lunedì 23 novembre 2009

IL CAPITALISMO HA I SECOLI CONTATI

Conversazioni senza sviluppo con Mario & Mario

IL CAPITALISMO HA I SECOLI CONTATI

Errori ed esercizi di grammatica dell’economia e dell’ecologia

con la partecipazione di
Paolo Cacciari, Jean-Paul Fitoussi, Luciano Gallino, Serge Latouche, Riccardo Petrella, Carla Ravaioli, Giorgio Ruffolo, Amartya Sen, Prem Shankar Jha, Joseph Stiglitz e altri premi Nobel

di passaggio all’angolo non ottuso di via Roma 11

da sabato 28 novembre alle ore 17
(…salvo imprevisti)

2 commenti:

  1. UN’ALTRA RIVOLUZIONE E’ POSSIBILE

    E’ stata la lettura parallela di due libri a favorire l’incontro fra Mario & Mario con Mario e poi è arrivato Nunzio con la centrale.
    Il primo libro è di Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, uscito per Bollati e Boringhieri nel 2008. Il secondo è di Paolo Cacciari, Decrescita e barbarie, uscito come supplemento al settimanale Carta nel 2008.
    Decrescita è una parola bomba e l’obiettivo è una società in cui si vivrà lavorando e consumando meno per poter essere diversamente ricchi. Parte dalla banale ma rimossa constatazione che una crescita infinita è incompatibile con un mondo finito.
    E’ un cambiamento di rotta oggi necessario ma non realizzabile con le elezioni, mandando al potere un nuovo governo. E’ necessaria una rivoluzione culturale e politica che sconfigga l’inclinazione produttivistica alla quale si sono legati sia la destra, sia la sinistra.
    L'economista Loretta Napoleoni scrive: “Il moderno capitalismo e il suo opposto, il marxismo, hanno un identico cuore: lo sfruttamento ad infinitum delle risorse, per produrre una crescita economica altrettanto infinita. Ma da Smith a Marx, Da Keynes a Friedman, tutti analizzano un mondo che non esiste, un pianeta che possiede risorse illimitate”.
    E fin dal 1977 Andrée Gorz aveva ammonito: tutti coloro che a sinistra rifiutano di affrontare la questione dell’equità senza crescita, dimostrano che per loro “il socialismo è soltanto la continuazione con altri mezzi dei rapporti sociali e della civiltà capitalistica, del modo di vita e del modello di consumo borghesi”.
    Poi ci vediamo….

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  2. LA VITALITA' DELL'INUTILE

    Monsignor Luigi Bettazzi, grande testimone della lotte per la pace e la giustizia, parla spesso dell’economia finanziaria paragonandola a “una libera volpe in libero pollaio”. (..) Dopo la caduta del muro – non che prima ci fosse giustizia – (..) ci si è un po’ detti che si poteva lasciar correre la volpe libera nel pollaio. Laddove il pollaio è il mondo che si pensava di aver liberato, ma può anche essere l’avvento nelle nostre vite individuali e sociali del primato di tutto ciò che è esclusivamente economico o tecnologico, per cui ogni esperienza umana ha valore solo se rende o se funziona.
    Anzi il primo scopo di ogni associazione dovrebbe essere oggi riscoprire l’utilità dell’inutile. Quanto valgono le esperienze in cui ci doniamo del tempo con gli altri, quanto vale stare con un figlio, quanto vale una partita di calcio, una cena con gli amici, una vista sulle montagne….
    E’ vero: senza ricerca dell’utilità non portiamo a casa il pane. Certo, ma attenzione che siamo di fronte a una crisi economica figlia del fatto che a forza di esaltare l’utilità come unico senso delle cose e del mondo non si è prodotto neanche un mondo più ricco, ma più povero. Al punto che nelle aree più ricche del nostro paese gli omicidi familiari, tra familiari e amici quasi sempre descritti come persone perbene, sopravanzano addirittura i numeri nazionali degli omicidi di mafia.
    (..)
    Stefano Tassinari, Presidente provinciale ACLI, Torino, febbraio 2009

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