Il
referendum sulle trivellazioni del 17 aprile a None non ha smosso gran che
l'arcipelago degli ambientalisti attivi, quelli che il Presidente del Consiglio
chiama “comitatini”. In compenso è affiorato il fermento di una schiera
numerosa di ragazze e ragazzi alla ricerca della possibile nomina a scrutatore
nei seggi.
Si tratta
di poco più di cento euro che fanno comodo alla famiglia di tanti studenti,
diplomati, laureandi, neolaureati, lavoratori precari o disoccupati.
Nel giro di
pochi anni qualche decina di persone giovani e istruite si sono mosse tutte
contemporaneamente per chiedere la stessa cosa, ma ciascuno per sè. Però non è
chiaro quali criteri adotti la Commissione elettorale (composta dal Sindaco, da
Luca Ferrua e da Gaetano Cetrangolo per la maggioranza e da Federico Ciaffi per
la minoranza di “Progetto comune”) per stabilire chi verrà nominato e
chi no: il reddito? il possesso di un lavoro? il carico famigliare? il modello
Isee?
Siccome la
Commissione non ha a disposizione una documentazione così complessa, normale
che si proceda nel tentativo volenteroso
di sbagliare il meno possibile. Per esempio, pescando in un elenco che
garantisca l'avvicendamento e non l'elargizione di un piccolo privilegio sempre
agli stessi soggetti. Per esempio, intervenendo a favore di qualche caso
particolarmente grave. Per esempio, rispondendo a qualche telefonata che
ricorda, nel bel mezzo della seduta, di tenere conto di una segnalazione
inviata a suo tempo.
Normale poi
che, ad adunanza terminata, i designati siano incontrati per strada o raggiunti
da una telefonata del consigliere che comunica la felice notizia, nella
speranza di essere almeno ringraziato per aver contribuito con il suo
interessamento a includere il nome giusto tra i fortunati.
Di questi
tempi risulta anche normale ed accettabile che queste decine di persone giovani
e istruite non abbiano espresso collettivamente alcuna rappresentanza in grado
di presentare la semplice richiesta di istituire criteri di scelta oggettivi e
democraticamente controllabili.
Invece,
queste decine di persone giovani e istruite hanno preferito esporre in forma
individuale il loro problema di lavoro e di reddito, contando sulla conoscenza
giusta. Il rappresentante di “Progetto comune” ha fatto bene a votare
contro la vecchia prassi e a chiedere criteri socialmente più equi e meno
legati alla discrezionalità del Sindaco e degli altri membri della Commissione
elettorale.
Questo è
solo uno dei tanti episodi che ci danno la misura del degrado democratico che
stiamo vivendo a causa della mancata partecipazione politica.
Dall'angolo di via Roma
11, Mario Dellacqua
COMUNICATO N. 75, 9 aprile
2016
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