Venerdì 3 ottobre, nella
Sala conferenze del Comune di None, è stato presentato il libro Pat O'Regan, Michele Ghio e gli altri. Un agente segreto tra i
partigiani di None e dintorni (Artemide, Roma
2014). Erano presenti i due autori, Simone Baral e Matteo Comello, il sindaco
di None Enzo Garrone, il presidente della sezione nonese dell’Anpi Roberto
Cerchio; io facevo da moderatore. Baral e Comello sono due giovani studiosi
dell’Università di Torino, che negli anni passati, grazie al supporto dato
dalla fondazione Orso di None, hanno fatto ricerche in Inghilterra sulla figura
del capitano Pat O’Regan, trovando una grande quantità di documenti finora
inediti in archivi militari da poco desecretati. Il libro ricostruisce
accuratamente le vicende di O’Regan, inviato nel 1944 in Piemonte dal SOE, il
servizio segreto militare inglese, per prendere contatti con i partigiani
locali e ‘dirigere’ le operazioni.
Arrivato nel pinerolese, O’Regan sceglie dopo qualche tempo di prendere contatto con Michele Ghio e di utilizzare None come base delle sue attività. La seconda parte del libro è dedicata in particolare alle azioni svoltesi nel territorio nonese negli ultimi mesi della guerra, e fornisce nuovi particolari su avvenimenti e personaggi conosciuti finora solo a grandi linee, mettendo bene in evidenza le luci e le ombre del difficile ruolo svolto da Ghio nella sua collaborazione con O’Regan. Alla serata hanno partecipato in tanti – purtroppo qualcuno è rimasto perfino fuori, perché non c’erano più posti. Dopo l’esposizione degli autori, che hanno ripreso i temi del libro, si è aperto il dibattito: Pino Viroglio e Domenico Bastino – due ex sindaci! – hanno ricordato episodi riguardanti Ghio durante e dopo la guerra, così come Beppe Nicola; storici locali (come Valter Careglio; purtroppo non ho segnato gli altri nomi) hanno ragionato fra l’altro sul ruolo della Resistenza in pianura, dove i fronti sono molto meno netti che in montagna, e la tipologia del partigiano è molto più complessa ed eterogenea. Mario Dellacqua ha sottolineato un aspetto che è molto presente nel libro, vale a dire la necessità di non censurare i chiaroscuri e le contraddizioni – di non fare monumenti di questi membri della Resistenza, ma di cogliere dalle loro azioni la scintilla per ‘resistere’ anche oggi e per lavorare al «tessuto della democrazia» – così fragile, così fragile; uno degli interventi per certi versi più interessanti della serata è stato quello di una signora del pubblico che segnalava la presenza nascosta dei fascisti dentro alla società di oggi; e si chiedeva: non è fascismo il fatto che non ci sia più assistenza domiciliare per gli anziani? Le domande aperte sono rimaste chiaramente tante; uno dei prossimi passi è certamente indagare più a fondo sulla figura di Ghio. Ma le sue carte, si chiedeva giustamente Roberto Cerchio, dove saranno finite?
Arrivato nel pinerolese, O’Regan sceglie dopo qualche tempo di prendere contatto con Michele Ghio e di utilizzare None come base delle sue attività. La seconda parte del libro è dedicata in particolare alle azioni svoltesi nel territorio nonese negli ultimi mesi della guerra, e fornisce nuovi particolari su avvenimenti e personaggi conosciuti finora solo a grandi linee, mettendo bene in evidenza le luci e le ombre del difficile ruolo svolto da Ghio nella sua collaborazione con O’Regan. Alla serata hanno partecipato in tanti – purtroppo qualcuno è rimasto perfino fuori, perché non c’erano più posti. Dopo l’esposizione degli autori, che hanno ripreso i temi del libro, si è aperto il dibattito: Pino Viroglio e Domenico Bastino – due ex sindaci! – hanno ricordato episodi riguardanti Ghio durante e dopo la guerra, così come Beppe Nicola; storici locali (come Valter Careglio; purtroppo non ho segnato gli altri nomi) hanno ragionato fra l’altro sul ruolo della Resistenza in pianura, dove i fronti sono molto meno netti che in montagna, e la tipologia del partigiano è molto più complessa ed eterogenea. Mario Dellacqua ha sottolineato un aspetto che è molto presente nel libro, vale a dire la necessità di non censurare i chiaroscuri e le contraddizioni – di non fare monumenti di questi membri della Resistenza, ma di cogliere dalle loro azioni la scintilla per ‘resistere’ anche oggi e per lavorare al «tessuto della democrazia» – così fragile, così fragile; uno degli interventi per certi versi più interessanti della serata è stato quello di una signora del pubblico che segnalava la presenza nascosta dei fascisti dentro alla società di oggi; e si chiedeva: non è fascismo il fatto che non ci sia più assistenza domiciliare per gli anziani? Le domande aperte sono rimaste chiaramente tante; uno dei prossimi passi è certamente indagare più a fondo sulla figura di Ghio. Ma le sue carte, si chiedeva giustamente Roberto Cerchio, dove saranno finite?
Massimo Bonifazio
Della serata sono
disponibili una registrazione audio,
alcune fotografie fatte da Claudio
Bonifazio e un trailer della web tv Come&Dove.
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