Nella seduta del Consiglio comunale che l'11
giugno ha celebrato il suo insediamento, il Sindaco Enzo Garrone ha scelto un
profilo basso e asciutto. Lo preferisco a quello strappalacrime,
strappaapplausi e autocelebrativo che ci è stato inflitto nel decennio
precedente. Ma la nota positiva non deriva solo dallo stile essenziale, ma
anche dall'abilità con la quale ha cercato di neutralizzare sul nascere
polemiche e attacchi personali, esortando tutti a spostare la gara sul terreno del
confronto programmatico.
Garrone vuole rispettare la minoranza e
stabilire con essa un rapporto leale, aperto e alla luce del sole, fondato sul
riconoscimento dell'utilità del ruolo di stimolo e di salutare controllo che è
chiamata ad esercitare. Lo si è capito quando ha riconosciuto di aver “tratto
qualche beneficio” dalla sua partecipazione agli incontri dell'angolo sui
temi della vita amministrativa. Non solo: ha aggiunto che sarebbe lieto di
poter continuare quei confronti nella sua nuova veste di Sindaco e nel diverso
contesto del Consiglio comunale.
Il nuovo Sindaco ha anche chiarito che vuole “mettere
una pietra sopra” a certe asprezze della campagna elettorale che hanno
trovato posto sull'ultimo numero del “Mondo di None”.
Più debole e meno efficace
è apparsa la sua difesa delle modalità prescelte nella nomina del nuovo
vicesindaco, ma ora è meglio lasciarsi alle spalle queste schermaglie obsolete,
per fare posto al combattimento democratico e programmatico. Questi sono tempi
in cui è più bravo chi comincia consapevole che bisogna fare nozze con fichi
secchi.
Mario Dellacqua
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