Sembra
essersi risvegliato nella Chiesa cattolica l'interesse per le sorti
del Concilio Ecumenico. Fu una svolta o una continuità? Quel
messaggio di rinnovamento è ancora attuale? Le parrocchie di None,
La Loggia, Candiolo e Vinovo propongono la domanda alle loro comunità
e hanno chiesto a Guido Bodrato, una voce tra le più consapevoli e
attente del laicato cattolico, di collaborare con un suo intervento
alla ricerca di una risposta. Nella serata del 30 settembre al Cinema
Eden, l'ottantunenne ex deputato democristiano, ministro e
parlamentare europeo, non si è tirato indietro e ha affrontato il
tema con il piglio brillante e sereno del combattente. Non senza
perdere l'occasione per chiarire l'ispirazione antiliberista del suo
attuale impegno: “Sono un uomo della prima Repubblica e sappiamo
tutti come è finita, ma tutti gli indicatori dell'economia,
dell'occupazione, i livelli del debito e anche quelli della
corruzione ci dicono che era meglio”.
Per
Bodrato, il richiamo di alcune affermazioni fondamentali del
Concilio, come la scelta dei poveri, sembrava essersi appannato negli
ultimi tempi. Il Concilio sembrava appartenere al passato e solo
l'irruzione di Papa Francesco con i suoi interventi imprevedibili ne
ha riproposto la bruciante attualità. La denuncia dei colossali
interessi che alimentano il traffico di armi e le guerre, la denuncia
della globalizzazione dell'indifferenza di fronte al mare di
Lampedusa che seppellisce nell'acqua e nell'oblio centinaia di
disperati in fuga dalle guerre e dalla fame, la denuncia delle
pigrizie che rallentano la stessa moralizzazione della Chiesa con
l'invito ad aprire ai poveri i conventi vuoti obbligano a rivalutare
l'opera di Padre Pellegrino che del Concilio è stato protagonista
ben prima che la sua “Camminare
insieme” scuotesse
la Diocesi torinese dai torpori del suo asservimento al potere della
Fiat (parroci che “collaboravano” alla selezione
politico-clientelare delle assunzioni e pellegrinaggi a Lourdes
organizzati con l'interessato supporto degli uomini di Vittorio
Valletta).
Ho
avuto modo di ricordare che Michele Pellegrino venuto a None in
quegli anni, proprio al Cinema Eden illustrò, nello spirito della
“Camminare insieme”,
il suo sostegno alle lotte contrattuali del movimento sindacale.
Incontrò un clima stupito e infastidito, sospeso fra ostilità e
indifferenza. Uno straniero in patria.
Oggi
circondato da un'obbedienza unanime e infida, il Concilio incontrò
dunque notevolissime resistenze in basso e in alto, non solo nelle
gerarchie. Molte comunità parrocchiali si trascinavano placidamente
immerse in un'amministrazione esangue e burocratica delle liturgie.
Molte sicurezze e poche domande. Non è certo questo un motivo per
cedere alle lusinghe del disimpegno, sia per i credenti, sia per i
non credenti. Tra i due mondi mescolati da una modernità che non va
vissuta come un trauma, ma come un'occasione seppur tormentata di
crescita comune, è vitale coltivare il seme del dialogo
(possibilmente evitando di aspettare che maturi e fruttifichi da
solo). Ci aiuta e ci sprona a rompere la pigrizia e ad avere coraggio
proprio la centralità della libertà di coscienza: uno dei messaggi
più innovativi della Gaudium
et spes che Guido
Bodrato a più riprese ha voluto richiamare. E ci aiuta, inutile
negarlo, un Papa “miserando
et eligendo”, più
propenso “alla
conversazione che alla lezione”.
Mario
Dellacqua
Nessun commento:
Posta un commento