Ormai è come dire buongiorno e buonasera l'invito a
moderarsi. Cocente delusione in arrivo per i moderati di centrodestra e di
centrosinistra (dovunque trovi brava gente), se per caso leggono i discorsi
pronunciati dal Cardinale Martini a Sant'Ambrogio tra il 1991 e il 2002. Chi
vuole annacquare, rinviare, rimuovere, mercanteggiare, può andare a farsi
benedire. Ma non dal Cardinal Carlo Maria Martini. Il quale non solleva le
consuete lamentazioni contro le “interferenze clericali” nella vita politica
italiana.
mercoledì 25 ottobre 2017
mercoledì 18 ottobre 2017
I DIARI DI BRUNO TRENTIN: L'UTOPIA NEL QUOTIDIANO (4)
Trentin nota che
“l'estremismo tradizionale ha sempre trascurato la trasformazione della vita e
del lavoro quotidiani (con i suoi imperativi, i suoi vincoli, le sue
compatibilità)” e al massimo, come la Chiesa, ha cercato di creare “nuove
condizioni per trasformare la natura della persona” educandola agli itinerari
impervi della “ascesi individuale”. Invece, bisogna “scavare nell'utopia del
quotidiano” (p.397), non “infischiarsene delle compatibilità considerando la
provocazione contro le leggi del sistema un ottimo esercizio e un allenamento
(con le sue sconfitte sicure) in vista della catarsi rivoluzionaria” (p. 400).
venerdì 13 ottobre 2017
EPPURE NON E' COMUNISTA - PAPA FRANCESCO AI MOVIMENTI POPOLARI
Come non nutrire
simpatia per Papa Francesco quando dice di non ricordare bene se sia stato
Paolo VI o Pio XII a indicare nella politica la forma più alta di carità? Che
invita il gregge dei fedeli a pregare per lui e “quelli che non possono
pregare” li esorta “con tutto rispetto” a mandargli una “buona onda”?
Che mette in guardia la
costellazione multiforme dei movimenti popolari dal pericolo di confinare la
loro azione nella sfera caritativa delle cooperative, delle mense, degli orti
agroecologici trascurando il potere delle caste avvinghiate al loro monopolio
sulle grandi decisioni?
martedì 10 ottobre 2017
DAI DIARI DI BRUNO TRENTIN: UNA SCISSIONE DI PROVINCIA (3)
Gli oppositori della
“furia iconoclastica meramente finalizzata all'ingresso nell'area di governo”
(p.106) erano vittime del loro stesso “narcisismo laido” (p.196) e gettavano
Trentin tra le braccia di “una voglia tremenda di mollare tutto” (p.144) e di
rifugiarsi tra le pipe o tra le rocce di San Candido. Gli sembrava assurdo “il
crinale riformismo-neocomunismo” (p.164) che trovava “la sola ragione della
convivenza” nella “opportunità offerta per la distruzione dell'altro” o nella
“lotta per la spartizione del patrimonio del passato” (p.270 e 277).
Considerava “triste” la scelta di Pietro Ingrao catturato da “quattro
avventurieri” votatisi a una “scissione casalinga” per un'operazione di
potere”(p.167) nella “torbida politica italiana”(p.170).
giovedì 5 ottobre 2017
I DIARI DI BRUNO TRENTIN: DOPPIEZZA RETICENTE? (2)
Non
penso si abbia il diritto di rimproverare a Trentin la violenza degli
epiteti e delle immagini riservata nel suo diario alla liquidazione
della Cisl o di Bertinotti e della sua “Armata Brancaleone”. Nè
gli si può rinfacciare alcuna forma di doppiezza e reticenza.
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