martedì 28 gennaio 2020

IL VOTO DEL 26 GENNAIO

Il voto regionale emiliano ferma provvisoriamente l’assalto di una destra aggressiva che conserva forte sostegno popolare. I problemi del Pd sono immutati in tutto il loro peso. La rinascita della sinistra è legata alla sua capacità di rianimare l’utilità dell’impegno politico, di aprirsi alle donne e ai giovani, di promuovere una cittadinanza attiva e consapevole, di rendere più giusta la vita quotidiana, di avere più umiltà e meno spocchia, di dare ai cittadini il diritto di contare nelle decisioni e non solo chiedere loro il voto e l’applauso.
Con quel suo approccio che è un misto di leggerezza e severità, Stefano Bonaccini ha dimostrato la sua statura morale commentando il sostegno alla sua avversaria dell’allenatore molto malato del Bologna con parole di grande rispetto e umanità. Sono dichiarazioni magistrali per la scelta di uno stile opposto all’aggressività che di questi tempi sembra pagare. Non è vero che se non urli sei un debole. Semplicemente, sei uno che vuole mutare le cose rispettando le persone.
Ho trovato penose le dichiarazioni dei Cinque Stelle, incredibilmente “soddisfatti” dopo il deludente risultato calabrese e emiliano. Ogni rimozione è nemica di ogni possibilità di rinnovamento democratico. Avevano sempre affermato l’esaurimento del contrasto e della differenza fra destra e sinistra. Ora sono obbligati a scegliere da che parte stare con l’imporsi di una realtà che avevano negato ingannando se stessi.
Spero che la navigazione del governo sia meno agitata, meno litigiosa e più coerentemente riformatrice: lavoro ai giovani e al sud, riforma fiscale in senso progressivo, detassazione dei redditi più bassi, riconversione ecologica della produzione, lotta alle mafie dovunque insediate, sicurezza non attraverso affondamenti, annegamenti e investimenti in cadaveri, ma attraverso l’umanità e la legalità dell’integrazione, attraverso una redistribuzione controllata dei nuovi arrivi in tutti i Comuni e in tutti gli Stati europei e attraverso un legame fra prima assistenza e lavoro.
Mario Dellacqua

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