venerdì 23 dicembre 2016

UN “PISTOLA” TRA I PIEDI


In un messaggio su FB del 20 dicembre, il ViceSindaco di None (PD) scrive che il ministro Poletti dovrebbe fare solo una cosa: dimettersi. Anche di lui non sentiremo la mancanza”.
Non è chiaro quali dichiarazioni abbiano mandato in bestia il ViceSindaco. Si tratta di indignarsi per la soddisfazione del Ministro del Lavoro nel caso centomila giovani se ne fossero andati dall'Italia, come fa anche Steven Forte che su “L'Unità” parla di uscita “cafona, volgare e altezzosa”? Intanto - ha sostenuto Giuliano Poletti - bisogna correggere un'opinione secondo cui quelli che se ne vanno sono sempre i migliori. Se ne vanno 100mila, ce ne sono 60 milioni qui: sarebbe a dire che i 100mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti dei 'pistola'?”.
L'indignazione nasce perchè Poletti ha detto di conoscere “gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perchè sicuramente questo paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”? In ogni caso, la ribellione di Bori è ingiustamente smisurata. Infatti Poletti ha subito aggiunto che è “un bene” se “i nostri giovani hanno l'opportunità di andare in giro per l'Europa e per il mondo. E' un'opportunità di fare la loro esperienza, ma debbono anche avere la possibilità di tornare nel nostro paese. Dobbiamo offrire loro l'opportunità di esprimere qui capacità, competenza, saper fare”. Affermazioni del tutto condivisibili, specie se si considerano le sue scuse per altre intemperanze del linguaggio (Poletti ha parlato dei “pistola”, ma ormai, nel sacro proposito di combattere il populismo, al Pd hanno sdoganato anche i fondi schiena e usano il medesimo repertorio lessicale. A Giachetti “è partita la frizione”).
Piuttosto, altre affermazioni del ministro potrebbero suscitare motivata disapprovazione. Per il ministro, infatti, il Jobs Act “è stata una buona legge” che “ha fatto bene e fa bene al paese”. Poletti non vede ragioni per cui il governo debba intervenire, salvo anticipare le elezioni politiche per stroncare il referendum della Cgil.
Il titolare del Lavoro dovrebbe tener conto che nei primi dieci mesi di quest'anno “sono stati venduti 121,5 milioni di voucher, con un incremento del 32,3% rispetto al 2015, quando erano già cresciuti del 67,6%”. Dario Di Vico ha invitato il Ministro a “una pacata riflessione sulle tendenze dell'occupazione nel 2017” e ha ricordato come “gli under 35 siano il maggior serbatoio di consensi del M5S”.
Bankitalianel 2015 attribuisce alla maggior libertà di licenziamento introdotta dalla nuova normativa soltanto il cinque percento dell’aumento totale delle assunzioni a tempo indeterminato”. Come mai? “La precarizzazione dei contratti può forse indurre le imprese ad assumere lavoratori nelle fasi di ripresa economica, ma consente loro di liberarsi facilmente di quegli stessi lavoratori nei periodi di crisi: alla fine, tra creazione e distruzione di posti di lavoro l’effetto netto delle deregolamentazioni sull’occupazione risulta essere pressoché nullo”.
Questi dati non smuovono il Ministro del Lavoro. Speriamo che attirino l'attenzione del viceSindaco di None.

Vedi S. FORTE, Umiliati e offesi, “L'Unità”, 20 dicembre 2016, p.10; E. BRANCACCIO (Università del Sannio)-N. GARBELLINI (Università di Bergamo)-R. GIAMMETTI (Università Politecnica delle Marche), Econopolys, 19 dicembre 2016; D. DI VICO, Poletti faccia il ministro, “Corriere della Sera”, 20 dicembre 2016, p.32.

Dall'angolo di via Roma 11 Mario Dellacqua

COMUNICATO N. 86, 20 dicembre 2016

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