L'ambasciatore
dell'Eritrea in Italia, Zemede Tekle Woldetatios ha reclamato le
salme dei profughi inghiottite dalle acque del Canale di Sicilia.
“Vogliamo rimpatriarle. Il governo eritreo
ha deciso di prendere tutte le salme e di portarle in Eritrea. A sue
spese”.
Le
associazioni umanitarie impegnate nell'assistenza ai superstiti della
strage di Lampedusa denunciano la malcelata intenzione, dietro la
richiesta, di procedere all'identificazione delle vittime, così da
poter risalire alle famiglie in patria, per una ritorsione.
Alganesh
Fessaha, presidente della ong Gandhi, da giorni vicina agli eritrei
sbarcati a Lampedusa, ha dichiarato: “Non si
capisce per quale motivo la rivendicazione delle salme venga fatta a
dieci giorni dalla strage, quando quei corpi sono stati trasferiti e
tumulati. Non si vede per quale motivo il governo eritreo dovrebbe
riservare onori a oltre cento profughi che, scappando, hanno gettato
fango sul suo nome davanti a tutto il mondo”.
E' evidente che l'obiettivo è quello di “schedare
i parenti e le famiglie delle vittime, così da ricattarle per
ottenere da loro soldi. Cosa che è già avvenuta e non poche volte,
in passato”.
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha
autorizzato i servizi segreti dell'ambasciata eritrea a fotografare
gli oppositori e i famigliari delle vittime nel corso della
cerimonia.
V.
DALOISO, Dateci le salme,
“Avvenire”, 16 ottobre 2013, p-10.
A.
RIVERA, Da Lampedusa a Montecitorio,
“Il manifesto”, 24 ottobre 2013.
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