Ho
sentito persino parlare di rivoluzione. Ma vedo una sola rivoluzione
dietro l'angolo: quella che muoverà le curve degli stadi
all'incendio dei campi rom, all'assedio delle case abitate dagli
stranieri, all'occupazione delle scuole frequentate dai loro figli,
al boicottaggio dei parlamentari, dei Sindaci, dei gruppi e dei
militanti che oseranno difendere nella crisi lo spettacolo
insopportabile di una tenda e di un panino regalato a chi non è
annegato prima.
Circolano
ricorrenti e intermittenti proposte di associazione, di movimento e
di partito. Nascono o resistono imprese per la diffusione di idee,
progetti ed esperimenti di riforma sociale. Sono accolti come
rispettabile testimonianza di un impegno etico minoritario e
impotente. O sono approvate in silenzio. O sono derise, lasciate
morire di inedia, condannate come un disturbo della normalità.
Accetto tutto, specialmente la mia stanchezza.
Troppe
domande di giustizia sociale (e di ingiustizia) sono rimaste senza
risposta per decenni, nell'illusione di poter così conservare la
propria riserva di consensi elettorali. Ora la rabbia accumulata
esplode e la domanda di giustizia si rivolterà presto nel suo
contrario. I terzultimi verranno sguinzagliati alla caccia degli
ultimi. Agli sconfitti non sembrerà vero di potersi sentire
finalmente liberi di menare le mani come desideravano da anni e non
hanno mai osato fare. Ora sono circondati da un clima sospeso fra
approvazione, entusiasmo o passività rassegnata. I bagliori del
fuoco e del fumo ci illumineranno e ci precipiteranno nel buio. E
cielo e terra si mostrò qual era....
Mario Dellacqua
Nessun commento:
Posta un commento