E’
da due giorni che mi sto sforzando di ricordare quando Costanzo Preve
ed io abbiamo cominciato a frequentarci regolarmente. Conoscevo
Costanzo fin dagli anni Settanta, ma solo di vista, perché all’epoca
militavamo in due gruppi diversi: lui in Lotta Continua, io in
Avanguardia Operaia. Mi sembra che i nostri contatti divennero
gradualmente più intensi verso la fine degli anni Novanta sul tema
dell’imperialismo, quando io mi occupavo di bambini iracheni malati
e lui fu una delle pochissime personalità che si schierarono
apertamente contro l’aggressione alla Jugoslavia. Ricordo che, dopo
un dibattito, mi disse che aiutare la popolazione irachena massacrata
dall’embargo era una delle poche cose intelligenti per cui valeva
la pena di spendersi in quel momento.
Forse
non ci fu una circostanza specifica che ci indusse a vederci con
assiduità. Contribuì senza dubbio la pubblicazione del suo libro
“Il bombardamento etico: saggio sull’Interventismo Umanitario,
sull’Embargo Terapeutico e sulla Menzogna Evidente”, a detta di
molti la sua migliore opera fra le tante editate, oserei dire uno dei
migliori saggi in assoluto usciti negli anni Novanta che ho riletto
tre volte in periodi diversi. Ma contribuì soprattutto la
consapevolezza che entrambi parlavamo con lingua dritta, al solo fine
del reciproco arricchimento culturale.
Sì,
perché Costanzo Preve è stata una di quelle rare persone che ha
sempre esternato liberamente il suo pensiero, pur sapendo che ciò
avrebbe avuto pesanti conseguenze. Le sue posizioni sempre
estremamente scorrette politicamente gli sono valse l’isolamento
mediatico, politico e l’accusa di fascismo, di rossobrunismo.
L’ultimo suo libro su Marx pubblicato con un editore di “sinistra”
(Bollati Boringhieri) ebbe una recensione su La Stampa talmente
negativa, quasi offensiva, che anche chi di filosofia ne mastica poco
capiva che il recensore era prevenuto nei confronti dell’autore.
Nell’ultimo
anno di vita ci siamo visti poco: per via dei suoi acciacchi fisici i
nostri incontri erano assai più rari, e limitati a poche decine di
minuti. Non aveva più le forze per scrivere e discutere. Una delle
ultime volte che sono andato a trovarlo, parlando del suo libro del
2008 “La quarta guerra mondiale” , anche in questo caso uno dei
migliori saggi degli anni Duemila, mi ha espresso tutta la sua
amarezza per la scarsa attenzione ricevuta, probabilmente perché
pubblicato da “Edizioni all’insegna del Veltro”. Chi superando
stupidi pregiudizi volesse leggerlo farebbe due ottime azioni:
renderebbe felice Costanzo e contemporaneamente ne trarrebbe notevole
beneficio culturale.
Grazie
di tutto Costanzo.
Cesare
Allara
Torino,
25 novembre 2013
Per curiosità, chi era il recensore che stroncò il *Marx Inattuale* di Preve su *La Stampa*?
RispondiEliminaAnche io rivolgo il medesimo quesito a Cesare Allara.
RispondiEliminanon me lo ricordo e non ho più trovato il ritaglio di giornale, ma ho tuttora presente l'amarezza di Costanzo.
RispondiEliminaCesare Allara