vero e proprio annientamento del popolo ebraico. A partire dal 1942 furono istituiti i campi di sterminio, nei quali venivano rinchiusi ebrei, vittime di deportazioni sistematiche, eseguite per attuare “la soluzione finale”, che aveva come scopo l’eliminazione delle razze inferiori. Gli internati erano costretti ai lavori forzati e coloro che non resistevano venivano uccisi. Perirono con i gas oppure per fame e malattie circa 11 milioni di persone, di cui più di 6 milioni di ebrei.
Anche il fascismo italiano ebbe la sua parte di responsabilità promulgando a sua volta le leggi razziali che nel settembre 1938 privarono gli ebrei di ogni diritto civile e politico e avviarono anche in Italia le pratiche di delazione e deportazione verso i lager.
Solo la sconfitta del nazifascismo pose fine all’incubo di un genocidio organizzato in nome della svastica. Lo spietato “Fuhrer”, già nella sua opera “Mein Kampf” (“La mia battaglia”) pubblicata nel 1925, aveva scritto: “annientare una vita senza valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto”.
In effetti il motivo di tanto odio verso gli ebrei risiede nella loro capacità di muovere le economie al punto da quasi azzerare il potere dei nativi. Questo è il vero motivo dell’antisemitismo, ovunque (Germania, Russia, ma prima ancora Spagna ed oggi USA hanno difficoltà di non poco conto al riguardo.) Da sempre è il denaro a muovere le peggiori azioni dell’uomo sull’uomo.
Vogliamo inoltre ricordare qui i deportati per motivi politici, antifascisti ed oppositori che più di altri testimoniano le forti responsabilità del regime fascista rispetto alle deportazioni.
Il 3 settembre del 1943 venne firmato a Cassibile l’armistizio tra gli alleati e l’Italia, reso noto agli Italiani solo la sera dell’otto settembre con uno scarno comunicato. E' storia che in quelle circostanze l’esercito italiano fu abbandonato al proprio destino. Le caserme militari furono preda dei tedeschi.
Il Re Vittorio Emanuele III° da Roma fuggì a Brindisi. Era l’inizio del grande sbandamento per l’esercito italiano lasciato senza ordini e senza guida dai suoi generali.
Mussolini, che era stato arrestato dopo il 25 luglio del 1943, viene liberato dai tedeschi e formerà il governo fantoccio della R S I alleato con la Germania, ma non riconosciuto dalle forze Alleate.
Sui vari fronti vengono fatti prigionieri dai tedeschi oltre 800.000 militari italiani, considerati disertori o franchi tiratori e giustiziabili se resistenti. Portati in Germania, vengono classificati come I.M.I. e lasciati in libertà se aderiranno alla RSI. In seicentomila (altre fonti dicono 650.000) diranno no e verranno destinati al lavoro coatto. Circa 30.000 perderanno la vita per fame e per malattie.
Affinchè la giornata che stiamo vivendo serva veramente, è importante fare un esame delle attuali sacche di antisemitismo, razzismo, discriminazione, evidenti anche se spesso non considerate nella loro profonda violenza, come accade nel linguaggio violento e osceno impiegato delle tifoserie calcistiche.
Provo a indicare qualche fatto rappresentativo.
Qualche anno fa comparve una scritta su un muro di cinta in Scalenghe, non molto lontano dalla Chiesa Parrocchiale di S. Caterina: “onore agli italiani, via gli ebrei e gli africani”. Scrissi al sindaco per protestare contro il manifesto razzista chiedendone la cancellazione. Nessuno mosse un dito. I resti dell’offesa sono ancora lì a testimoniare l’odio dell’uomo verso l’altro.
Due anni or sono a Tolosa un terrorista islamista franco-algerino (come i sospettati della recente strage di Parigi) ha ucciso bambini ebrei francesi all’entrata della loro scuola. Li ha uccisi perché ebrei e perché scolari. Anche allora la gente in Francia e in altre città europee sentì la necessità di esprimere collettivamente il proprio dolore e la propria unità. Anche in Italia il ministro Profumo dispose che di quegli assassini si parlasse nelle scuole….. Ma fu necessaria una circolare ministeriale.
Diffidate di chi onora gli italiani e contemporaneamente disprezza e caccia altri.
Peggior giudizio per coloro che uccidono in nome o in odio ad una religione.
Consentitemi qualche considerazione sul flagello che con regolare periodicità affligge le donne. Mi riferisco alla violenza che colpisce l’universo femminile da parte dei mariti o dei compagni di vita. Qui nell’uditorio ci sono molte giovani donne: è giusto che voi abbiate la consapevolezza che la società vi è debitrice, per la pessima considerazione che ancora il mondo maschile ha nei vostri confronti, nel lavoro che ora manca per tutti. Ma fino a ieri il tasso di occupazione femminile era comunque ridotto rispetto a quello maschile. L’accesso alle carriere importanti continua ad essere prerogativa quasi esclusiva dell’altro sesso. Voi donne siete discriminate, voi vilipese, voi maltrattate e picchiate, voi uccise.
Voi non siete da meno dell’universo maschile. Osservate le foto della cupola del malaffare romano: tutti italiani e maschi!
Ragazzi e ragazze, dovete preparavi alla vita. Dovete studiare ed essere informati sempre. Non lasciatevi intimidire o guidare da chi ha la parlantina facile e simpatica. Non perdetevi d’animo. Non agite da soli. Impegnatevi nella democratizzazione della vita quotidiana perché è vitale e decisivo insediare sul territorio vincoli di solidarietà e pratiche diffuse di mutuo soccorso. Così si combatte il peggioramento delle condizioni delle persone e si favorisce l’integrazione delle famiglie in difficoltà, senza distinzione di nazionalità o di fede politica e religiosa.

Elidio Dellacqua - Scalenghe

2 commenti:

  1. "In effetti il motivo di tanto odio verso gli ebrei risiede nella loro capacità di muovere le economie al punto da quasi azzerare il potere dei nativi. Questo è il vero motivo dell’antisemitismo, ovunque (Germania, Russia, ma prima ancora Spagna ed oggi USA hanno difficoltà di non poco conto al riguardo.)".
    Non condivido per nulla tale "spiegazione" del fenomeno antisemita ed anzi la ritengo, senza offesa, un nostro involontario cedimento al suo apparato propagandistico.
    In ultima analisi è un po' come dire che Hitler aveva le sue ragioni solo che ha inaccettabilmente esagerato. Ed invece le comunità ebraiche tedesca e degli altri stati europei sono state il perfetto capro espiatorio in una situazione di insostenibile crisi economica. In particolare la comunità ebraica tedesca (piccola, all'epoca paragonabile a quella italiana se rapportata all'allora popolazione della Germania) risultava per tanti versi molto integrata ma per altri almeno parzialmente irriducibile al resto della popolazione a causa del suo senso di appartenenza culturale e in qualche caso religioso alla stirpe di Abramo. Questa ambivalenza era proprio quello su cui si era soffermata la mente criminale e folle di Hitler e dei suoi sodali. C'era certo qualche ricco banchiere ed industriale ma il grosso della popolazione apparteneva alla piccola borghesia (soprattutto tanti giornalisti, avvocati, professori, medici e venditori al dettaglio a causa di storiche restrizioni professionali imposte agli ebrei dalle società cristiane, cattoliche e protestanti) e vi era anche una discreta fetta appartenente agli strati sociali più umili (operai, artigiani o venditori ambulanti). Di più: nei Paesi dell'europa orientale e in Russia (ove viveva il grosso della popolazione ebraica) gli ebrei appartenevano praticamente tutti agli strati sociali più bassi (non per niente tanti ebrei furono tra i più ferventi sostenitori ed espressero malti dei leader della rivoluzione russa). Direi proprio che la "potenza economica ebraica" non può in alcun modo essere realisticamente ritenuta all'origine delle pulsioni antisemite ma solo un ricorrente (falso) argomento propagandistico di nazisti, stalinisti e loro degni successori. Stiamoci attenti.

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  2. Per il resto condivido assolutamente e sono lieto ed orgoglioso dell'iniziativa della branca scalenghese della nostra sezione anpi in occasione della giornata della memoria. Complimenti per l'intraprendenza ed un in bocca al lupo a Elidio Dellacqua & co.

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