martedì 28 maggio 2019

RECITARE O PARTECIPARE?

Da dove viene questo malcontento e questa rassegnazione sempre nutrita dalla rabbia?

Non viene dai pericoli del fascismo alle porte. Viene dalla palude della democrazia recitativa nella quale siamo immersi. I cittadini sono chiamati in causa solo per fare il tifo e battere le mani al più simpatico sotto elezioni. Ma quando non è più in ballo la crocetta quinquennale sul simbolo desiderato, i cittadini potranno tornare al loro posto. Quando regolarmente le promesse non saranno mantenute, potranno rientrare nei ranghi a lamentarsi. L’illusione di contare sparirà e il ciclo della democrazia recitativa ricomincerà da capo lo spettacolo, in attesa di un altro uomo nuovo forte, rassicurante, brillante. E, naturalmente pronto a catturare il consenso dei delusi pescando nella palude della loro perenne insoddisfazione.

Il Bilancio partecipato di cui ci ha parlato Patrizia Caviasso è il tentativo di combattere concretamente i guasti della democrazia recitativa, dando ai cittadini l’occasione di poter davvero contare, seppure per limitate decisioni. Il Comune stanzierà una somma disponibile per finanziare l’opera che la libera progettazione dei cittadini (singoli o associati) presenterà. I cittadini sceglieranno il progetto che preferiscono e con il loro voto concorreranno così alla riqualificazione degli spazi urbani: l’Amministrazione ne curerà poi l’esecuzione.
Non un miracolo. Piuttosto, un percorso concreto e possibile. Riusciranno i nostri eroi a riattivare le energie che sono nascoste anche nell’animo dei diffidenti e dei rassegnati?
Mario Dellacqua

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